Youngmail è una rubrica interattiva tra giovani ed operatori esperti

È un servizio di consulenza gratuito on-line offerto
dai Consultori Familiari dell'ULSS di Vicenza

Come puoi vedere ci sono tanti argomenti di cui puoi parlare: sessualità, contraccezione, rapporti di coppia, con amici, con gli adulti intorno a te, problemi, dubbi o riflessioni personali,...
Scrivendoci potrai chiarire dubbi, ricevere informazioni utili, avere uno spazio di confronto e riflessione ed eventualmente dei consigli.

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Rivoglio mio papà

20/05/2007: di stella, 16 anni

Domanda

Salve youngmail!ho 16 anni ed è da gennaio che quasi non parlo più con mio padre..il litigio è cominciato quando a tavola dopo una breve discussione mi ha detto che sono una me**a e io sono andata di là convinta di non voler avere più niente a che fare con una persona del genere..convinzione che è durata ben poco...in passato abbiamo avuto altri litigi per cui succedeva che per periodi che arrivavano a durare anche un mese nn ci parlavamo ma alla fine in un modo o nell'altro siamo semper riusciti a tornare ad avere il rapporto che avevamo prima...ma stavolta io nn so se ce la faccio...ho molta paura di nn farcela...di essere strana perchè nn riesco a parlare a mio padre, di essere anche cambiata dai tempi in cui avevamo un bel rapporto e che ormai sia troppo tardi perchè è passato troppo tempo..in certi momenti penso che nn mi interessa, che la situazione nn è grave almeno nn tanto da essere disperata e che poi è anche colpa sua...ma in altri mi assale, a volte all'improvviso e senza che io possa controllarla, l'angoscia e quasi un terrore che nn mi spiego...in particolare la notte...mi viene da piangere, cm sto facendo ora, e penso di essere io che sono strana perchè mi succede anche con altre persone di nn sentirmi a mio agio e nn sopporterei mai che questo succedesse anche con mio padre...devo dirle che io stimo moltissimo mio padre...è un uomo intelligente e colto che mi ha sempre insegnato tantissimo,è stato un padre stupendo, affettuoso dolce divertente scherzoso,severo quando serviva,il padre migliore che potessi avere..infatti da piccola sono sempre stata felicissima ed è per questo che ora mi manca tanto...mi manca quando lo abbracciavo e gli davo i baci senza pensarci quando volevo, mi mancano i nostri battibecchi scherzosi e la mamma che ci diceva di smetterla, mi manca perfino quando mi chiamava cucciola...lui nn sa ovviamente che io penso queste cose di lui..e infatti un suo problema ora, cn me e mia sorella adolescenti, è che pensa di essere inutile, di nn servire più...nn sa quanto si sbaglia...so che lui soffre di ipertensione e forse anche di depressione...io non ce la faccio a dirgli queste cose perchè mi vergogno...e allora continuo a fare la gran donna, a cui nn interessa niente..e a volte sono anche invidiosa del rapporto che ha mia sorella con lui...secondo lei la situazione è molto grave?riuscirò a recuperare il nostro rapporto?e secondo lei le colpe sono tutte mie o anche di mio padre?e perchè nn riesco a dirgli che gli voglio un bene infinito?e perchè lui nn me lo dice?secondo lei ci sta male anche lui quanto me?e perchè non mi parla?secondo lei lo pensa che sono una me**a?come posso risolvere questa situazione??grazie per avermi ascoltato e se mi darà una risposta.

Risposta

Cara Stella, crescendo anche i rapporti cambiano...gli scambi, i modi di interagire e parlarsi che fino a qualche anno fa adoravi ora sono diventati come un vestito stretto. Stai cambiando, e atteggiarsi a te come a una bambina non è più possibile, nè giusto. Ma allora come? Inventarsi un nuovo modo di stare insieme, di essere padre è figlia non è compito facile, tanto più che, si sa, l'adolescenza è il periodo probabilmente più variabile della vita per cui un modo che un giorno può andare non è detto che vada bene in un altro momento. E questo se è difficile per te, lo è anche per i tuoi genitori che da fuori magari fanno fatica a 'starti dietro'. Così come ci dimentichiamo facilmente di essere stati bambini, lo facciamo anche per l'adolescenza, e così, da adulti, è difficile rileggere il cambiare di umori e mode come una fisiologica ricerca di sè...E allora i papà possono sentirsi inadeguati, non saper bene come muoversi per essere dei bravi papà e talvolta perdono le staffe, si arrabbiano e arrivano a dire anche cose che non pensano. Forse tu e il tuo papà vi assomigliate: fate tutti e due i duri, ma dentro state male e vorreste un rapporto sereno..e non credo sia questione di colpe, quanto più questione di 'crescita turbolenta', non solo tua, anche del vostro rapporto. Ma, non so se lo sai, all'interno di una crisi, ci sono anche grosse potenzialità di crescita. La crisi infatti rappresenta la rottura di un equilibrio che per qualche motivo non va più bene e proprio da quella rottura, che è spesso anche una sofferena, nasce una spinta a cercare di star meglio o migliorare le cose e questo può portare ad un nuovo equilibrio, migliore rispetto al precedente. Ecco, credo che forse valga la pena dirsi questo tra te e papà: che il vostro rapporto è in crisi, nel senso che è alla ricerca di un equilibrio diverso che possa continuare a dare ad entrambi cose belle, anche se diverse dal passato: in passato erano più coccole, gioco e rassicurazione, ora magari diverranno più dialogo, consiglio, confronto e stima, ad esempio..tra gli uni e gli altri ci sono i momenti di difficoltà che state attraversando..scommetto che viste da questa prospettiva le cose sembrano meno drammatiche, eh? In bocca al lupo, ciao!

Youngmail

Quale idea di sesso?

30/01/2007: di stella, 16 anni

Domanda

Cara youngmail, ho un bel rapporto con i miei genitori ma sono nati molti contrasti da quando ho cominciato a frequentarmi con un ragazzo, con il quale ho chiuso circa un mese fa. ero molto presa da lui, non mi era mai successo prima. un giorno io e lui ci siamo lasciati andare e stavamo per fare l'amore, ma mi sono fermata pensando ai miei, l'immagine di mia madre come un avvoltoio. mia madre ha rovinato quel momento quando ero innamorata perchè lei non si è innamorata da adolescente, vorrebbe che non la facessi vergognare, perchè per lei la cosa più importante è cosa pensano gli altri, non vuole che io stia con un ragazzo e non perchè non vuole che io soffra ma perchè le da fastidio che a me piaccia qualcuno.le dava fastidio che qalcuno del nostro quartiere sapesse che io avevo il ragazzo e mi diceva: "i ragazzi si tirano su i pantaloni, le ragazze restano incinte". mi continuava a dire che non dovevo fare la p.....a ma io non ho mai fatto nulla di male. con il mio ex ho avuto dei grandi sensi colpa, perchè lui mi accarezzava in posti per mia mamma proibiti ma che suscitavano piacere e mi sentivo sporca. non parliamo poi di tutte quelle volte che mi diceva che la facevo vergognare, che io ero una poco di buono; e adesso che è finita la mia storia lei continua a parlarne sapendo che è un'idea che mi fa male, chiamando il mio ex come un errore e qualcosa di innominabile. forse è vero che ero troppo giovane per fare l'amore, ma ero molto innamorata. ma è giusto che io mi senta così sporca? e se ipoteticamente avessi fatto l'amore sarei stata una peccatrice? io vorrei saperlo... grazie

