Youngmail è una rubrica interattiva tra giovani ed operatori esperti

È un servizio di consulenza gratuito on-line offerto
dai Consultori Familiari dell'ULSS di Vicenza

Come puoi vedere ci sono tanti argomenti di cui puoi parlare: sessualità, contraccezione, rapporti di coppia, con amici, con gli adulti intorno a te, problemi, dubbi o riflessioni personali,...
Scrivendoci potrai chiarire dubbi, ricevere informazioni utili, avere uno spazio di confronto e riflessione ed eventualmente dei consigli.

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La nonna di una mia ex amica

30/04/2018: di Francesca, 18 anni

Domanda

Ho un dilemma..
Fino ad anno fa circa andavo a trovare la nonna di una mia amica, anche dopo che le cose tra noi "giovani" si sono complicate e non ci siamo più frequentate.. Io ho comunque continuato ad andare a trovare sua nonna perché mi ci ero affezionata e le volevo bene, anche perché mi sentivo un po' in dovere di rimediare alla tristezza di una nipote che va a trovare poco sua nonna.. È capitato verso Natale (l'ultima volta che sono andata a trovarla) di suonare il campanello a casa della nonna, ma non solo non mi ha risposto nessuno seppure ci fosse l'auto dei suoi parcheggiata davanti, ma al suono di "sono Y" non mi ha risposto nessuno (eppure si vedevano le luci accese e gente che parlottava).. Non sono più andata a trovarla perché sono rimasta profondamente amareggiata da quell'evento, ma l'ho comunque nei miei pensieri.. credete che dovrei riprovare? Vorrei solo salutarla ma temo che la sua famiglia non mi veda troppo volentieri perché non esco più con la mia "amica".. E non per chiamare sfortuna ma non vorrei neanche tenermi l'ansia del "se l'avessi fatto in tempo", capite? Non so bene che fare, vorrei andarci ma allo stesso tempo evitare tutta la situazione con la sua famiglia.. So per certo che se fosse solo per la nonna non ci sarebbero problemi, ma bisogna valutare tutto nell'insieme..

Risposta

Ciao Francesca! Se pensi che alla nonna della tua amica facessero piacere le tue visite, perchè non fare un altro tentativo?
Magari, se ne hai la possibilità, potresti tentare un contatto telefonico intanto!
Se anche dovessi trovare i genitori della tua amica o lei stessa, mi pare che quel che tu dici non possa che farti onore...non hai alcun secondo fine, se non l'affetto per una "nonna adottiva" nell'andare a trovarla. Inoltre, se riprovi hai la possibilità di capire se per caso non sta bene...
In bocca al lupo! Facci sapere!

Youngmail

Gelosia e monotonia in un rapporto d'amore?!

27/02/2013: di federico?, 16 anni

Domanda

Cara ym, come vincere e non mostrare la troppa gelosia ???
Come superare e combattere la monotonia che in un rapporto fa crollare tutto?

Risposta

Caro Federico, gelosia e monotonia..di primo impatto sembrano due problemi diversi e distanti: l'una muove emozioni intense e dolorose, l'altra ha più a che fare con la noia..
In realtà credo ci sia almeno un nesso molto importante: la monotonia in una coppia è un pò come una stanza chiusa, in cui non si apre mai la finestra per fare entrare aria nuova e pulita..l'aria dopo un pò diventa pesante senza un ricambio! Così una coppia, per mantenersi vitale, ha bisogno di avere "apporti" dall'esterno. Detto in altri termini: frequentare amici - comuni ma anche personali - fare esperienze - di coppia ma anche individuali, non togliersi la libertà di fare anche qualche passo da soli, sebbene si sia in coppia. Tutto questo è a mio avviso fondamentale per la crescita non solo delle due persone ma anche della coppia. Se si fa sempre tutto insieme e non ci si apre all'esterno e agli altri, alla fine subentra la noia, che è un campanello di allarme importante: ci dice che quel rapporto sta vivendo un momento stagnante, che non aiuta a crescere. Naturalmente alcuni momenti di noia sono normali! Ma se la noia è frequente mi pare opportuno, come stai facendo tu, interrogarsi su cosa si può fare per "cambiare un pò l'aria al rapporto".
Lasciare libero il/la partner di fare esperienze, parlare con altri/e, uscire talvolta da solo/a ha molto a che fare con la fiducia. E la fiducia ha a che fare con due aspetti:
- quanto credo nella forza e nella sincerità dei sentimenti dell'altro/a per me (che implica pensare che non mi tradirà, che il suo comportamento sarà sempre rispettoso di me e del rapporto che abbiamo, anche quando non siamo insieme)
- quanto credo in me stesso, quanto credo di essere una persona speciale, non "capitata a caso" all'altro, ma scelta perchè ha delle cose belle. La convinzione,quindi, di essere importante, di valere, per sè e per il partner.
Capisci bene che questi aspetti sono centrali anche nella gelosia, che di solito trova terreno fertile su un'autostima fragile: se sono insicuro, se faccio fatica a sentire di valere, mi prende facilmente il timore che l'altro trovi qualcun altro/a di più interessante..
Quindi, caro Federico, i suggerimenti o spunti di riflessione che mi sento di darti sono di "lavorare" molto sull'autostima, cioè sul senso del tuo valore, sul perchè sei una persona speciale con cui è bello stare e sarebbe una bella perdita per la tua ragazza non averti e dall'altro lato sull'importanza che un rapporto di coppia permetta le occasioni e la libertà alle persone che ne fanno parte di crescere perchè possa restare un rapporto interessante, ricco, in cui è piacevole stare.
In bocca al lupo!!

