Youngmail è una rubrica interattiva tra giovani ed operatori esperti

È un servizio di consulenza gratuito on-line offerto
dai Consultori Familiari dell'ULSS di Vicenza

Come puoi vedere ci sono tanti argomenti di cui puoi parlare: sessualità, contraccezione, rapporti di coppia, con amici, con gli adulti intorno a te, problemi, dubbi o riflessioni personali,...
Scrivendoci potrai chiarire dubbi, ricevere informazioni utili, avere uno spazio di confronto e riflessione ed eventualmente dei consigli.

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Interruzione di gravidanza: una grande ferita!

17/06/2007: di Kiara, 18 anni

Domanda

Cara youngmail, vi scrivo x parlarvi di un problema k mi ha cambiato la vita.Quasi un anno fa sn rimasta incinta x irresponsabilità, all'inizio io e il mio ragazzo eravamo molto dubbiosi e soprattutto spaventati ma volevamo cmq tenere qst bambino ma i nostri genitori(soprattutto i miei) senza preoccuparsi delle conseguenze e dei nostri pareri mi costrinsero ad abortire, noi, allora minorenni nn potevamo fare nulla..ed ora tt quello k mi è rimasto d quella orribile esperienza è rabbia,rimorso e tristezza nel pensare soprattutto cm sarebbe stata la vita col nostro bambino. Ogni tanto ci ripenso e sto molto male e qnd vedo mamme coi propri bimbi o donne gravide vorrei essere al loro posto chiedendomi se mai un giorno ne avrò l'occasione..nn so cm fare x farmene una ragione nonostante sia passato tt qst tempo!e mi chiedo cm dei genitori possono fare qst alla propria figlia!..aiutatemi..grazie!

Risposta

Cara Kiara, interrompere una gravidanza è un intervento le cui ferite fisiche spesso guariscono più in fretta di quelle psicologiche ed emotive. Ti è successa una cosa grossa ed in più hai vissuto quella scelta come un 'esproprio', un'ingiustizia.
Quando si vive un evento in modo traumatico, si rischia di continuare a pensare a quello che più ci ha ferito e si finisce per cadere nella trappola del rimuginio, cioè del pensiero che gira vorticosamente in tondo senza evoluzione, senza cioè permettere una via d'uscita, un modo per elaborare quel che è successo, per accettarlo e perdonare..se questa cosa sta dentro di te da un anno e mezzo e ancora brucia così tanto, carissima Kiara, forse varrebbe la pena, lavorarci un pò su, cioè rifletterci ed elaborarla con qualcuno di esperto che ti possa guidare nella difficile operazione di chiudere quel capitolo della tua vita per poterne aprire uno nuovo che sia migliore, anche grazie alle esperienze dolorose del passato. Se vuoi puoi rivolgerti al consultorio della tua zona chiedendo di poter parlare con uno psicologo. Lo spazio è riservato e gratuito! Tantissimi in bocca al lupo!

Youngmail

Delusa

21/05/2007: di Ana, 32 anni

Domanda

Cari amici, non ho domande da farvi, volevo soltanto ringrazziarvi per avermi risposto alla mia domanda fatta 2 settimane fa. Tanti salutti da la Baile Herculane Romania.(scusate se ce qualche errore ortografico)un baccio.

Risposta

Cara Ana, non c'è di che...però non capisco perchè tu abbia chiamato questa tua lettera 'delusa', forse speravi in una gravidanza?..ciao!

Youngmail

Ho un'amica che sta male: che faccio?