Risposta

Carissima Stella: ci sono tanti modi di concepire e vivere la sessualità e, a volte, quello che ci viene passato dai nostri genitori è difficile da comprendere e da accettare. Evidentemente tua mamma ha delle idee piuttosto precise al riguardo, idee che mettono in primo piano i "rischi" personali (eventuali gravidanze indesiderate) e sociali ("cosa penseranno gli altri di te e di noi"). Non conosco il contesto in cui tu vivi, non so se la città o il quartiere in cui abiti possano spiegare questa paura così grossa che tua mamma può avere. Forse è questo, forse sono le esperienze che lei stessa ha vissuto direttamente o indirettamente, forse sono gli insegnamenti che a sua volta sua mamma, tua nonna, le ha trasmesso. In ogni caso, questa è la sua idea di sesso e probabilmente lei non può che trasmetterti quel che vive in prima persona. Magari, tra l'altro, in questo modo lei sente di proteggerti!! Capisco anche te, che vivi in un mondo e in una generazione in cui le cose che ti dice mamma stridono con quel che vedi intorno..e che quando ti innamori lo fai senza riserve..e a tutti i livelli. Che fare, allora? Non ho la risposta giusta, perchè penso che solo tu la possa trovare, dentro di te, ma se vuoi ti posso dare solo la mia opinione. Credo che i genitori abbiano qualche anno e qualche esperienza più di noi, per cui meritano almeno di essere ascoltati come "testimoni informati sui fatti". Tuttavia, la loro testimonianza parla del loro punto di vista. Se pensi alla tua bisnonna - che probabilmente nemmeno hai conosciuto - immagino ti sembrerà quasi naturale che nella sua cultura di allora nemmeno si nominasse la parola 'sesso' e probabilmente ha fatto capire a tua nonna, sua figlia, che parlarne era sconveniente. Tua nonna, però, avrà costruito le sue convinzioni e magari avrà in qualche modo cresciuto tua mamma in linea con quelle idee, ma diciamo un pò adattate alla cultura di una generazione successiva e così via. Fatto sta che se tu sei qui tutte queste donne hanno vissuto la sessualità e nessuna ha pensato quando una bimba è arrivata che venisse da qualcosa di brutto. Quindi forse questa idea 'sporca' di sessualità che ti arriva è più un tentativo di metterti in guardia dai possibili rischi che la vera convinzione che il sesso sia di per sè brutto o sporco (non credo tua madre ti farebbe questi discorsi se tu fossi, ad esempio, sposata, no?) Quindi, se fossi in te, cercherei di cogliere il messaggio che sta dietro: "Stai attenta con chi e in che modo vivi la sessualità: potresti incontrare il ragazzo sbagliato. Non avere fretta, prenditi tempo per essere certa che è il momento giusto perchè fare l'amore è una cosa davvero importante." Poi sta a te e al ragazzo che sceglierai costruire un significato allo scambio più intimo che ci possa essere fra due persone. Ciao!

Youngmail

Famiglia in crisi

15/01/2007: di Marco, 16 anni

Domanda

Salve youngmail, sono un ragazzo di 16 anni e da un po' di tempo ho notato che tra i miei genitori le cose non stanno andando bene. Mi sono sembrati sempre i genitori più bravi e buoni del mondo: un'esempio per tutti gli altri!Si sono sempre amati moltissimo,uscivano sempre insieme,andavano a ballare insieme, facevano tutto insieme...purtroppo da quest'estate ho notato che le cose sono un po' cambiate e sono andate sempre peggio...incominciavano ad avere comportamenti strani,non uscivano più insieme, mio padre si è disiscritto dal corso di ballo..insomma si sono molto allontanati.
Parto dall'inizio raccontando che proprio dall'estate 2006 abbiamo avuto grandi problemi nell'acquisto della casa per colpa dell'agenzia immobiliare etc etc...e quindi i miei genitori erano già sotto stress...in più è capitato che mia madre è rimasta incinta ma ha abortito naturalmente ,avendo 43 anni.Tutti questi problemi mi facevano pensare che i miei si sono distaccati proprio a causa dello stress...poi ragionando ho fatto caso che un'amica di famiglia è sparita dalla circolazione...mio papà usciva spesso senza mia mamma, che però usciva poco dopo(secondo me per seguire mio padre)...insomma accorciando sono riuscito a capire da solo la situazione perchè mio fratello(21 anni) è spesso a lavoro, i miei non mi parlavano proprio di quello che succedeva allora ho investigato, ho origliato e con frasi a trabocchetto sono riuscito ad arrivare alla conclusione che mio papà aveva una relazione o rapporto proprio con quella amica di famiglia di cui ho parlato...ancora adesso non so cos'è successo, se mia mamma l'ha scoperto da sola o gliel'ha detto mio papà..fatto sta che i fatti mi hanno dato ragione: infatti un giorno i miei hanno riunito me e mio fratello (circa a novembre) e ci hanno detto che il matrimonio era in crisi e che non sapevano come sarebbe andata a finire. Io, pur sapendo già tutto, sono scoppiato a piangere(anche se ho provato a trattenermi) e me ne sono andato di casa per un'oretta...quando sono tornato a casa mia mamma mi ha detto di farsi forza e che saremmo riusciti a mettere le cose a posto...inoltre a conferma che mio papà aveva un qualcosa con quella sciupafamiglie di m...a, una sera stavo cenando solo con mia mamma e abbiamo parlato un po'(ha tirato fuori lei il discorso ma io ho tagliato subito corto perchè non me la sentivo di parlarne...o forse non volevo sentirmi dire la verità..comunque era come pensavo).
Ora vorrei sapere da voi: ho fatto male a piangere davanti ai miei genitori quando ci hanno detto che il matrimonio era in crisi?perchè mi è sembrato di averli costretti a stare ancora insieme data la mia reazione...non vorrei mai costringerli a stare insieme, per colpa mia...devono essere liberi di fare quello che è meglio per loro...anche se per me non saranno più come prima!
Vorrei anche avere qualche consiglio su come comportarmi con loro, cosa fare per aiutarli, cosa dovrebbero fare loro (mio papà va già da uno psicologo)...insomma mi serve aiuto...non so cosa fare e mi sento vuoto. Grazie fin da ora.

Risposta

Carissimo Marco, anche se parla di cose dolorose, la tua è una bellissima lettera, perchè fra le righe si leggono delle cose preziose: il grande amore che hai per la tua famiglia, il rispetto per i tuoi genitori a cui auguri di fare la scelta migliore anche per loro e soprattutto la tua sensibilità. Da quel che sto scrivendo, probabilmente avrai già capito che non penso affatto tu abbia sbagliato a scoppiare in lacrime, sia perchè credo che quelle lacrime abbiano fatto uscire "il nodo" di tensione, angoscia e dubbio che ti tenevi dentro da tanto tempo e che "premeva" di più ad ogni passaggio delle tue investigazioni, sia perchè penso che in quel momento tu abbia fatto quello che un pò tutta la famiglia avrebbe voluto fare, cioè esprimere il dolore di un momento di dificoltà. Non avere il timore di aver così 'condizionato' i tuoi genitori: sono adulti e faranno una valutazione sul da farsi tenendo conto, certo di te e tuo fratello, ma anche di tutte le altre cose. Il fatto che papà sta facendo un percorso psicologico lo trovo positivo: vuol dire che sta cercando di chiarirsi e, probabilmente, di scegliere per il meglio. Capisco che tu sia in difficoltà...è una situazione che probabilmente non ti saresti mai aspettato di vivere!! Si è frantumata l'immagine che avevi in testa dei tuoi come coppia quasi perfetta, ma i momenti di crisi a volte si trasformano in possibilità di crescita...e speriamo che possa accadere anche a voi come famiglia. Che puoi fare, mi chiedi...a mio parere due cose abbastanza difficili: la prima è non prendere posizione..non giudicare, nè dar torti o ragioni. È possibile che tu non conosca delle informazioni importanti per comprendere bene cos'è accaduto..e del resto, almeno in parte, potrebbero essere cose riservate dei tuoi genitori. E questo ci porta alla seconda cosa che puoi fare, e cioè farti un pò da parte, fidarti che loro cercheranno di fare del loro meglio e lasciar decidere loro. In fin dei conti, qualunque cosa accada non sarà mai messo in discussione il rapporto tra loro e te, nè il bene che vi volete. Ciò che è in ballo in questo momento è il rapporto tra loro e i sentimenti che li legano...è giusto che abbiano il tempo e lo spazio per rifletterci loro due, da soli... Ti faccio un in bocca al lupo davvero grande grande. Ciao Marco!!