Youngmail

Difetti dell'amicizia

09/03/2007: di Cristina, 24 anni

Domanda

Ciao youngmail! Due anni e mezzo fa ho conosciuto sul posto di lavoro una ragazza che ha nove anni più di me! All'inizio non eravamo molto confidenti perchè nel carattere di entrambe, una studiava l'altra, come modo di fare,, il comportamento... Insomma, siccome lei arriva dalla Sardegna ed io sono Piemontese... Lei aveva il timore che io potessi essere fredda e distaccata come molte persone del mio paese! Da loro, infatti si usa comportarsi più calorosamente, qui no! Conoscendoci abbiamo così impostato il nostro rapporto di lavoro in una simpatia ;-) Col tempo però, io mi ammalo di ansia prendendo una crisi col batticuore, asma, pianto, etcc...e stando male sul posto di lavoro, lei è stata la persona alla quale ho chiesto aiuto! In quel momento mi aiutò moltissimo perchè in passato anche lei aveva sofferto di queste crisi che con gli anni aveva superato! Così, da quel momento iniziò un'Amicizia fra di noi... Col passare del tempo io mi sono molto affezionata a lei, la rispetto e le sano grata per avermi soccorso (mentre gli altri ridevano del mio malessere)! Andò a finire che per fattori riguardanti il lavoro, il posto chiude ed io impaurita credevo che la nostra amicizia non continuasse... Invece l'affetto che abbiamo l'una con l'altra ha fatto modo di diventare molto Amiche anche fuori dal lavoro, al punto da considerarla come una sorella! Lei mi ha fatto partecipe della sua nuova gravidanza, insomma siamo diventate abbastanza confidenti da dirci le cose più intime! Il problema è soltanto uno! Se io non le telefono o non le mando dei messaggi, lei... non si fa mai sentire!!! Capisco che ha due figli uno di 5 anni e l'altro di 6 mesi, però un messaggino veloce, veloce... non mi sembra così impegnativo! Quando mi faccio viva , lei è contenta e parliamo benissimo, però come ho gia detto...lei non si fa sentire!!! Quindi, avendovi raccontato a grandi linee la mia storia, cosa pensate di lei? Io le voglio bene come se fosse mia sorella, anzi, forse anche di più di quanto ne voglio a mia sorella... GRAZIE!!!

Risposta

Cara Cristina, hai intitolato la tua lettera "difetti dell'amicizia"..io la ribattezzerei "Nessuna amicizia è perfetta" o meglio ancora "L'amicizia è un investimento: ognuno mette quel che può". Tu dici di sentire che nel vostro rapporto c'è affetto e interesse reciproco e che entrambe state bene quando vi sentite o trascorrete del tempo insieme. Quindi non stai mettendo in dubbio di essere importante per la tua amica, nè che lei è disponibile ad aiutarti in caso di necessità. Perchè non si fa viva per prima? Beh, forse questa domanda sarebbe più opportuno rivolgerla a lei. Però considera che possono esserci molti modi di vivere l'amicizia.. Alcune persone non ci fanno caso, ma prendono poco l'iniziativa per primi..questione di carattere, non certo di affetti. Altre persone sono così prese dalle cose della propria vita da sentirsi come se fossero sempre di corsa, fagocitati da un impegno all'altro senza possibilità di fermarsi e pensare "Che bello, 5 minuti liberi, ora chiamo Cristina". Ancora, a te piacciono le distanze ridotte nell'amicizia..ma sei proprio sicura che, sebbene sarda, questa intensità sia su misura anche della tua amica? Oppure può darsi che la tua amica pensi che ora che non lavorate più insieme, se vi sentiste più spesso non sapreste di che parlare.. Sono solo ipotesi, ripeto che solo a lei puoi chiedere perchè lascia sempre a te il primo passo...magari potresti chiederle di farsi viva ogni tanto, se se la sente...altrimenti forse dovrai accettare di avere una quasi sorella che fatica a cercarti..un pò frustrante, lo so..ma non possiamo cambiare le persone se anche loro non lo desiderano. Dobbiamo accettare che 'investano' ciò che sentono di poter dare, affinchè l'amicizia sia vissuta con libertà, se no rischia di essere una costrizione.. Ciao!

Youngmail

Di nuovo amici

12/02/2007: di Paolo Siù, 17 anni

Domanda

Ciao Youngmail! ekkomi qui di nuovo a scriverti. bhe,kosa dire... sn quel ragazzo ke nn aveva + un migliore amico da + di un mese ecc ecc.. Cmq ti riscrivo x dirti ke le cose da fine gennaio sn ricominciate ad andare x il verso giusto. Abbiamo parlato, ci siamo kiariti e da quel giorno qualkosa è cambiato. ci sentiamo e vediamo letteralmente tutti i giorni stiamo sempre insieme (x farti un esempio io x 2 giorni nn mi sn fatto sentire ne vedere e lui mi ha kiamato e mi ha cercato xò io nn c'ero mai) xò appena gli kiedo se vogliamo tornare ad essere migliori amici lui mi risp: "poi ti darò la risp" io già sn contento così xò preferirei ke tornassimo ad essere migliori amici xò ho cmq la paura di essere illuso di nuovo. tu ora km ora ke pensi? io cmq ti ripeto sn già contento ke il nostro rapporto stia andando benissimo. cmq aspetto una tua risp nel + breve tempo possibile. ciao

Risposta

Caro Paolo Siù, mi pare che i segnali siano incoraggianti! Le amicizie che si incrinano e poi si ritrovano dovrebbero a mio avviso cercare un nuovo equilibrio su cui appoggiarsi. In altre parole, il malinteso o il problema che ha portato alla rottura dovrebbe diventare motivo di riflessione per far crescere la vostra amicizia in modo che, se si ripresentasse una situazione difficile questa volta poteste reagire diversamente. Capisco che per te l'amicizia con questo coetaneo conti molto, tuttavia, ti consiglierei, anche per non correre il rischio di soffrire molto, di circondarti da più amici, piuttosto che 'puntare' tutto su uno...ci sarà quello 'preferito', ma dovrebbero esserci anche altri punti di riferimento..frequentare diverse persone arricchisce anche l'amicizia 'privilegiata'. Auguri!!

Youngmail

Sono in gamba, sto crescendo..ma non trovo la mia lei

01/01/2005:lettera non firmata, 17 anni

Domanda

Cara youngmail, sono un 17enne e mi considero un ragazzo molto fortunato, prima di tutto perché ho la salute, poi perché ho degli amici veri e una famiglia che mi vuole un casino di bene e, in ultimo, vado bene a scuola (questo è l'aspetto che considero meno interessante anche se rimane una cosa positiva).