16/09/2002: di V., 17 anni

Domanda

Ciao! Sono una ragazza di 17 anni. Il problema di cui vorrei parlarvi riguarda una mia compagna di classe ed amica. Due giorni fa, finite le lezioni, E. era rimasta seduta al suo posto mentre tutti se ne stavano andando a casa. Io ho notato che si sentiva male. Diceva che le girava la testa e ho visto le sue mani che tremavano forte, mentre lei cercava di tenerle ferme. Era già successo l'anno scorso. Mi sono fermata con lei a parlare chiedendole se sapeva perché si sentisse così male. Era dal pranzo del giorno prima che non mangiava. Mi sembrava di averla vista dimagrita all'inizio di quest'anno scolastico, anche se lei è sempre stata particolarmente esile.. non ha voglia di uscire, non riesce ad imporsi di mangiare. Dice che ne ha parlato anche con uno psicologo, che i suoi sanno tutto.. ma non si è risolto niente. È una ragazza simpaticissima, ha un ragazzo, un sacco di amici che le vogliono bene, eppure io sono la sola a sapere come si sente. Ma mi sento completamente inutile, non so che fare, come prenderla, anche perché lei è una tipa molto riservata. La cosa mi sembra abbastanza grave e sono preoccupata!! vi ringrazio in anticipo, ciao!!!

Risposta

Carissima V.,
hai fatto bene a scriverci. Comprendo la tua preoccupazione, che sicuramente testimonia l'affetto che tu provi verso E. Purtroppo, per quanto le osservazioni che tu ci riporti siano attente ed accurate, è molto difficile fare una diagnosi, tanto più che esse si riferiscono ad un'altra persona. Tuttavia, dalle cose che mi dici sembra possibile pensare che la tua compagna soffra di un disturbo del comportamento alimentare. Se è così, si tratta di una vera e propria malattia che rende ad E. estremamente difficile mantenere un'alimentazione e forme corporee adeguate alla sua età. Oltre al disagio psicologico, questo disturbo comporta un forte deperimento fisico che può avere conseguenze gravi sulla salute. Molto spesso, purtroppo, le persone che soffrono di questo disturbo non sono disposte ad ammettere che stanno male e tentano di gestire da sole e di nascosto eventuali malesseri fisici, arrivando talvolta a mentire pur di mantenere le abitudini alimentari patologiche. Per queste ragioni è estremamente difficile aiutare chi soffre di un disturbo alimentare. In questi casi il sostegno psicologico, cioè il poter avere una figura esperta che aiuti ad affrontare il disagio personale sottostante al difficile rapporto con il cibo ed il corpo, è molto importante ma può non bastare da solo. Sarebbe altrettanto importante che la tua amica si rivolgesse ad un medico specializzato in questi disturbi. Si tratta di quei medici chiamati nutrizionisti perché si occupano di come mantenere o ripristinare un equilibrio corporeo attraverso un'alimentazione corretta. Nel caso della tua compagna il nutrizionista potrebbe fare il punto della situazione sulla sua situazione fisica e spiegarle cosa può accadere se continua a digiunare e a perdere peso, quindi aiutarla a reimpostare gradualmente un modo di mangiare più corretto. Contemporaneamente uno psicologo può dare ad E. un aiuto nel comprendere perché sta male e come risolvere il suo disagio, chiedendo e trovando aiuto con modalità meno pericolose e più adeguate. A questo punto immagino ti chiederai: "E io, che posso fare?" Forse la cosa più importante che puoi fare è stare vicina alla tua amica, aiutarla ad aprirsi e a confidarsi con te e incoraggiarla a chiedere un aiuto specialistico, senza però sentirti responsabile della sua salute. Come ti accennavo prima infatti non sarà facile e sarà possibile che E. accampi scuse o faccia di tutto per evitare di guardare in faccia la realtà, persino magari evitando di incontrarti. Ricorda sempre che non lo fa per cattiveria o per falsità, ma perché sta molto male e vede nel pensare costantemente alla dieta e al suo corpo eccessivamente magro un modo per affrontare uno star male altrimenti intollerabile. Se ti sembra che le condizioni della tua compagna siano gravi ti consiglio di parlarne ad un docente di cui hai fiducia, che potrà valutare la situazione insieme ai genitori. Capisco che la tua posizione non è certamente facile, ma considera che già hai fatto molto accorgendoti che E. stava male e avvicinandoti a lei con sensibilità e tatto per cercare di esserle d'aiuto. Penso che per lei la tua amicizia possa essere molto importante! Ciao!