Youngmail

anoressia e bulimia: STO IMPAZZENDO, ma non riesco ad uscirne

06/01/2007: di Muny, 22 anni

Domanda

Sono Muny, una ragazza di Torino. Ho 22 anni sono alta 1.62.
Nel Maggio del 2004 persi in maniera drastica 10 kg in 13 giorni esatti. Bevevo latte o thè a pranzo e yogurt a cena. Pesavo 67 kg allora, portavo una 46 e una quinta, il mio viso esprimeva tanta voglia di vivere, il mio umore era sempre solare, e non avevo problemi nel rapportarmi agli altri, anche indossando magliette corte senza provare vergogna o disagio. Dopo quei dieci chili, la voglia di continuare a perdere peso prese il sopravvento e a meno di distanza di un anno da quei dieci chili, arrivai a pesare 46 kg. A parere mio, il mio corpo non era esageratamente cambiato, aveva solo assunto una forma differente. una terza, una 40. La voglia di scoprirmi era passata. La voglia fisica nell'amore mi portava a piangere disperatamente, e a non scoprirmi mai del tutto. Nuda mi vedevo troppo magra, vestita ero turbata dai soliti "salsicciotti". Non mangiavo, ingerivo al massimo 200 calorie al giorno, lavoravo, e mai mi sentivo stanca. Il mio viso era cambiato, solcato dalle occhiaie e da bollicine cutanee. Le mani sempre gelide. Il ciclo è praticamente scomparso.
Così con l'aiuto dei miei genitori, e di alcune persone care, mi sono convinta di recarmi da uno specialista. Mi diagnosticarono anoressia, bulimia, con conseguenti amenorrea, e depressione in stadio avanzato. Mentre tentavo invano di farmi aiutare (vorrei precisare che io credo di essere un'anoressica anomala, fobica per ciò che riguarda il vomito, sin da bambina. Quindi i miei metodi erano ben altro: attività fisica, pancere, pochissimo cibo, alternato però a giorni di mangiate più intense, e tanti tanti clisteri) mi innamorai per la prima volta, di un uomo che è riuscito a farmi riprendere sei chili senza fare nulla, nessun centro per i disturbi alimentari solo con il suo amore. Ero felice con lui molto, poi improvvisamente tutto da parte sua finì. È passato quasi un anno, e sono arrivata a portare una seconda e una 38, oscillo tra i 45 e i 41 kg, la bulimia è più avanzata, ma mi sono RI INNAMORATA, AMO IL MIO NUOVO RAGAZZO DA MATTI. Sensibilissimo si è accorto da solo del mio disagio, nonostante le mie quattro maglie e i miei reggiseni imbottiti. Mi coccola, non mi giudica, non mi compatisce ma mi aiuta a superare i disagi quando sono con lui, mi ha convinta col suo amore e con la sua paura di perdermi, visto un giorno in ospedale per habitus anoressico, a recarmi al centro per i disturbi alimentari. L'ho fatto con la voglia di riuscire, che si miscela perfettamente con quella di non volerlo fare. Ma ancora oggi il terrore di ingrassare mi distrurba, la voglia di dimagrire è tanta, continuo a fare lo jo-jo per quei due o tre chili. Il ciclo era tornato, ora dura di nuovo poco e io in realtà non vorrei controlli perchè credo di stare bene con la mia 38. E poi a vedermi non sembro anoressica, anche se so bene che questo è un mito da sfatare, l'anoressica non è colei che ha le ossa di fuori, (tra l'altro il mio costato e la mia schiena è evidentemente privo di carne) ma che ha scompensi fisici importanti dovuti all'alimentazione scorretta.
Credo di sapere cosa abbia scaturito tutto ciò. Non ho mai vissuto l'adolescenza, poichè proprio in quel periodo la mia famiglia attraversava momenti di estrema tristezza, lutti importanti dovuti a gravi malattie, nuova nascita, con situazione economica non del tutto coprente. Non ho raggiunto i miei obiettivi, per dar loro manforte e poi... dovetti abortire a 17 anni, contro la mia volontà...fingendo che nulla fosse accaduto che si doveva fare. Per questo vivo il terrore di gravidanza nonostante la pillola anticoncezionale.
Forse dato che con la testa sono avanti, dimostrando anche una decina di anni in più nell'atteggiamento e nei pensieri, ho voluto rivedermi adolescente nel fisico forse...
Ora ho problemi con il lavoro che vorrei fare, che tento di intraprendere da molto, vorrei anche fare un corso, ma non ho molta disponibilità.... e come da due anni a questa parte mi sento la solita fallita, la solita falsa, che con la sua maschera nasconde bene i suoi disagi, l'unica differenza è che so di poter ancora amare e di poter essere felice sotto quell'aspetto, anche se a volte temo un nuovo abbandono. Non intendo pesare all'uomo che ora amo e che vale più di ogni cosa. Quando sono con lui supero anche gli attacchi di panico. Vi ho scritto perchè non credo di essere malata, ma quotidianamente vedo i miei genitori soffrire per me. E sbagliare con me, riprendendomi su orari e comportamenti che a me rilassano e mi fanno stare bene. Vorrei non parlassero, e non criticassero il tipo di vita che conduco per stre meglio con me stessa.
Dato che alterno il trattenermi al mangiare in continuazione, soprattutto dolci e cioccolata (cosa che io chiamo abbuffata e che mi turba), eliminando attraverso clisteri e ciclette e assorbendo con pastiglie dimagranti in commercio, mi chiedevo se anoressia e bulimia possano continuare nel tempo a viaggiare alla pari.
In realtà non riesco nonostante gli sforzi ad uscirne, è un abitudine, tanto da stare male fisicamente. Quando mangio qualcosinaina, il mio fisico in automatico espelle il tutto da solo, quindi non assimilo. Quando questo non capita ho la nausea, indigestione e sto male con gli altri. Potrei aver messo in disfunzione la tiroide? Preciso che a mio riguardo sono una ragazza normale, odio sentirmi dire che sono malata.
Grazie di tutto in anticipo...