Un qualsiasi adulto inconscio dei suoi problemi adolescenziali mi direbbe: ragazzino, di che cosa ti puoi lamentare?I veri problemi alla tua età non esistono.

Quest' affermazione (o meglio dire sentenza) è vera solo in parte.

Infatti, io, fortunatamente, non fumo e bevo solo birra (ma non mi ubriaco) e soprattutto non mi faccio le canne (anche se quasi tutti i miei compagni di classe ne fanno un uso assiduo) perché credo che esistano altri modi per divertirsi e evito volentieri di distruggere fegato e cellule cerebrali.

Ma il mio vero problema è questo: non ho mai avuto una vera ragazza, solo qualche storiella estiva stupida. A dir la verità l'anno scorso sono stato innamorato di una ragazza che ai miei occhi sembrava quasi una dea, non tanto per la bellezza ma piuttosto per il suo carattere e la sua intelligenza, speravo almeno di piacerle, le ho espresso i miei sentimenti (anche se non del tutto perché non ne avevo il coraggio) ma non sono stato ricambiato, questo fatto mi ha portato a una crisi che ho superato solo quest'estate; ma la cosa più brutta è che questa ragazza ora è la morosa (già da qualche mese) di un mio compagno di classe che è mezzo drogato e non molto sveglio (dico così perché non voglio offendere nessuno...); quando l'ho scoperto ci sono rimasto male perché mi considero (evidentemente erroneamente) migliore di lui e non riesco ancora a concepire che questi due stiano insieme anche se me sono ormai fatto una ragione, non sono un tipo invidioso di natura.

Eppure non penso di essere così brutto e nemmeno di avere un caratteraccio, è che le ragazze sembrano non capirmi, rimangono sempre e solo amiche,sarà perché sono un emerito imbranato con le donne (forse alla mia età è troppo presto per definirle così) ma ci sono altre persone che conosco che sono stupide e maschiliste e che hanno la morosa, è un'ingiustizia! Non sono uno stronzo e nemmeno vorrei esserlo,eppure...così va la vita! Mi considero un pò selettivo, questo sicuramente.

Quando c'è da conoscere una persona nuova sono molto timido, poi mi "sciolgo" e comincio a parlare come una persona normale.

In realtà ho un altro problema (connesso in parte al primo): io sono molto bravo nelle materie scientifiche e "da grande" vorrei fare il ricercatore matematico ma vivo con un dubbio che continua a ossessionarmi: ce la farò? Ho degli sbalzi d'umore incredibili anche se non lo do a vedere e forse è proprio questo che mi fa star male, il non poter esprimere questi dubbi che mi affliggono ogni giorno, credo che mi serva una brava ragazza che mi dia equilibrio e aiuto psicologico perché amici e genitori a volte non bastano.

Questa "santa" ragazza non la trovo e penso che il motivo sia perché sono troppo impegnato, ho moltissime passioni e hobby: gioco a tennis a livello agonistico, tifo milan(anche se ogni tanto mi chiedo perché esulto o mi dispero solo per il motivo che una sfera è entrata in una rete), suono il clarinetto nella banda, amo leggere libri di storia e fare giochetti di logica matematica e studio almeno due ore la giorno(week end compresi).E allora dove lo trovo il tempo?

La sera sono sempre stanchissimo e infatti non esco quasi mai(in questo periodo a maggior ragione perché fa freddo e piove).Se dovessi dare un giudizio alla mia vita gli darei un 7 che potrebbe diventare un 9 se trovassi una brava ragazza (lo so, sono ripetitivo, ma è questo il mio reale problema), anche se sono sicuro che in quel momento mi troverei altri problemi esistenziali. Infatti studiare filosofia anche solo a livello elementare mi ha aperto la mente ma mi ha anche sconvolto tutte le poche certezze che avevo acquisito in 16 anni di vita, per esempio non mi ero mai chiesto da dove veniamo o perché esistiamo, ma queste sono solo le prime domande che mi sono posto, adesso sono nel periodo in cui vorrei divenire immortale ma non come uomo ma come personaggio matematico come Gauss o Galois(anche se non voglio esser alcolizzato e morire a 20anni ucciso in duello), cioè esser ricordato in futuro per una risoluzione elegantissima di un nuovo teorema. Altrimenti mi considererei una persona normale che è vissuta solo in vista della salvezza spirituale senza aver dato nulla di importante all'umanità. Sono solo speranze? Forse, ma mi piace sognare...e finché non sarò sicuro di non aver compiuto qualcosa di grande mi considererò un semplice e inutile fallito.

Vedi, anche in queste piccole e brevi riflessioni sono molto discontinuo, ora sono ambizioso e prima mi sentivo sfigato e senza speranze.

Probabilmente sono il classico adolescente con troppi sogni, ma io mi sento dentro che ce la posso fare, che nulla è impossibile se ci si crede davvero.

Troverò le risposte ai miei dubbi prima di iniziare l'università? Solo il Fato lo può sapere, ma molto dipende da me.

PS Sto scrivendo proprio nel giorno in cui sono tornato (distrutto) dalla gita con i miei compagni di classe.

La mia classe non mi piace molto poiché è piena di gente falsa e ipocrita ma la gita mi è servita a migliorare i rapporti di amicizia, con le ragazze in particolare. Sono quasi tutte persone piuttosto simpatiche, ma con nessuna vorrei avere una storia seria solo perché hanno un bel seno o un bel culo (oltre a eccitarmi non provo nient'altro e ciò è abbastanza triste almeno dal mio punto di vista), ho ogni tanto discusso con loro dei miei problemi, ma, come immaginavo, le risposte non le ho trovate molto soddisfacenti; per questo mi rivolgo a te, cosa posso fare?

Risposta

Carissimo 17enne: benvenuto nella rubrica. Vorrei anzitutto farti i complimenti: la tua lettera mi è piaciuta molto sia perché racconta anche a chi se ne fosse dimenticato cosa significa attraversare quella fase di vita bella, piena di possibilità, ma anche estremamente complicata e faticosa che chiamiamo adolescenza, sia perché mi parla di una persona molto ricca interiormente. Eppure, nonostante la tua bella autodescrizione ti trovi a chiedere: perché non riesco a trovare una ragazza? O meglio, perché non riesco a trovare la ragazza giusta? Penso sia questa la domanda che tra le righe la tua lettera propone.