Youngmail

Paura di perdere il controllo

12/08/2002: di Tommi983, 19 anni

Domanda

Cara youngmail, sono un ragazzo di 19 anni piuttosto pensieroso. Mi vengono spesso timori o dubbi su cui penso e ripenso in cerca di rassicurazioni o risposte, che a furia di pensarci non trovo mai. Perciò vi scrivo, alla ricerca di trovare una risposta ad un dubbio assillante. Da qualche mese sento di essere spaventato da alcune cose che sento di me stesso: ho paura di diventare matto, di perdere il controllo e fare del male agli altri. Questo mi mette molta agitazione. In passato non avevo queste idee...mi sono venute vedendo un film in cui una persona ineccepibile improvvisamente veniva presa da un raptus e iniziava a uccidere le persone, vivendo una doppia vita: da un lato un uomo modello, dall'altro un serial-killer. Quel film mi ha molto colpito...mi sono anche chiesto se dentro di me questa paura di perdere il controllo e fare del male fosse già presente e mi avesse guidato nella scelta del film...e poi si sentono talmente tanti atti di violenza assurda in TV che come si fa a pensare che queste cose ci siano solo nella fantasia? Mi chiedo, perché è comparsa in me quest'insicurezza di far del male alle persone e se è solo un dubbio o se posso veramente arrivare a mettere in atto le mie fantasie violente. Ho contattato uno psicologo per iniziare una terapia ma non so se questi problemi possano essere risolti o sia la mia personalità fatta così... Spero che mi rispondiate.

Risposta

Caro Tommi983, eccomi a rispondere ai tuoi timori. È possibile che, come tu dici, qualcosa fosse già in te prima del film: anche se i pensieri sono diventati consapevoli solo successivamente, è probabile che in te ci fosse (e ci sia) un emozione di rabbia che non trovava espressione. Mi spiego meglio: tutti noi a volte ci troviamo in situazioni che suscitano la nostra rabbia e capita che la nostra reazione sia un comportamento aggressivo come alzare la voce e gridare o litigare o attuare una qualche forma di vendetta o dispetto o manifestare il nostro disappunto e la nostra irritazione per la situazione o scappare dalla situazione. Alcune volte però può capitare che non sia possibile manifestare la propria rabbia, o perché non c'è nessuno con cui prendersela o perché le conseguenze di un comportamento aggressivo potrebbero essere spiacevoli. In questo caso di solito si tenta di reprimere la rabbia, cioè di tenersela dentro senza farla vedere, possibilmente dimenticandoci anche di averla provata (in questo spesso anche la nostra cultura è complice portandoci erroneamente a ritenerla un'emozione "negativa", che non è bene manifestare). Se l'emozione di rabbia segue quest'ultima strada più volte, può capitare che la persona accumula dentro di sé della rabbia di cui è poco consapevole ma che c'è e preme per uscire, per trovare un espressione che sia accettabile, ovvero che non comporti delle conseguenze temute. È possibile che questo sia proprio il tuo caso. La rabbia ha trovato all'esterno degli spunti (il film, le vicende di attualità) che hanno dato vita a dei pensieri, degli impulsi attraverso cui si esprime quasi autonomamente, al di là della tua volontà. Raramente questi pensieri diventano concretamente pericolosi o dannosi di per sé, a meno che non vengano ignorati e repressi ulteriormente. Sono un po' come un campanello di allarme per un disagio psicologico che va ascoltato e affrontato. Come? Ascoltandoli e cercando di capire di cosa si tratta. Il fatto che te ne preoccupi, e soprattutto che ti sia già rivolto ad uno psicologo per comprendere quanto ti sta accadendo, è a mio avviso un aver già intrapreso la strada più corretta per risolvere il tuo problema. Non preoccuparti: se ti impegnerai nel percorso psicologico acquisterai man mano fiducia e speranza. Affrontare il proprio mondo psicologico ed emotivo interiore è una cosa che all'inizio può spaventare un po', ma se avrai la voglia di conoscerti e un po' di pazienza vedrai che le cose miglioreranno. Auguri!