Risposta

Carissima Muny, anzitutto grazie per aver raccontato la tua storia. Sia perchè credo che parlare di sè come hai fatto tu richieda un grande coraggio, sia per come ci sei riuscita. Ormai ovunque si parla di anoressia e bulimia: lo fanno gli esperti, i giornalisti, i talk-show e a volte lo fanno anche persone che ne sanno davvero poco al riguardo. Perciò credo sia importante che chi legge questa rubrica sappia davvero il tormento che questa malattia porta con sè: l'ansia e la paura continua, l'inquietudine del vivere, spesso il non sentirsi compresi, gli schemi rigidi e ben precisi del poco che ci si consente di mangiare e la sofferenza quando si esce da questi 'paletti', la difficoltà di vedersi, di accettarsi, la schiavitù del continuo controllo del peso, gli effetti che questa malattia porta con sè anche sul corpo (gli scompensi, il freddo perenne, gli sbalzi d'umore, a volta mal di testa, la pelle che cambia, l'irrequietezza ...). Insomma, penso che anoressia e bulimia siano due stanze di una stessa prigione...da cui però alla fine si fatica ad uscire, tant'è la fragilità che si sente di avere nel tornare ad una 'normalità'... forse, in realtà, ad un certo punto diventa anche difficile avere un'idea di cos'è normalità.. Se dovessi dirti l'idea che mi sono fatta nel tempo di questo tipo di disagio è che si tratti di un disagio che parte spessissimo da una grande FAME ...e che ha come esito quello di affamarsi ancor più. In altre parole, sto parlando di una fame che poco ha a che fare col cibo, almeno inizialmente. Mi sembra di vedere che quando inizia un disturbo alimentare non è mai solo una questione di dieta. Spesso ci sono delle esperienze traumatiche che non si è riusciti ad elaborare, o 'ingredienti' importanti per vivere bene (amore, considerazione, ascolto e comprensione, stima, realizzazione personale, poter vivere le proprie esperienze, amicizie,...) che si sentono carenti. Se la mancanza di questi 'ingredienti' si combina con un senso di fragilità, di insicurezza, con la sensazione di far fatica ad avere un pò di controllo sulla propria vita, si crea un disagio interiore che predispone ad una vulnerabilità a questi disturbi e a quel punto una qualsiasi 'goccia' può far 'traboccare' il 'vaso'. Non credo che quando una persona entra nel tunnel dell'anoressia si renda conto di tutto questo. Sono frammenti che si mettono insieme dopo, man mano che la malattia avanza e soprattutto quando ci si rende conto che quel che sembrava un sollievo iniziale ("sono più magra, mi piaccio di più, finalmente mi sento meglio") sta diventando un problema.
Credo, come te, che l'amore (innamorarsi, trovare il ragazzo giusto) possa essere 'terapeutico', ma penso sia molto pericoloso nel momento in cui diventa una stampella. A mio avviso, ti può essere d'aiuto trovare qualcuno che ti sostiene nell'aiutarti, più che qualcuno che si sostituisce a te... Questo comporta fidarsi e affidarsi a qualcuno di competente che possa lavorare con te per ritornare alla vita, cioè al poter avere una certa libertà di comportamento e riuscire a NON mettere ai primi posti nei pensieri cibo e corpo. Tu non ti senti malata, nè ti piace sentirtelo dire, ma di fatto i comportamenti e la sofferenza di cui parli non si possono certo considerare 'sani'. Forse il motivo per cui ti è così difficile accettare un'idea di malattia è che, così facendo, saresti poi spinta a cambiare le cose e magari temi molto il lasciare questo controllo, questo equilibrio, che seppur non utile e traballante, hai comunque trovato. Lo so, affrontare l'anoressia è una continua battaglia, spesso invisibile agli occhi delle persone che ti circondano quotidianamente. Una battaglia contro paure grosse, una battaglia che rimette in discussione il proprio rapporto con se stessi ed il proprio corpo, una battaglia che riporta in evidenza anche i problemi per cui ci si è ammalati, chiedendo soluzioni che magari si pensa di non avere o di non essere in grado di portare avanti, ma una battaglia che se si vuol vivere davvero non si può rinunciare a combattere. Perciò, carissima Muny, non stancarti di combattere insieme a chi ha le 'armi' per poterti aiutare e quando i tuoi occhi non ci vedono chiaro, affidati per un pò a quelli degli specialisti...un grossissimo in bocca al lupo da tutti noi. Ciao!

Youngmail

Proteggere o lasciar fare? La parola ad un papà

04/01/2007: di ROBERTO, 40 anni

Domanda

Cara Youngmail, Ho una domanda a cui non riesco a dare una risposta. Ho saputo da un investigatore privato, da me ingaggiato, che la ragazza di mio figlio che ha 18 anni e' lesbica. Come posso dirlo a figlio che è innamorato pazzo di questa ragazza? Aiutami ti prego.

Risposta

Carissimo Roberto, se dovessimo fare una lista dei mestieri in ordine di difficoltà, forse quello dei bravi genitori si meriterebbe uno dei primi posti. Com'è difficile capire come 'fare la cosa giusta' con i figli! E anche quando ad un genitore sembra di aver agito per il meglio, ecco che il figlio pensa che invece il genitore abbia sbagliato in pieno... Perciò, penso che a volte possa essere utile mettersi nei panni del proprio figlio..mettendosi però sul suo piano, sulla sua età e sui bisogni che quell'età porta con sè, sulle sue esigenze... Se tu fossi tuo figlio diciottenne, innamorato perso della fidanzata, che preferiresti che il tuo genitore facesse i una circostanza del genere? Come genitore, lo so, probabilmente faresti prevalere l'istinto protettivo di dir tutto e spiegare che lo fai per evitargli sofferenze...ma come figlio, come ti sentiresti se ti raccontassero che hanno ingaggiato un investigatore privato e che ha scoperto che la tua amata tiene in ballo più relazioni, tra l'altro non tutte con uomini...non so tu, ma a me, da adolescente, verrebbe da rivendicare la mia privacy, da chiedere arrabbiata al genitore perchè l'ha fatto e da rispondergli che credo di aver diritto alle mie esperienze e persino alle mie sofferenze in santa pace... Per i ragazzi dell'età di tuo figlio l'amore è certo vissuto in modo totalitario..ma la conquista dell'indipendenza (= il proprio spazio, le proprie esperienze, i propri segreti, il mondo fuori casa solo suo) è ancor più importante. Perciò, caro Roberto, come hai capito, fossi in te mi porrei un altro quesito: vale davvero la pena dirlo a mio figlio? Se la nostra fosse una conversazione a due voci immagino tu potresti rispondermi: "Ma posso io davvero sapere questa cosa e non fare niente per proteggerlo?" Beh, non proprio..penso che se sei addirittura arrivato ad assumere un investigatore, la ragazza di tuo figlio aveva qualcosa che non ti convinceva...forse è di questo che potresti parlare con lui: della tua opinione su lei e del dubbio o timore che possa farlo soffrire..e di quanto tu vorresti che lui non soffrisse. Tra i compiti 'ingrati' dei genitori c'è quello di sforzarsi di lasciare che il figlio faccia le sue esperienze, cada e si faccia un pò male, aspettandolo con le braccia aperte, il disinfettante e un cerotto. Se, per evitare il cerotto gli impediamo di camminare, rischierà di fare cadute molto più rovinose nel momento in cui si troverà a camminare senza di noi. Forse non t'ho dato la risposta che ti aspettavi, spero di averti dato uno spunto di riflessione. In bocca al lupo!!

Youngmail

Scegliere vuol dire diventare responsabili

30/11/2006: di *Ambretta*, 18 anni

Domanda

Cara youngmail, grazie mille per darmi queste risposte, adesso te ne vorrei fare un'altra per capire se ho capito veramente cosa mi hai voluto spiegare: vorrei farmi un piercing (ai miei non piacciono, sono contro al 100%,e mi hanno detto che se ne farò di non tornare a casa) quindi io in questa situazione come dovrei comportarmi? Aspettare a diventare ormai adulta e a non volere più queste cose per una funzione estetica o dovrei farlo perchè MI SENTO DI FARLO? :*

Risposta

Cara Ambretta, ti faccio notare che con questa lettera è un pò come se chiedessi a noi che fare, indicazione che evidentemente non ti possiamo dare. Per restare nel tuo esempio, diventare più autonoma significa parlare coi tuoi di questo piercing, valutando insieme i pro e i contro e poi decidere non solo sulla base di ciò che senti, ma soprattutto sulla base della consapevolezza che sarai tu la responsabile di quella decisione. Che significa? Vuol dire che decidere per conto proprio è bello, certo, ma bisogna essere disposti a portare poi le conseguenze di quella scelta. Se, per esempio, valuti che davvero i tuoi non saranno più disposti ad ospitarti a casa o a darti una serie di benefici, puoi fare quel piercing, ma devi essere disposta ad accollarti le eventuali ricadute. Cioè, non è che puoi scegliere che fare, ma poi non prenderne le cose belle e brutte che ne derivano. Quindi, per riassumere, penso che nella situazione che esemplifichi, ti troverai a dover scegliere se fare il piercing e affrontare la reazione dei tuoi genitori o restare con il desiderio e mantenere la situazione familiare o ancora trovare una via di mezzo tra la prima e la seconda situazione...buona scelta! ciao

Youngmail

Rapporto con papà...assente fino a 5 anni

28/11/2006: di futura psicologa, 20 anni

Domanda

Salve youngmail! Non so quanto sia opportuno farvi questa domanda, ad ogni modo...: i miei genitori si sono sposati quando avevo 5 anni. Prima di allora io vivevo con mia madre dalla nonna e papà in un paese vicino (dove viviamo dal matrimonio), per cui non ho visto mio padre spesso durante i miei primi 5 anni, e infatti non ne ho alcun ricordo..che cosa ne è stato del mio complesso edipico?