E devo dire che mi rendi un pò difficile risponderti: non ti manca certo l'intelligenza - sia quella che riguarda il conoscere e ragionare sulle informazioni (la tua 'mente scientificà), sia quella delle scelte di vita (come trascorrere il tuo tempo, l'importanza data al carattere delle persone piuttosto che all'apparenza, il progetto dell'università,..) - non hai vizi costosi per il benessere fisico e per il portafogli (fumo, alcool,...), coltivi diversi interessi e sei uno sportivo, ti appassioni a cose nuove (la filosofia). Cosa ti manca?

Vedi, forse è un pò come fare un dolce. Hai la ricetta di un dolce veramente buono. E hai gli ingredienti...anzi ne hai più che in abbondanza...e tuttavia il dolce non si fa. Che manca? Forse il mettere le 'mani in pastà. Il provare, sperimentare, rischiare che esca una 'ciambella senza bucò...e forse un pò di lievito che renda un dolce molto ricco di ingredienti più leggero!

Penso che non ci sia niente che ti manca come persona, anzi! Forse le ragazze che ti avvicinano ti vedono come troppo: troppo intelligente e in gamba, sempre impegnato, maturo...dov'è la parte leggera e ribelle? Dov'è la voglia di divertirsi? Dove sono le battute sceme che fanno tanto ridere e non si sa perché? Dove il 'buttarsi fuorì dalla timidezza facendo delle sane figuracce che da adulto ricorderai con tenerezza e sorriso?

Sai, quando penso al termine 'adolescentè mi viene per associazione subito in mente 'tempesta di emozionì. Quanto tempo, in una vita impegnata come la tua, hai per goderti un pò di sana crisi adolescenziale, alternata ai momenti di gioia, ai momenti 'stranì, difficili da definire, ai momenti euforici e a quelli depressi?

Mi viene in mente quel brano del libro del Quoelet che racconta come per tutto ci sia un tempo. Così c'è un tempo per ridere e uno per piangere, uno per fare e uno per riposarsi, uno per divertirsi e uno per impegnarsi,... uno per maturare e uno per concedersi di essere in una fase di transizione. Essere troppo in gamba e precocemente è una cosa molto apprezzata, ma anche un tale peso!

Allora, per rispondere alla tua domanda "Cosa posso fare?", ti consiglio di ritagliarti tra i tuoi molti impegni uno spazio in cui 'mettere le mani in pastà, cioè uscire con amici e amiche, sentire le emozioni concedendoti di mettere la razionalità in secondo piano per un pò, sperimentarti nelle relazioni come hai fatto in gita, avere dei momenti leggeri, non impegnati in cui si può scherzare sulle stupidaggini (il famoso lievito del dolce!), sorridere, ché un sorriso non resta mai da solo: ottiene sicuramente risposte! E ultimo, ma non meno importante, credere un pò di più in te stesso. Non sei speciale perché sei intelligente e maturo e fai molte cose in cui riesci bene, o meglio, non solo per questo. Sei speciale anzitutto perché sei tu, un essere umano unico senza copie o cloni, con un bagaglio di esperienze ed emozioni tue che puoi decidere di condividere e con pregi e difetti, che ti rendono da un lato in gamba e dall'altro umano. E vedrai che il coraggio di essere autentico porterà presto nella tua vita la ragazza che fa per te!! Auguri!

Youngmail

Confidenze tra amici: pavoni o chiocciole?

26/01/2004: di A, 17 anni

Domanda

Cara youngmail, sono un ragazzo di 17 anni, con degli amici irrinunciabili...ma anche trofeistici. Mi spiego: loro se hanno una ragazza o fanno colpo su una o ci fanno del sesso sembra che facciano tutto per poter dire "Ehi, guarda quanto figo sono, tutte le ragazze mi cadono ai piedi, sono un mago del sesso". Ora, non so perché, ma a me questa cosa non viene per niente. Ogni tanto c'è qualche tipa che mi guarda interessata, magari ci faccio anche qualcosa, ma certo non me ne vanterei. Il problema è che ora questo mio essere vago, specialmente riguardo il sesso è diventato bersaglio di battutine tipo "E lui che fa? Fa e tace o tace perché non fa niente?". Credo un po' per sfottere, un po' per tirarmi fuori gli affari miei. Conclusione: non so se non sono normale io a essere troppo chiuso sulle mie cose o se sono loro troppo pavoni!

