Youngmail è una rubrica interattiva tra giovani ed operatori esperti

È un servizio di consulenza gratuito on-line offerto
dai Consultori Familiari dell'ULSS di Vicenza

Come puoi vedere ci sono tanti argomenti di cui puoi parlare: sessualità, contraccezione, rapporti di coppia, con amici, con gli adulti intorno a te, problemi, dubbi o riflessioni personali,...
Scrivendoci potrai chiarire dubbi, ricevere informazioni utili, avere uno spazio di confronto e riflessione ed eventualmente dei consigli.

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Dalla ginecologa con mamma

07/06/2006: di Silvia, 20 anni

Domanda

Salve, sto da 5 mesi con un ragazzo che non mi abita proprio vicino..ma che conosco già da un bel pò e di cui sono innamoratissima. Il 19 maggio l'ho fatto x la prima volta,..il tutto è avvenuto usando il preservativo,..anche se lui ha detto di essere penetrato x neanche metà..perchè provavo un po di dolore..pochino.
La scorsa settimana,..precisamente il 3 abbiamo riprovato sempre usando il preservativo,..lui ha eiaculato mentre lo facevamo, poi..si è tolto lentamente il preservativo. È stato molto bello,e dice che stavolta è penetrato un pò di più, nonostante io avverto sempre un po di male all'inizio...ma ad un certo punto non ho più sentito nessun fastidio.
Il punto è che ora vorrei andare dal ginecologo a farmi una visita e anche x farmi prescrivere la pillola, ma ho mia mamma che mi dice che dato che non l'ho fatto (mi imbarazza parlare a lei di questo!),..non mi farà una visita completa e approfondita ma un ecografia esterna, e che quindi dovrò andare con la vescica piena.
Come faccio quindi?..sicuramente vorrà accompagnarmi, e x me va bene...ma ho paura che scopra ciò..e nonostante so che è una cosa naturale,che prima o poi succede a tutti,o quasi,..so come potrebbe reagire..
Inoltre ho un altra domanda..una volta che inizio a prendere la pillola, che se non sbaglio da il 98-99% d copertura,..posso smettere di utilizzare il preservativo o è sempre bene usarlo?(xchè da quello che ho capito..al mio ragazzo da un po fastidio)
spero in una vostra risposta.
grazie 1000.

Risposta

Cara Silvia, mi pare che la tua difficoltà sia legata più al rapporto con mamma che alla sessualità. Se non te la senti di parlare di una cosa così personale con lei non è detto tu debba farlo per forza. Penso tu sappia che se volessi potresti andare anche sola dalla ginecologa e avere la prescrizione della pillola senza bisogno del consenso di tua madre. In ogni caso, se ti senti più tranquilla con mammma, non è un problema: potresti farti accompagnare, anticipandole però che preferisci entrare sola per avere la tua privacy. Questo ti permetterebbe di fare la visita e parlare liberamente con la ginecologa. Se per qualche ragione, ritenessi di far entrare mamma con te, l'ecografia non costituisce comunque un problema. Infatti dall'ecografia non si vede se hai avuto o meno rapporti e può comunque bastare (insieme eventualmente a delle analisi del sangue) per la prescrizione della pillola. Sarebbe in ogni caso consigliabile, se intendi continuare ad avere rapporti, iniziare anche a fare una visita ginecologica e tra un pò anche un pap test (che è un esame consigliato alle donne per la prevenzione di alcuni tumori). Magari questa potrebbe essere l'occasione per prendere un pò di coraggio e andare tu sola dalla ginecologa. Se vuoi, al consultorio familiare più vicino alla tua zona, puoi avere gratuitamente e in modo riservato queste prestazioni. Per quanto riguarda invece l'efficacia contraccettiva: a partire dal secondo mese se assunta correttamente la pillola dà un'ottima copertura contraccettiva, tanto da non richiedere altri metodi contraccettivi per la prevenzione di gravidanze indesiderate. Attenta però che non protegge da malattie sessualmente trasmissibili, per cui o fai l'amore solo con partner che conosci bene e di cui sei certa o ti consiglio di usare sempre il preservativo. Ciao!

Youngmail

Quando genitori e ragazzo sono difficilmente conciliabili..