Risposta

Ciao futura psicologa, che termini difficili! Proviamo a semplificarli in modo da rendere la tua lettera comprensibile a tutti? Bene, che accade se una bimba nei primi anni di vita non ha occasione di vedere e frequentare spesso il suo papà? Gli studi finora condotti sul rapporto figli - papà ci dicono che questo è un rapporto davvero importante, spesso sottovalutato rispetto a quello tra mamma e figli. Quest'ultimo è fondamentale per tanti aspetti, tanto più che - come avrai studiato - nei primi periodi di vita per il bambino non c'è distinzione tra sè e mamma e il suo universo si esaurisce lì. È proprio il rapporto col papà che permette di affacciarsi al mondo, capire che è popolato non solo da bimbo e mamma, ma anche da tante altre persone e questo fa del mondo un posto interessante, da esplorare. Questo rapporto quindi rappresenta per il bambino da un lato un ponte verso il mondo e dall'altro le fondamenta del rapporto con le regole e con l'autorità. Per le bambine femmine il papà in più rappresenta il primo e paradigmatico contatto con il maschile...e per differenza anche con il femminile. Che succede quando questa figura è poco presente? Beh, non c'è un destino scritto per chi è cresciuto per un pò senza papà. Ci sono tanti effetti, quante sono le persone e le loro storie. Ci sono papà completamente assenti (ad esempio morti) che però nella testa delle figlie sono ben presenti perchè la mamma ne parla, racconta, ne fa sentire la presenza. Papà che passano poco tempo con le figlie, ma che riescono a rendere quel poco molto ricco. Ci sono papà fisicamente molto presenti...eppure le figlie ne sentono molto la mancanza, o al contrario papà che ci sono troppo. E poi ci sono papà che mancano fisicamente e mancano anche psicologicamente. Nonostante tutto non c'è un effetto specifico per ciascuna di queste condizioni perchè molto dipende da come tu bambina hai elaborato questa assenza e da come tuo padre è riuscito ad esserci dai 5 anni in poi: se è stato presente ed è riuscito ad essere una figura positiva. E poi da chi c'è stato intorno a te oltre a mamma e nonna. Se ci sono state altre figure maschili di riferimento, ad esempio. Se continuerai la tua strada come psicologa o psicoterapeuta, avrai probabilmente occasione di approfondire la conoscenza di te stessa e del tuo mondo relazionale in una tua terapia personale...evitando pericolose generalizzazioni. Ciao!

Youngmail

Crescere è difficile, ma bello!

27/11/2006: di *Ambretta*, 18 anni

Domanda

Cara youngmail, grazie tanto per la risposta, mi avete aperto un piccolo varco nel cervello, facendomi capire che comunque sia dovrei pensare con il mio cervello e fare ciò che sento(nei limiti ovviamente),ma io non riesco a farlo. Sono proprio bloccata, non riesco a disubbidire ai miei genitori perchè mi sembra di mancarli di rispetto e quando decido di fare una cosa che vorrei fare da tanto mi blocco pensando che magari,posso deluderli,farli arrabbiare e quant'altro ancora.. Ammiro le mie amiche che quando vogliono fare una cosa neanche la dicono ai loro genitori,lo fanno e basta,poi magari si beccano le urla però a loro questo non da fastidio. Non riesco a spiegarmi questo mio atteggiamento, remissivo forse??

Risposta

Cara *Ambretta*, non si tratta affatto di 'disobbedire' ai tuoi, si tratta piuttosto di fare le scelte che tu valuti buoen per te...è diverso dire: 'devo ribellarmi' e dire 'tengo in considerazione il loro punto di vista, ma devo scegliere ciò che a me pare più giusto'...non si tratta di obbedienza o disobbedienza, ma di diventare gradualmente autonoma. Il rischio è che tu non riesca mai a superare una dipendenza utile quando si è piccoli, ma nociva quando si diventa grandi. Prova a cominciare dalle piccole cose. Ad esempio, esci con mamma a fare shopping? Lei ti consiglia una certa maglia, a te sembra di star meglio con un'altra: segui il tuo gusto. Loro ti dicono: 'dimagrisci' e tu stai bene e ti senti bene così? Continua a mangiar sano, ma non ti mettere a dieta. Se così ti senti bene e non hai problemi di salute, nè sei sovrappeso, perchè cambiare? Quando ti accorgerai che ce la fai su tante piccole cose a fare di testa tua, ti riuscirà un pò più facile anche su quelle più impegnative. In bocca al lupo! Ciao!

Youngmail

Non mi sento ascoltata

24/11/2006: di *Ambretta*, 18 anni

Domanda

Ciao youngmail. Ho bisogno di parlare con qualcuno che mi capisca e mi dia delle risposte adeguate ai miei stati d'animo. Sono una ragazza di 18 anni con una vita regolare e tranquilla, esco normalmente senza fare delle cose a cui potrei pentirmi, ho un ragazzo da 2 anni che amo moltissimo, abbiamo due caratteri completamente diversi ma troviamo sempre un punto d'incontro, lui ha 20 anni e non ha il senso della responsabilità, pensa che la mattina per andare a lavoro lo sveglia ancora la mamma. Siamo fidanzati in casa da circa 5 mesi, i miei genitori lo hanno sempre trattato divinamente, pur sapendo che comunque sia siamo giovani e gli amori vanno e vengono a questa età. Il mio ragazzo da quando si diplomato è diventato molto "serio" , non apprezza piercing, tatuaggi, avevo i dreadlocks, comunemente chiamati RASTA, e non gli andavano bene allora li ho tagliati per far a lui un piacere (non me ne sono pentita, sono tranquilla), è molto casalingo,il sabato sera preferisce stare a casa anzichè andare al cinema o a un pub per stare un pò in compagnia di altra gente. Questo è il mio ragazzo ORA, un cambiamento che ora come ora mi sta dando problemi,ora ti descrivo IO. Sono una ragazza a cui piercing,tatuaggi,trasgressione(nel limite,senza uso di droghe), viaggi, locali, molta gente PIACE. Quindi immaginati quando si dice "gli opposti si attraggono" siamo diventati noi l'esempio. Adesso ti parlo dei miei genitori, due personcine molto colte, lavorano tutti e due in uffici pubblici, di conseguenza hanno sempre il cervello in azione,calcoli e cose varie, mi sono iscritta alle serali, mi mancano due anni per finire e la mattina lavoro,perchè ho fatto questo?,per non volere più chiedere niente ai miei,(credo che la soglia dei 18 anni a me abbia cambiato il modo di vedere il mondo,mi sento più responsabile di me stessa e mi sento anche molto più matura). Mi vietano "diciamo" alcune cose che a me fanno sentire ancora piccola, ti faccio un esempio, vorrei farmi un piercing, loro sono contrari, ok li posso capire, ma non possono vietarmi di farlo. Non mi sento libera, mi sento dentro una prigione con le porte sbarrate. Piango per niente, a volte apro dei discorsi con mia madre, preso il diploma, con i soldi che sto conservando (non sono pochi) la mia idea è quella di fare un corso per piercer e tatuatori a roma, ma lei mi ha esplicitamente risposto che NON SO RAGIONARE,CHE PARLO SOLO DI TONTESE E CHE PER LEI POSSO SOLO ESSERE UNA NULLITà,mi vede grassa,mi stressa con questa storia,mi fa sentire obesa quando invece non lo sono peso solo 4 kg in + di quello che dovrei pesare,ma io sto bene così però lei mi influenza allora mangio di meno, quando torna nervosa da lavoro mi prende a urla senza motivo. invece il rapporto con mio padre è più sciolto,con lui posso parlare di queste cose,lui mi ha sempre trattato da persona adulta anche quando non doveva e questo mi fa sentire importante davanti ai suoi occhi,a volte lo guardoe e devo correre in bagno a piangere,non so perchè piango,ma così sfogo il nervosismo. Conosco ragazze che se ne fregano dei loro genitori e fanno quello che si sentono di fare,e io non ci riesco sono bloccata,non posso contare sul mio ragazzo, su nessuno,solo su me stessa.ormai penso pure di essere io il problema e che magari non è vero che i 18 anni non mi abbiano cambiato psicologicamente ma che è solo un mio pensiero,allora entro in un tunnel di serietà e nervoso che dura ormai da mesi. Io e il mio ragazzo non facciamo l'amore da un mese perché il minimo suo contatto mi innervosisce e finisce sempre con una grande litigata e muso di giorni,il rapporto con i miei è fatto di sorrisi finti e parole al vento che solo i muri ascoltano,perché i miei sentono non ascoltano. Vorrei sapere cosa potrei fare per trovare un po' di serenità e di luce in tutto questo che ti ho scritto,aspetterò una sua risposta con ansia. grazie di esserci.tanti baci.