Risposta

Caro A., in linea teorica, raccontare le proprie vicende personali dipende dalla voglia che si ha di comunicarle e condividerle. Non c'è un livello di apertura o di timidezza/'pudore' giusto o sbagliato. Se in linea di principio è così, in pratica bisogna fare i conti anche con il fatto che la nostra società è, ahimè, sempre più una società in vetrina, ossia dove sembra che esista solo ciò che appare. Pensa ai drammi personali che diventano talk-show 'strappa emozioni', ai reality-show in cui delle persone vivono consapevolmente e liberamente una sorta di 'Truman show' che le porta alla popolarità. Fare della polemica può forse far riflettere, ma anche qui la TV ci ha già preceduti e non so quanto questo possa poi concretamente modificare le cose. Allora come ci si salva dall'invasione degli altri nei propri affari privati senza essere mal giudicati? Anzitutto ricordando che siamo esseri liberi e che nessuno può forzarci a mostrare parti di noi riservate, anche se va di moda. In secondo luogo, ricordando una cosa che ai tuoi amici sembra sfuggire e cioè che l'essere persone 'in', speciali, cercate dagli (o dalle) altri, attraenti e quant'altro non va in parallelo con il fare, almeno nei rapporti uomini - donne. Non è che quanto più uno fa, tanto più è 'figo'...forse lo appare, ma se si guadagna così la definizione è poi costretto a mantenere la sua nomea dandosi continuamente da fare con le donne o almeno raccontando di farlo. E questo alla lunga rischia di diventare una trappola da cui è difficile sottrarsi! Nel caso dei tuoi amici questa sembra essere diventata una trappola di gruppo!
È anche vero, d'altra parte, che spesso tra ragazzi della tua età ci si raccontano le esperienze sessuali un po' per fare un bagaglio comune di un'esperienza della vita tanto forte e emozionante quanto misteriosa, un po' per farsi coraggio!
Se metti insieme un po' queste cose forse puoi trarne qualche conclusione per te. Per esempio che la richiesta dei tuoi amici può essere dettata sia dalla curiosità ("metti anche tu le tue esperienze nel 'bagaglio di gruppo'"), che un po' forse dall'invidia ("dietro questo silenzio misterioso si nasconde forse un don Giovanni?"). Ovviamente, l'unico modo di placare la curiosità sarebbe raccontargli gli affari tuoi (veri o inventati)...ma questo per te significherebbe forzare la tua natura. Un modo simpatico ma anche chiaro, invece per far capire che non ti va di essere forzato a parlare è l'ironia...parlo di risposte che non possano non strappare un sorriso, ma facendo comprendere allo stesso tempo che insistere non serve. Cose del tipo "Ma perché mai dovrei raccontare quando ascoltare voi è così istruttivo!" o "È il mio fisico che parla per me!"
Quindi, per riassumere, carissimo A. essere riservati sulle proprie cose non è affatto anormale, forse infrequente per un ragazzo della tua età, ma sicuramente un atteggiamento o una scelta da rispettare. Se la miglior difesa è l'attacco, il mio consiglio è di rispondere alle loro battute con una sottile ironia che attraverso un sorriso comunichi che non gradisci si facciano gli affari tuoi. Se il messaggio dovesse offendere qualcuno o non giungesse forte e chiaro ti consiglio il classico, scomodo piano B: parlare chiaro. In bocca al lupo! Ciao!

Youngmail

Vacanze coi miei anzichè con l'amica: accidenti!

07/07/2003: di E, 16 anni

Domanda

Cara youngmail, sono una ragazza di 16 anni. Il mio problema rispetto a tanti che ho letto nella vostra rubrica può sembrare banale, ma ho pensato che dato che dato che avete tante idee potreste aiutare anche me a capire come comportarmi. Ho appena terminato la terza superiore e sono stata promossa anche bene. Come regalo avevo chiesto ai miei di permettermi di andare una settimana in vacanza con una mia amica noi due da sole. Loro, prima di sapere la promozione, mi avevano detto che si sarebbe visto... ma quella risposta che per me era un mezzo sì per loro è diventato un no! Non solo, ma dopo il no si attendevano che io facessi i salti di gioia quando mi hanno annunciato che avevano prenotato due settimane di ferie in un hotel in un villaggio tutti insieme: loro due, io e quel rompi... di mio fratello (13 anni di supplizio, sigh!?). Che posso fare? Io e la mia amica c'eravamo riservate proprio una di quelle due settimane!

Risposta

Carissima E., probabilmente ciò che è accaduto ti ha delusa e ti ha fatta arrabbiare, ma forse ti ha anche insegnato una cosa importante: come una comunicazione non chiara può assumere significati completamente diversi a seconda delle intenzioni di chi la dice e di chi l'ascolta. I tuoi genitori, infatti, potrebbero dirti che non ti hanno mai detto di sì e che la loro frase semplicemente significava che avreste pensato alle vacanze successivamente alla promozione ... e infatti così hanno fatto (anche se non nel senso da te sperato!). D'altro canto tu potresti controbattere loro che quel 'vedremo' era in risposta alla tua richiesta di vacanza con l'amica e che la risposta lasciava adito a buone speranze di un sì. In realtà discutere su quale delle due versioni sia quella vera difficilmente vi porterà da qualche parte, perché tutte e due sono vere a seconda del punto di vista... Quello che forse puoi fare è cercare una soluzione - compromesso che possa conciliare il loro entusiasmo per una vacanza "tutti insieme appassionatamente" e lasci a te lo spazio per divertirti con la tua amica. Che so, potresti 'patteggiare' con i tuoi che andrai con loro in vacanza al villaggio, chiedendo però di portare con te l'amica e avendo una stanza tutta per voi. In questo modo ci potrebbero essere dei momenti che passi insieme alla tua famiglia e degli altri che siete solo tu e la tua amica. Un'altra idea potrebbe essere che fai dieci giorni di ferie con loro nel villaggio e che poi loro ti permettano di continuare le vacanze per conto tuo i rimanenti cinque giorni con la tua amica in un'altra località. Forse rispetto ai progetti che ti eri fatta, l'idea di un compromesso non sarà così allettante, ma il rischio potrebbe essere che se decidi di portare avanti la tua 'causa' si ingaggi una battaglia. E, si sa, nelle battaglie la conclusione vede sempre un vincitore e un perdente... diciamo che un compromesso potrebbe essere considerato un po' come un tentativo di uscirne entrambi almeno in parte vincenti! In bocca al lupo!

Youngmail

Faccio di tutto x quest'amicizia...tranne essere me stessa

19/05/2003: di 'Amica'

Domanda

Cara youngmail: sono una ragazza di 19 anni e faccio la quinta superiore. Vi scrivo perché ultimamente ho una difficoltà che sento marcata: io ho un'amica per la pelle. Lei ha la mia stessa età ed è in un'altra sezione della mia scuola. Io la conoscevo di vista sin dall'inizio delle superiori: lei è molto popolare perché è una vivace ed estroversa e mi sono messa in testa di diventare la sua migliore amica...e ora ci sono riuscita, ma spesso questo ha un prezzo elevato: se lei vuole andare in un posto e a me non va, ci vado per non contrariarla per paura che mi 'scarichi'. Lo stesso vale se lei fa un discorso con me e mi chiede cosa ne penso: immancabilmente io sono d'accordo (anche quando magari siamo in compagnia di qualcun altro che sa che io non sono d'accordo per niente e sgrana due occhi)! Insomma, farei di tutto per quest'amicizia ma sempre più spesso sento di dover aderire a idee e iniziative che non mi vedono d'accordo e lo faccio con un entusiasmo e un sorriso che sono falsi! Tutto questo mi fa sentire confusa...e non so perché.. Cosa ne pensate?