Youngmail

Sono preoccupata per la mia amica

25/02/2002: di M, 18 anni

Domanda

Salve! Sono M., ho 18 anni e vi scrivo perché sono molto preoccupata per la mia amica del cuore. Da qualche mese si comporta in modo strano. È convinta di essere grassa e si è messa in testa di aver bisogno di una dieta ferrea. Da un po' a scuola arriva senza aver fatto colazione e non fa più merenda. Beve spesso thé o camomilla non zuccherate anche durante le ore di lezione e va tutti i giorni a correre. All'inizio ha tentato di coinvolgermi in queste sue nuove abitudini, ma quando ha visto che io non ci stavo si è chiusa in se stessa. Secondo me sta dimagrendo a vista d'occhio. Io non so che fare. Ho provato a chiederle cosa c'è, ma lei dice che va tutto bene e che è semplicemente un po' a dieta perché è un pachiderma. Cosa posso fare per aiutarla?

Risposta

Cara M., anzitutto hai fatto bene a scriverci. Da come ci descrivi la situazione, la tua amica sembra avere un problema con il corpo e l'alimentazione. Quando accanto a un'insoddisfazione per il proprio peso e per l'aspetto fisico c'è anche un forte disagio psicologico che non trova voce, capita di frequente di cadere nel tranello di pensare che perdendo peso si starà meglio, si sarà più contenti e soddisfatti di se stessi e si starà meglio anche a livello psicologico ed emotivo. Il guaio è che all'inizio le cose sembrano andare proprio così, ma a lungo andare c'è il forte rischio di cadere in quelle malattie che probabilmente hai sentito spesso nominare, che si chiamano anoressia e bulimia. Si tratta di disturbi del comportamento alimentare che portano ad un'incapacità di vedersi in modo obiettivo e di alimentarsi in modo equilibrato. Spesso si ha una notevole perdita di peso e si entra in un circolo vizioso da cui è molto difficile uscire. Cosa fare allora per non arrivare a questo punto? La cosa migliore sarebbe quella di rivolgersi ad un esperto tempestivamente. Uno psicologo, nello specifico, potrebbe essere molto d'aiuto nel comprendere e affrontare il disagio. L'aspetto problematico sta nel fatto che, come accade per la tua amica, molto spesso c'è poca consapevolezza del disagio e, anzi, c'è una tendenza ostinata a negare di star male. È perciò difficile dirti cosa puoi fare più di quel che già ti sforzi di fare. Cercare di parlare con la tua amica e offrirle una mano da afferrare liberamente per esprimere il malessere è già un buon inizio. Un'altra cosa che potresti fare è quella di metterla di fronte alle cose che vedi e che ti preoccupano, facendole capire che le cose che fa possono portarla a situazioni pericolose per la salute. Se lei accetta, potreste rivolgervi ad un adulto di cui avete fiducia (come ad esempio un professore che stimate e con cui avete più confidenza). Se ti sembra possibile, potresti proporle di andare a fare due chiacchiere con uno psicologo
(al Consultorio Familiare ci sono spazi appositi per l'accoglienza ai giovani che sono gratuiti e garantiscono il segreto professionale), magari offrendoti di accompagnarla. È probabile che in questi tuoi tentativi tu trovi molta resistenza da parte sua. Non scoraggiarti. Sappi che in genere in queste circostanze è molto difficile ammettere di avere un disagio psicologico. Perciò se riuscirai a conquistarti la sua fiducia e a far sì che si apra e si confronti un po' con te avrai ottenuto già un buon risultato. Se vedi, infine che la situazione si aggrava è opportuno che tu coinvolga un adulto che possa prendere dei provvedimenti anche di tipo medico: dimagrire troppo infatti può avere delle conseguenze di tipo fisico! Coraggio e in bocca al lupo!!

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