Risposta

Cara *Ambretta*, se dovessi trovare un filo conduttore alla tua lettera, forse direi che è la sensazione di far molta fatica a fare le cose in libertà, sentendoti spesso vincolata da ciò che gli altri vogliono o da ciò che si aspettano da te. Cose da cui, peraltro, tu fatichi molto a staccarti. Proviamo a separare la relazione con il tuo ragazzo da quella con i tuoi. Per quanto riguarda il tuo lui, è possibile che passare dalla scuola al lavoro come occcupazione principale lo abbia caricato di un senso di responsabilità che non sa ancora bene come gestire...Non so se è capitato anche a te, quando hai iniziato a lavorare, ma si tratta di un cambiamento significativo, può essere molto stancante, anche solo perchè si tratta di adattarsi ad uno stile di vita diverso. Quindi, è possibile che il tuo lui sia cambiato, ma è anche possibile che si tratti di una 'fase di adattamento'. Dato che dici che siete molto 'esercitati' a trovare dei compromessi, potreste alternarvi i sabati da organizzare: uno decidi tu, uno decide lui e l'altro si adatta.
Per quanto riguarda il rapporto con i tuoi, hai ragione, sei in un'età in cui alle proibizioni genitoriali dovrebbe gradualmente sostituirsi una responsabilità personale che porta a decidere di testa propria, valutando le possibili conseguenze delle proprie azioni e assumendosene le eventuali implicazioni. A volte però questo passaggio è molto difficile per i genitori, che si sentirebbero tranquilli se il figlio avesse la testa identica alla loro e scegliesse da solo ciò che loro valutano il meglio per lui. Solo che, invece, molto spesso il figlio ha la sua testa e fa delle scelte che comportano il rischio di sbagliare...e i genitori che sperano di preservarlo dalle sofferenze e dagli errori devono invece scontrarsi con il fatto che le cose non si imparano se non con un'esperienza diretta (ahimè anche di cadute!!) e che il modo in cui il figlio cercherà la sua strada nella vita sarà diverso da quello che il genitore avrebbe voluto per lui. E il figlio deve continuare sulla sua strada, ascoltando e valutando i consigli, ma anche accettando che il genitore passi un momento di delusione e amarezza del tipo: "mio figlio non è diventato ciò che io sognavo per lui!"
Non ti sto spingendo al corso per tatuatori, sto dicendo che forse, pur riflettendo sugli stimoli che i tuoi ti danno, è ora che tu decidi per il tuo futuro, valutando rischi, pro e contro delle tue scelte e accettando anche eventuali disapprovazioni..
Per quanto riguarda i 'rimproveri alimentari', dato che sei normalissima (molti di noi hanno qualche kg in più, ma questo è anche frutto della nostra società del benessere), mi verrebbe da ipotizzare che le lamentele alimentari di tua madre siano un modo per tentare di continuare a prendersi cura di te, come faceva quando eri una bambina...Quando sarai mamma, ti accorgerai con stupore che a volte è davvero difficile accettare che i figli sono cresciuti...e per di più a loro modo!! Fatti spazio, cara *Ambretta*, sapendo che è uno spazio in cui dovrai usare bene la testa, perchè ne sei responsabile, ma questo ti permetterà anche di crescere essendo te stessa, e quindi evitando quel pesante senso di soffocamento! Ciao!

Youngmail

I miei "suoceri": chi li sopporta?

02/10/2006: di fleuretty, 20 anni

Domanda

Salve a tutti..questa volta sono veramente a pezzi, non so più come fare..vi chiedo scusa x lo spazio che vi ruberò, xchè non è facile descrivervi il mio problema..sono insieme ad 1 ragazzo da 1 anno e mezzo, ed è il classico grande amore, i miei lo adorano, entro i prossimi 2 anni ci laureeremo entrambi in psicologia..il problema sono i suoi genitori..credetemi, vi prego, io non ho mai pensato che la famiglia ideale dovesse essere come quella che si vede nei telefilm americani, nè tantomeno ho 1 famiglia perfetta, ma non si può immaginare che schifo di genitori abbia lui..lui non fa che studiare,lavorare x 4 soldi dove sarebbe più esatto dire che lo sfruttano, non esce mai..e loro non fanno che dire che è la vergogna della famiglia, la loro rovina (pare che non fosse 1 figlio programmato), lo cacciano di casa x nulla, minacciano ogni poco di fargli lasciare l'università, lamentarsi che ci mette troppo a laurearsi (mi credete se vi dico che abbiamo appena finito il secondo anno e lui è in piena regola, considerando che può studiare solo al mattino? Tra l'altro i suoi non hanno studiato e non sanno nulla di università)..ha 1 sorella più piccola che è stata segnalata più volte x la sua aggressività eccessiva e violenza ed è ovviamente trattata più che bene rispetto al fratello (tra l'altro lui è sempre stato estrememente brillante e sua sorella molto mediocre), e la colpa di QUALSIASI cosa ricade solo su di lui..non vi parlo da fidanzata che vuole x forza il suo ragazzo dalla parte della ragione, xchè purtroppo queste scene a volte si svolgono anche davanti a me! Io non riesco a capire come faccia 1 madre a dire certe cose al figlio, a dirgli che senza di lui tutti vivrebbero meglio, lui è davvero 1 persona brillante, umile che si spacca la schiena senza mai lamentarsi, senza mai chiedere 1 centesimo nonostante quello che guadagna non basti neanche x 1 semplice sopravvivenza (anzi loro gli dicono che sono stanchi di tenerlo in casa, pretendono 1 parte della miseria che prende) e soffre, come soffro io, xchè purtroppo queste sono persone con le quali non è possibile ragionare..io ho paura di loro, xchè qualsiasi cosa gli si dica sono davvero convinti di avere ragione e, attualmente m"adorano"solo xchè non li ho mai contraddetti..io li odio, odio sua madre..lei poteva morire (le hanno dovuto togliere l'utero), ma ce l ha fatta..e invece di ringraziare Dio x questo e apprezzare di più la vita, non fa che sputare su qualsiasi cosa, e trovo che sia 1 offesa x tutte quelle xsone che non hanno avuto la sua stessa fortuna e ci muoiono nei letti di ospedale, loro pensano che io possa avere un opinione negativa di loro xchè il figlio chissà cosa mi racconta, come se poi non lo umiliassero pure davanti a me, con quella schifosissima aria beffarda..com è possibile che esistano dei genitori così? Sono io che stò esagerando? Cosa posso fare? Noi abitiamo 1 pò lontani e ci possiamo vedere solo la domenica, quando vado io da lui è 1 tortura..non posso parlarne con i miei xchè non so come la prenderebbero..cosa posso fare? L'unica cosa possibile purtroppo mi sembra quella di aspettatre di laurearci x poi andarcene lontano..ma io muoio ogni volta che mi dice che c è stata 1 crisi in casa sua (cioè ogni giorno), ho paura che esasperato se ne vada via, anche senza di me..non studio bene, sono sempre di cattivo umore quando penso alla sua schifosissima famiglia..scusate..mi rendo conto dello spazio occupato con questa lettera,ma non sapevo con chi parlare.. :,,,,( grazie di tutto