Risposta

Cara amica, se dici sempre di sì con entusiasmo a tutto, anche quando in realtà dentro di te una vocina urla "No, non voglio!" come fa la tua amica a conoscerti e ad essere la tua migliore amica?
Non sa cosa ti piace e cosa no, non può rispettarti perché non sa dove sta violando o forzando la tua volontà, non può aiutarti nelle tue difficoltà e soprattutto non c'è tra voi uno scambio autentico di idee e convinzioni perché sei così spaventata dal perderla che concorderesti con lei in tutto pur di non contrariarla provando la minaccia di essere da lei abbandonata. Quando in un rapporto si vive l'emozione prevalente della paura di perdere l'altro, si instaura una sorta di dipendenza che porta la persona che dipende dall'altra a perdere di vista la propria identità per adeguarsi a - o modellarsi su - l'altra. E questo ha conseguenze sia su di te che sul vostro rapporto. Su di te perché rischia di farti sentire confusa su chi sei e cosa vuoi per te stessa, progettando una tua strada, un tuo progetto di vita personale e sul rapporto perché alla lunga la tua amica potrebbe stancarsi o provare noia all'interno di un rapporto in cui si trova con una sorta di "gemella" o specchio di sé. Invece, un'amicizia autentica è fatta di condivisione raggiunta, che vuol dire passare anche attraverso differenti punti di vista, screzi, dissapori e litigi, diversità, ma anche arricchimento reciproco...e questo tipo di rapporto dà anche molta più libertà di essere coerenti con quello che si sente! Perché non provi ad essere te stessa, dicendo quello che pensi, ciò che non ti va, le tue emozioni e idee di fronte a ciò che capita, partendo magari dalle cose più piccole e stando a vedere cosa accade al vostro rapporto? Proverai un po' d'ansia nel farlo, ma probabilmente gli esiti saranno sorprendenti! Se questi passaggi graduali di affermazione di te stessa fossero troppo difficili, forse sarebbe utile chiederti come mai tu non riesca ad uscire da un rapporto di dipendenza, quali siano le paure che affermare la tua identità e i tuoi diritti ti suscita! In bocca al lupo!

Youngmail

Mia sorella sta cambiando..e anche il nostro rapporto!

27/01/2003: di A, 16 anni

Domanda

Cara youngmail, mi chiamo A. e ho 16 anni (quasi). Vi scrivo per mia sorella. Lei ha due anni meno di me e siamo sempre andate d'accordissimo: stessi amici, stessi interessi, molta confidenza e complicità... insomma, un rapporto da amiche per la pelle senza che fra noi si creasse mai competizione. Da un po' però le cose sono cambiate. Lei non si confida più con me, ha detto che vuole scegliere una scuola diversa dalla mia, quando fino a pochi mesi fa progettava non solo di iscriversi alla mia stessa scuola, ma anche di studiare insieme nei pomeriggi! Io non capisco cos'è successo, mi sento tradita! E quando le chiedo il perché si comporta così, cosa le ho fatto, lei finge di non capire, di non vedere i cambiamenti tra lei e me! Cosa posso fare?

Risposta

Cara A., dalle tue parole capisco bene che questa situazione ti causa molta sofferenza, che sei arrabbiata e che vorresti capire cos'è mai successo che ha 'rotto' l'intesa magica tra te e tua sorella, ma vorrei rassicurarti: ciò che sta accadendo è una cosa naturale, anche se a volte difficile da comprendere e accettare. Vedi, un po' come quando un bambino cresce e diventa ragazzo ha bisogno di staccarsi dai suoi genitori e dimostrare che è diverso da loro, per diventare un adulto autonomo con una propria personalità, così i rapporti intensi fra fratelli possono attraversare un periodo in cui ci si allontana perché ognuno possa capire chi è o chi sta diventando con la crescita, per poi ritrovarsi e riallacciare il rapporto in modo più maturo. Per tua sorella probabilmente tu sei sempre stata una figura positiva, un buon esempio. Questo dovrebbe lusingarti perché significa che tua sorella ti ha vista come una persona valida, se ti ha preso a modello. Mentre però per te essere in un certo modo (come prendere alcune decisioni, frequentare una certa scuola, coltivare particolari interessi, credere in determinati valori,... ) è stata una scelta, per tua sorella è stata un'imitazione. Questo probabilmente è il momento in cui lei sente un esigenza importante: scegliere in prima persona, diventare protagonista delle svolte della sua vita e diventare una persona unica, che comporta essere diversa anche da te. Tu potrai chiedermi: "E non poteva dirmelo e differenziarsi in modo meno brusco?" In teoria, effettivamente, questa sarebbe la via migliore. In pratica, è molto difficile differenziarsi e trovare una personale identità senza allontanarsi un po' da quelle che sono state a lungo le principali figure di riferimento. Tua sorella non ce l'ha con te, anzi probabilmente tiene a te quanto prima, solo che ha bisogno di un po' di tempo e di spazi suoi per crescere e fare la sua strada. Tanto più tu riuscirai a pazientare e non arrabbiarti con lei, cercando di capire che è normale e che tutti noi per crescere prendiamo per un po' le distanze, tanto più, sentendosi libera, lei vorrà, passata questa fase, recuperare un bel rapporto con te. Un rapporto che sarà ancora più prezioso perché oltre alle cose in comune, avrete anche delle differenze che potranno arricchirvi vicendevolmente! Auguri!!

Youngmail

Quando i genitori pongono limiti all'estroversione

01/01/2003: di Bilancina '86, 15 anni

Domanda

Il problema per cui vi scrivo non è propriamente psicologico...è più un problema di relazioni: mi spiego meglio. Sono una ragazza di 15 anni, sin da quando ero piccola sono sempre stata una persona estroversa e curiosa e ora che sono adolescente amo uscire spesso con gli amici e fare nuove conoscenze, confrontarmi con altre persone. Il problema è che i miei genitori non la pensano allo stesso modo: temono che la mia espansività mi faccia imbattere prima o poi in persone poco raccomandabili o che i miei modi di fare vengano fraintesi. Quello che non capiscono è che non sono più una bambina ingenua. Sono cresciuta e so badare a me stessa; al contrario di quel che pensano io non do confidenza a tutti a cuor leggero.... ma ogni volta che esco o faccio tardi la sera, nel rientrare riecco la solita pallosa discussione sulla "figlia sbalestrata e incosciente che li farà morire dalla preoccupazione". Ho provato a parlare loro ma senza risultati, tanto più che la sola idea di passare le mie serate a casa come vorrebbero loro mi fa sentire male. Sento il bisogno d'uscire, di conoscere nuova gente, i loro pensieri le loro idee, e di confrontarmi con loro! Che male faccio? Come spiegare tutto ciò ai miei?

Risposta

Cara amica, la tua voglia di uscire e di "esplorare" il mondo è naturale alla tua età, tanto più se, come scrivi, sei sempre stata di indole curiosa ed estroversa. Inoltre l'adolescenza è probabilmente il periodo in cui più si sente l'esigenza di conoscere e confrontarsi con molti altri coetanei....ma lasciaci, solo per qualche istante, guardare il problema che tu porti dall'altra prospettiva: quella dei tuoi genitori. Si sa, i genitori molto spesso faticano a rendersi conto e ad accettare che i figli crescano: vorrebbero sempre tenerli "sotto la loro ala", proteggerli dagli errori e dalle sofferenze, sapere cosa capita loro quotidianamente per poterli aiutare e magari indirizzare. Cosa accade quando la propria "amata bambina quindicenne" rivendica il proprio diritto all'autonomia, cerca di uscire dall' "ala materna" per imparare essa stessa a volare, volendo fare di testa propria? Spesso i genitori si spaventano e anziché cercare di ragionare e parlare insieme agiscono d'istinto, quell'istinto paterno e materno che li ha guidati nell'infanzia del figlio, ma che ahimè non è più adatto a questa nuova fase dell'essere mamma e papà. Cosa stiamo cercando di dirti? Che è un compito duro il tuo, quello di crescere e diventare pian piano autonoma e adulta, ma è un compito difficile anche quello di diventare genitori di un adolescente! Come tu a volte forse vai in crisi, così anche loro talvolta non sanno bene come comportarsi! Il consiglio che ci sentiamo di darti è quello che trovi nella favola del "Piccolo Principe" (l'hai letta? Te la consigliamo!!): addomesticatevi a vicenda. Che significa? Significa anzitutto essere più comprensivi gli uni verso gli altri, cercando di capire anche il punto di vista e le ragioni dell'altro, spiegando loro i tuoi bisogni e rassicurandoli magari sul tuo atteggiamento di prudenza. Significa non chiudere il dialogo con loro solo perché faticano a vederti come un'adolescente alla ricerca di una sua identità ed autonomia, essendo disposta anche a riflettere su qualche consiglio che ti possono dare, così come portando avanti le tue ragioni e spiegando loro come possono esserti d'aiuto. Significa anche talvolta, quando si creano situazioni difficili, tentare la via del compromesso. Ci rendiamo conto che è difficile crescere, che molto spesso si può avere la sensazione di un mondo di adulti che non ci comprende e si è dimenticato di essere stato a suo tempo adolescente, ma siamo certi che le cose possano essere un po' più facili se attraverso il dialogo si conquistano dei genitori "alleati" che, per quanto è loro possibile, crescano come genitori insieme al figlio...e, ricorda, nessuno è perfetto, nemmeno mamma e papà.... Riprova la strada del dialogo e vedrai che pian piano arriverete a capirvi meglio e ad avere rapporti più sereni. Siamo tutti con te!!!

Youngmail

Bisogno di confrontarsi

01/01/2003: di A

Domanda

Cara youngmail, apprezzo moltissimo la vostra casella e la trovo un aiuto non indifferente per diversi ragazzi. Di recente tuttavia ho sentito un grande impulso in me:quello di voler contribuire nel dare qualche consiglio ai ragazzi che cercano un aiuto. Penso dunque che non sarebbe una cattiva idea permettere,a chi vorrebbe,di inserire,di seguto naturalmente alla vostra preziosa risposta,anche qualche sua idea.ciò potrebbe secondo me aprire qualche prospettiva in più ai ragazzi che chiedono un consiglio. Grazie

Risposta

Cara A, la tua è sicuramente una bella idea che riprenderemo seriamente in considerazione. Dico riprenderemo perché devi sapere che inizialmente, quando abbiamo progettato questo servizio di consulenza on line, avevamo considerato la possibilità di permettervi uno scambio di consigli e di esperienze (una sorta di muretto virtuale), ma poi sul piano attuativo questo risultava piuttosto complicato. Perciò cogliamo volentieri il tuo bel suggerimento per provare a riconsiderare la possibilità di aprire una sorta di "rotatoria delle idee'. Se ti va, per intanto, ti invito a scriverci le tue riflessioni (non è necessario che le lettere che ci arrivano parlino di un problema...sono bene accette anche le considerazioni e le esperienze personali) che sicuramente arricchiranno non solo i ragazzi che ci scrivono, ma anche quelli che leggono e noi che cerchiamo di darvi una risposta.
Ciao!!