Risposta

Carissima fleuretty, devi amare molto il tuo ragazzo per preoccuparti così! Che puoi fare? Ti sembrerà un consiglio paradossale, ma direi che la cosa migliore è non fare niente. E ti dico questo per una serie di ragioni: anzitutto, anche se comprendo che è una situazione molto brutta e che i genitori del tuo lui si comportano in modo ben poco amorevole, penso che come futura psicologa tu debba sempre sforzarti di vedere le cose con un atteggiamento di chi cerca anzitutto di capire. Perchè i genitori del tuo ragazzo si comportano così? Qual'è stata la loro esperienza come figli? In che tipo di famiglia sono vissuti? E poi, è possibile che il tuo ragazzo non fosse un figlio cercato, ma come mai hanno deciso di tenerlo? Perchè pur essendo un gioiellino di figlio non riescono ad apprezzarlo? Non sto certo cercando di giustificarli, sto cercando di dirti che le realtà familiari sono spessissimo delle trame intricatissime di cui noi vediamo solo un pezzettino, per cui prima di muoversi e fare qualcosa, è necessario conoscerle a fondo. Secondo aspetto per cui ti consiglio di non far niente: perchè se intervieni tu togli al tuo lui la possibilità di farlo. Alcuni dicono che ci si iscrive a psicologia per imparare a curare le proprie ferite irrisolte. Se questo fosse almeno in parte vero, è possibile che il tuo ragazzo stia cercando di fare questo, di capire come uscire da un ruolo penalizzante e doloroso, come riscattarsi agli occhi dei suoi genitori o come separarsi da quella realtà familiare. Da fuori magari a te potrebbe venir facile un consiglio, ma dev'essere lui che da dentro si sente ciò che è opportuno e che si sente di fare. Abbi pazienza e stagli accanto. Vinci la tentazione di cercare tu una soluzione: perchè lui possa crescere libero da quei vincoli e da quei modelli deve trovare lui una via d'uscita, certo, con te accanto. E la terza ragione per cui essere una presenza silenziosa rigarda te: se diventerai una brava psicologa, cosa che ti auguro di cuore, è importante che tu impaari da subito a non soffrire troppo della 'sindrome della crocerossina', cioè a non far troppo tuoi i dolori degli altri: questo è d'aiuto anche agli altri, perchè se siete in due troppo coinvolti in un problema, chi resta a dare un'opinione un pò obiettiva, cioè da fuori? Quella di progettare insieme un futuro dopo la laurea mi sembra invece un'ottima idea per aiutare il tuo ragazzo a vedere un futuro migliore. In bocca al lupo! Ciao!

Youngmail

A tutti i problemi c'è soluzione: importante trovare quella giusta!

21/07/2006: di kikkylove, 17 anni

Domanda

Salve youngmail..vi ringrazio per tutte le risposte che mi avete dato finora, soprattutto per il problema della pillola del giorno dopo, che si è risolto perchè mi è venuto il ciclo mestruale..ma siccome il mio ragazzo non si dà pace, volevo sapere se ora anche se ho avuto il ciclo mestruale posso avere ancora problemi? Poi perdonate la mia ignoranza, ma siccome il problema della famiglia del mio ragazzo si tratta davvero di vita o di morte in una battaglia persa in partenza, vorrei sapere come faccio a macchiare il lenzuolo? Quale sangue può essere simile a quello della verginità? per favore rispondetemi, grazie per la prossima risposta!!!

Risposta

Cara Kikkylove, sì, se ti sono venute le mestruazioni puoi stare tranquilla...ovviamente se nel frattempo non hai avuto altri rapporti a rischio! Per quanto riguarda il problema familiare, in realtà quella del lenzuolo era più una battuta per dire che una soluzione si trova! Continuo a pensare che la cosa migliore sarebbe che voi come coppia cominciaste a tracciare dei confini solo vostri entro cui i familiari non possano entrare. Questo sarà possibile a maggior ragione quando sarete maggiorenni...anche perchè il giorno del vostro matrimonio sarà magari il lenzuolo... e poi? Per dire, la prima notte di nozze potreste anche essere in luna di miele in Australia..e che si fa a quel punto? Al di là delle battute, se il problema è così marcato, vi consiglierei di andare al consultorio familiare della vostra zona e provare a consigliarvi con lo psicologo, che potrà aiutarvi a trovare la soluzione migliore, conoscendo voi e la vostra situazione anche personalmente e più nei dettagli. Ciao!

Youngmail

Informazione consultori e visita ginecologica

19/07/2006: di kikkylove, 17 anni

Domanda

Salve youngmail!! Grazie per le informazioni che mi avete dato finora..ieri parlando con il mio ragazzo, mi ha chiesto se c'era qualcuno che poteva aiutarci per il nostro problema..ora vi spiego..siccome le nostre famiglie sono all'antica, per loro è forma di rispetto portare la nostra verginità fino al matrimonio. Siccome non lo siamo più, se le nostre famiglie lo vengono a sapere ci fanno lasciare. Non esiste un consultorio a Napoli per poter parlare di questo problema? Oppure se facessi una visita ginecologica, il ginecologo lo dice se non sono più vergine se accompagnata da un genitore o anche per lui esiste la privacy? Non esiste nessuno che metta per iscritto che sono vergine anche se non lo sono più? Ho saputo che esiste un intervento chirurgico che potrebbe risolvere questo problema ma a che età si può fare e quanto potrebbe costare?Quanto costa una visita ginecologica? Se sono minorenne devo essere per forza accompagnata da un genitore per andare dal ginecologo? Scusate per tutte queste domande,ma siete gli unici con cui posso parlare liberamente!!! grazie

Risposta

Carissima kikkylove, bentornata! Non so come funziona a Napoli, ma ti posso spiegare come funziona da noi a Vicenza. Il Consultorio Familiare fornisce a voi ragazzi prestazioni gratuite. Venendo al Consultorio puoi avere visite ed esami ginecologici, eventuale prescrizione di contraccettivi, test di gravidanza, consulenza psicologica e/o sociale e, quando deciderai di avere un bimbo, assistenza ostetrica. Esiste una fascia oraria (diversa per ogni consultorio) in cui i ragazzi della tua età possono accedere anche senza appuntamento e parlare con un qualsiasi operatore del consultorio in modo libero e riservato. Si chiama "Spazio Giovani". Per quanto riguarda le visite ginecologiche, alla tua età è possibile effettuarle anche senza genitore e generalmente da noi il ginecologo garantisce la segretezza dei dati emersi nella visita. Essendo minorenne, questa però è una scelta dello specifico ginecologo (ti potresti informare prima telefonicamente). Come ti dicevo nella precedente risposta, con la visita ginecologica il ginecologo può capire se sei vergine o no. Non penso che da noi ci sarebbe un ginecologo disposto ad attestare una cosa falsa, non so nella tua realtà come funzioni. In ogni caso, se anche trovassi qualcuno pronto a certificare la tua verginità, non faresti che spostare il problema perchè poi ci sarebbe il rito della prima notte che mi hai descritto. Per quanto riguarda l'intervento di ricostruzione dell'imene, non so fornirti informazioni precise al riguardo. Mi sembra comunque un'eventualità davvero estrema. Non c'era nessuno dei suggerimenti che ti ho dato nella scorsa risposta che poteva essere percorribile per te? Ciao!

Youngmail

genitori troppo apprensivi.....

06/07/2006: di marty, 17 anni

Domanda

Ciao youngmail!!!! Vi ho scritto molte lettere...e adesso avrei bisogno di un vostro consiglio....sono una ragazza di 17 anni...vado bene a scuola sono responsabile....e non do preoccupazioni ai miei genitori!!!sono fidanzata da 6 mesi con un ragazzo che purtroppo non piace molto ai miei genitori!!!
Il problema principale e che i miei mi tengono "sotto una campana di vetro"...non mi lasciano vivere la mia vita...non chiedo molto..ma vorrei divertirmi di piu con i miei amici e il mio ragazzo!!!
Ho provato a parlarci..ma non vogliono cambiare idea!!! Il rapporto con i miei non è dei migliori...con mia mamma ho un dialogo..ma con mio padre....no!!! Lui è molto severo..e vuole disciplina!!! E qualche volta esagera....quest'anno volevo chiedere se potevo andare al mare 2 giorni con il mio fidanzato!!!...il problema che so gia la risposta...ma ci vorrei provare lo stessa..ma non so come fare!!!! Ho paura di un loro "no"
In piu....se non ci andro..il mio fidanzato si arrabbiera perche pure lui non capisce il perche si comportano cosi!!!!
Aspetto un vostro consiglio.....grazie mille!!!!