Youngmail

Vado in ansia... di fronte agli altri

29/09/2002: di T, 27 anni

Domanda

Cara youngmail, sono T., 27 anni...e un problema serio. Quando sono con gli altri non riesco a parlare, mi assalgono i timori su ciò che possono pensare gli altri di me e così mi blocco. E anche quando riesco a dire qualcosa, fatico a spiegarmi: comincio a balbettare, il mio discorso è sconnesso, l'italiano scorretto. Tutto questo mi causa non pochi problemi nella vita quotidiana... E le cose se possibile peggiorano quando sono di fronte a persone nuove. Non sono sempre stato così...a 16 anni ero uno vivace, che usciva volentieri e sapeva essere di compagnia. Che posso fare? Un aiuto psicologico potrebbe essermi utile? In cosa consisterebbe? Ciao

Risposta

Caro T., quello che colgo dalla tua lettera è una storia...sì, la storia di una paura che ad un certo punto della tua vita, molto probabilmente a causa di un'esperienza spiacevole (ad esempio un giudizio negativo di qualcuno o una presa in giro) e di un carattere particolarmente sensibile, tu hai provato in modo così intenso da portarti in seguito a cercare dei modi perché non si ripresentasse più.
Quando una persona si trova in questa situazione, capita a volte che utilizzi una strategia, definita evitamento, che consiste nel cercare di evitare tutte quelle circostanze che potrebbero far sì che la paura si ripresenti (ad esempio, in situazioni sociali non mettersi più in mostra, essere silenziosi o evitare di uscire con persone nuove). Purtroppo però se tale strategia si consolida nel tempo finisce paradossalmente per aumentare la paura anziché controllarla e porta la persona ad assumere un atteggiamento sempre più ritirato. Quella cioè che all'inizio sembrava una soluzione (evitare in qualche modo il giudizio negativo degli altri) si trasforma nel tempo in un nuovo problema (non riuscire a stare in mezzo agli altri).
Che si può fare per fronteggiare una difficoltà di questo tipo? In questi casi spesso si rivela utile un aiuto di tipo psicologico volto da un lato a comprendere come è nata e come si mantiene la tua paura, e dall'altra a sperimentarti gradualmente nelle relazioni con gli altri per verificare che in realtà i tuoi timori solo raramente divengono realtà e che anche tu, esercitandoti un po', puoi essere capace di rapportarti agli altri senza sentirti a disagio. Potrebbe esserti utile anche riflettere su due aspetti che giocano un ruolo importante nel relazionarci agli altri: l'accettazione di sé e le proprie aspettative. Se tu ti aspetti di essere perfetto agli occhi degli altri, di non commettere errori e di essere simpatico a tutti e ti biasimi quando ciò non accade, è facile che ti senta poco adeguato nelle situazioni di gruppo ed eviti di parlare perché pensi che non saresti 'all'altezza'. Nessuno è perfetto, nessuno è irreprensibile, nessuno gode delle simpatie di tutti. Accettarsi anche con i propri limiti significa avere la libertà di essere se stessi anche con gli altri, senza sentirsi rifiutati da eventuali giudizi e critiche non positive. In bocca al lupo!

Youngmail

Sono preoccupata per la mia amica

25/02/2002: di M, 18 anni

Domanda

Salve! Sono M., ho 18 anni e vi scrivo perché sono molto preoccupata per la mia amica del cuore. Da qualche mese si comporta in modo strano. È convinta di essere grassa e si è messa in testa di aver bisogno di una dieta ferrea. Da un po' a scuola arriva senza aver fatto colazione e non fa più merenda. Beve spesso thé o camomilla non zuccherate anche durante le ore di lezione e va tutti i giorni a correre. All'inizio ha tentato di coinvolgermi in queste sue nuove abitudini, ma quando ha visto che io non ci stavo si è chiusa in se stessa. Secondo me sta dimagrendo a vista d'occhio. Io non so che fare. Ho provato a chiederle cosa c'è, ma lei dice che va tutto bene e che è semplicemente un po' a dieta perché è un pachiderma. Cosa posso fare per aiutarla?

Risposta

Cara M., anzitutto hai fatto bene a scriverci. Da come ci descrivi la situazione, la tua amica sembra avere un problema con il corpo e l'alimentazione. Quando accanto a un'insoddisfazione per il proprio peso e per l'aspetto fisico c'è anche un forte disagio psicologico che non trova voce, capita di frequente di cadere nel tranello di pensare che perdendo peso si starà meglio, si sarà più contenti e soddisfatti di se stessi e si starà meglio anche a livello psicologico ed emotivo. Il guaio è che all'inizio le cose sembrano andare proprio così, ma a lungo andare c'è il forte rischio di cadere in quelle malattie che probabilmente hai sentito spesso nominare, che si chiamano anoressia e bulimia. Si tratta di disturbi del comportamento alimentare che portano ad un'incapacità di vedersi in modo obiettivo e di alimentarsi in modo equilibrato. Spesso si ha una notevole perdita di peso e si entra in un circolo vizioso da cui è molto difficile uscire. Cosa fare allora per non arrivare a questo punto? La cosa migliore sarebbe quella di rivolgersi ad un esperto tempestivamente. Uno psicologo, nello specifico, potrebbe essere molto d'aiuto nel comprendere e affrontare il disagio. L'aspetto problematico sta nel fatto che, come accade per la tua amica, molto spesso c'è poca consapevolezza del disagio e, anzi, c'è una tendenza ostinata a negare di star male. È perciò difficile dirti cosa puoi fare più di quel che già ti sforzi di fare. Cercare di parlare con la tua amica e offrirle una mano da afferrare liberamente per esprimere il malessere è già un buon inizio. Un'altra cosa che potresti fare è quella di metterla di fronte alle cose che vedi e che ti preoccupano, facendole capire che le cose che fa possono portarla a situazioni pericolose per la salute. Se lei accetta, potreste rivolgervi ad un adulto di cui avete fiducia (come ad esempio un professore che stimate e con cui avete più confidenza). Se ti sembra possibile, potresti proporle di andare a fare due chiacchiere con uno psicologo
(al Consultorio Familiare ci sono spazi appositi per l'accoglienza ai giovani che sono gratuiti e garantiscono il segreto professionale), magari offrendoti di accompagnarla. È probabile che in questi tuoi tentativi tu trovi molta resistenza da parte sua. Non scoraggiarti. Sappi che in genere in queste circostanze è molto difficile ammettere di avere un disagio psicologico. Perciò se riuscirai a conquistarti la sua fiducia e a far sì che si apra e si confronti un po' con te avrai ottenuto già un buon risultato. Se vedi, infine che la situazione si aggrava è opportuno che tu coinvolga un adulto che possa prendere dei provvedimenti anche di tipo medico: dimagrire troppo infatti può avere delle conseguenze di tipo fisico! Coraggio e in bocca al lupo!!

Youngmail

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