Risposta

Cara Marty, non mi sembra facile uscire dalla situazione che descrivi, tanto più che sei ancora minorenne per cui i tuoi genitori sono ancora legalmente responsabili per te. È difficile quando non si riescono a mettere d'accordo le diverse persone a cui vogliamo bene: è come se ci si sentisse tirare contemporaneamente in due direzioni opposte..e nessuno dei due sembra comprendere quant'è difficile stare in mezzo!
Certo..sarebbe bello farti 2 giorni di vacanza con il tuo lui, ma hai pensato poi alle conseguenze? Mi sa tanto che se lo facessi senza il permesso dei tuoi al ritorno la campana di vetro diventerebbe una campana di ferro! Hai mai provato a capire perchè loro non 'digeriscono' il tuo ragazzo? A volte i genitori dalla loro prospettiva vedono cose che i figli non vedono e, se è così, potrebbe esserti utile saperle. D'altro canto, altre volte mamma e papà si lasciano prendere da paure magari non fondate, date dal fatto che non sapendo si fanno delle idee sbagliate e anche in questo caso, sapendole magari si possono chiarire alcune cose..
Per quanto riguarda il mare, se invece di andare sola con il tuo ragazzo andaste anche con gli amici pensi riusciresti a strappargli il permesso? So che non è la stessa cosa, ma - ahimè - a volte ci si deve accontentare! In bocca al lupo! Ciao

Youngmail

Attese e paure da prima volta

25/06/2006: di Luca, 20 anni

Domanda

Cara Youngmail,
volevo un consiglio a proposito di una cosa che lascia perplessi sia me che la mia ragazza. Io e lei siamo innamoratissimi, lei ha 16 anni e stiamo insieme da un anno ormai. Sia io che lei siamo ancora vergini ma ci sentiamo entrambi pronti e sicuri l'uno dell'altra per farlo. Il problema sono i suoi genitori, che guai se venissero a saperlo, e in parte lei ha paura che il preservativo si rompa (non prende ancora la pillola) però ne abbiamo parlato con calma ed è sicura che se non avessimo un rapporto completo si sentirebbe molto più sicura dopo averlo fatto. Facciamo bene secondo te ad avere questa convinzione? se il preservativo non si rompe e il rapporto non è completo non ci dovrebbe essere alcun margine di rischio vero...? Il problema che più ci tormenta più che questo però è un'altro. Sua mamma ha già manifestato più volte l'idea di portarla dalla sua ginecologa di cui tra l'altro è molto molto amica. Ora...un ginecologo è sempre in grado di capire con la massima sicurezza se una ragazza è ancora vergine oppure no? Abbiamo una paura matta che la ginecologa poi non rispetti il "segreto professionale" e spifferi tutto a sua mamma e sarebbe un disastro per noi!!! (sua mamma tra l'altro è molto rigida e severa...è inutile parlarle di questi argomenti non le importa nulla e non vuole che nessuno tocchi sua figlia in quel senso, tanto che fatica ancora dopo un anno a farla uscire con me) Il punto è che sarebbe un peccato per noi...sappiamo entrambi che non è la cosa più importante al mondo e ne facciamo a meno se proprio non si può...non è un problema...però perchè rinunciare quando siamo così innamorati?
Aspetto una tua risposta...grazie mille di tutto anche da parte della mia ragazza!

Risposta

Carissimo Luca, decidere di fare l'amore è una scelta importante, ee è una scelta vostra. Se tu e la tua ragazza ne avete parlato e vi sentite pronti, forse allora la domanda che potete porvi è: come possiamo vivere la sessualità nel modo più bello e tranquillo? Penso che un'aspetto importante, oltre all'affetto, all'attrazione, alle coccole e al rispetto reciproco sia anche poter stare tranquilli rispetto al rischio di gravidanze indesiderate, utilizzando la contraccezione adatta. Forse, da questo punto di vista non è così male che la mamma della tua lei voglia portarla da una ginecologa (magari non proprio dalla sua migliore amica!). Tra l'altro se ci andasse subito potrebbe essere visitata e pensare insieme alla contraccezione prima di iniziare ad avere rapporti (così non si porrebbe nemmeno il problema di cosa può venire a sapere sua mamma). Trovare una ginecologa di riferimento di cui fidarsi è molto importante, perchè permette non solo di fare tutti i controlli del caso, ma vi può accompagnare e aiutare anche rispetto ad eventuali dubbi sulla sessualità e per la contraccezione (potrebbe ad esempio prescrivere la pillola alla tua ragazza). Perciò penso che sarebbe una richiesta legittima se la tua ragazza dicesse a mamma che andare da una ginecologa amica la metterebbe molto a disagio e che ha bisogno di essere seguita da una dottoressa che non conosce sul piano personale, con cui si senta libera di parlare delle sue cose.
Che poi, tra l'altro, non credi che se sua mamma insiste non sia perchè in fondo in fondo, per quanto fatichi ad accettarlo, immagina che sua figlia possa iniziare ad avere una vita sessuale? In ogni caso, sebbene la ginecologa in linea di massima capisca se una ragazza è vergine oppure no, è possibile che la tua ragazza chieda a mamma la sua privacy durante la visita e che chieda alla dottoressa di mantenere riservate le informazioni che la riguardano.
Per quanto riguarda infine l'uso del preservativo, i 'rischi' di non efficacia sono legati, oltre che alla rottura dello stesso, anche a come lo si mette (infilandolo correttamente secondo le istruzioni, con le mani pulite, prima di arrivare ad un livello di eccitazione che faccia fuoriuscire le prime gocce di sperma e usandone uno nuovo per ogni rapporto) e da quando e come lo si sfila (dopo la fine del rapporto, fuori dalla vagina, evitando fuoriuscite di sperma). Se utilizzato correttamente i margini di rischio diminuiscono. Spero di aver risposto a tutto..ma se hai altre domande, riscrivimi!!

Youngmail

Vacanze con i miei ma..

16/06/2006: di La Mora, 16 anni

Domanda

Ciao youngmail, ho 16 anni e le mie vacanze le faccio sempre con la mia famiglia ma vorrei portare la mia migliore amica per 1-2 giorni in montagna dove ho casa e naturalmente ci saranno anche i miei genitori. Il punto è che i miei non hanno accettato tanto Marta perchè per loro ad esempio la scuola è tutto e lei è stata bocciata. Poi stiamo sempre al telefono e ai miei un pò scoccia. Ecco perchè mi vergogno chiedere ai miei di portare Marta a casa in montagna. Io le vorrei far conoscere e far vedere questo posto che per me è bellissimo, le vorrei insegnare a pescare. Vorrei andare in bicicletta e stare la sera fino a tardi dentro il letto a parlare..Come faccio? Come lo posso dire ai miei genitori?

Risposta

Cara La Mora, mi sembra che il tuo desiderio sia comprensibile..poter portare un'amica in montagna renderebbe probabilmente le vacanze decisamente più interessanti. Anzitutto, però, se fossi in te mi chiederei se i genitori sono, in linea teorica, disponibili ad un'ospite, al di là che sia Marta. Se pensi che questa disponibilità ci sia a me venivano in mente 3 idee..prova un pò a vedere quali sono percorribili:
- anzitutto cominciare col far venire Marta a casa tua già da ora, facendola conoscere un pò meglio ai tuoi genitori prima di proporre loro di portarla con voi. Può darsi che non conoscendola loro si siano fatti un'idea non corretta che magari la conoscenza diretta può rimediare;
- altra idea è far intravvedere ai tuoi genitori tutti i vantaggi possibili dal portare Marta con voi (risparmio spese telefoniche, tu che magari ti lamenti meno di solitudine, un aiuto in più nelle faccende domestiche,...);
- la terza idea da aggiungere alle altre (di solito è quella che mi piace di più) è la sincerità, ovvero dire loro perchè sarebbe importante per te portare Marta in montagna e per quali
i motivi questa amica è così importante, rassicurandoli magari rispetto alla paura che tu possa 'batter la fiacca' a scuola...
Ciao e in bocca al lupo!!

Youngmail

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