13/05/2006: di Laura, 17 anni

Domanda

Cara youngmail, sono Laura e vi ho gia scritto parecchie volte. Siete molto d'aiuto e quindi vorrei sfogarmi un pò in questo sito visto che ora come ora non ho nessuno. Sono stata con un ragazzo per ben tre anni e mezzo e ho 17 anni. È un periodo molto lungo lo so ma con lui era bellissimo stare; non ce ne fregava nulla del sesso, o dei commmenti degli altri. Eravamo io lui, e basta.
Ora le cose vanno male. Ogni mezza giornata lui mi vuole mollare, e ogni volta ricorre un argomento comune: i miei. Non ce la faccio più. Sono possessivi, arroganti, odiano il mio ragazzo. Non so piu che fare. Loro sono contenti se ci molliamo. Lui non fuma, nè beve, va all'universita ed è a pieni esami; è interessato solo ed esclusivamente a me.
Purtroppo abbiamo 3 anni di differenza e questo si fa sentire nelle decisioni dei miei. Io sono esaurita, stanca. Ogni volta che ci vediamo è un paradiso e ogni momento in cui ci sentiamo e i miei intervengono lui, dopo aver messo giu, vuole mollarmi. Io basta, non ce la faccio piu. Non abbiamo mai fatto sesso, perchè ho una paura tremenda dei miei se rimanessi incinta, cosa che ormai sono convinta di essere ogni mese solo con petting in mutande. Basta. Non è vita questa. Piango ogni giorno. Vi prego aiutatemi. Grazie.

Risposta

Carissima Laura, un rapporto è sempre fatto da due parti che contribuiscono a farlo diventare così com'è. Quello con i tuoi genitori, in particolare, sembra avere da un lato loro con le loro paure e la loro possessività e dall'altro te con la grande soggezione nei loro riguardi e la paura di far qualcosa che li contrari o con conseguenze che non sai gestire da te. Tu ti attendi che cambi qualcosa da parte loro (che ti lascino più libertà), loro si aspettano che cambi tu (per stare dentro alle loro regole). Così nulla cambia. Delle regole nella vita ci vogliono, ma troppe regole rischiano di non permetterti di sperimentare e scegliere quali sono quelle che vanno bene per te, che vuoi far tue.
Quindi, ti consiglierei anzitutto di capire cosa vuoi tu, a prescindere da loro e dal tuo ragazzo. Cosa desidereresti per te se fossi libera? Prendiamo l'ambito della sessualità, ad esempio: che faresti? Continueresti come ora, cambieresti qualcosa o pensi che ti sentiresti pronta anche per avere dei rapporti con il tuo ragazzo? Nella tua lettera non è chiaro se vorresti averli ma temi la reazione dei tuoi nell'eventualità di una gravidanza o se non ti sentiresti comunque ancora di averne o se vorresti averli per non rischiare di perdere il tuo lui...e finchè ti fermi a cosa i tuoi ti impongono o a cosa vorrebbe il tuo ragazzo non ti chiedi cosa vorresti tu. Decidere di avere dei rapporti significa assumersi anche la responsabilità della propria scelta e delle eventuali conseguenze quindi, ad esempio preoccuparsi di una contraccezione sicura (ad esempio decidere di andare da un ginecologo e di assumere la pillola contraccettiva). Fare delle scelte comporta diventare responsabili delle conseguenze e preoccuparsi in prima persona che quella scelta funzioni e questo richiede decidere di testa propria di fare o non fare delle esperienze, non in modo impulsivo ma ragionandoci...questo è crescere...
Forse i tuoi genitori temono che tu, lasciata libera, scelga in modo impulsivo o faccia delle sciocchezze...perchè non provare a parlare con loro di questo? In fin dei conti non hai nulla da perdere: nella peggiore delle ipotesi litigherete, ma nella migliore forse potrai far capire loro che vuoi solo provare a muovere qualche passo usando la tua testa...Ciao!

Youngmail

Come sopravvivere ad una violenza?

20/03/2006: di delfinofelice, 21 anni

Domanda

Cara youngmail: complimenti veramente! Navigando su internet così x caso ho trovato il vostro sito..lo trovo veramente interessante...date spazio ai giovani di poter parlare, confrontarsi e magari dire cose che a nessuno potresti mai dire. Dal vostro psicologo vorrei se possibile un pò d risposte..una di quelle: ma com'è possibile che uno zio acquisito conosciuto all'età di 3 anni finge (oppure no)di volermi bene. Strageloso di me e dei maschi che si potevano avvicinare a me, super protettivo e poi all'età di 15 anni mi toglie la cosa che di più cara una donna può avere: la verginità!!!!!??? Io ero, e pure fino a qualche anno fa, molto legata a lui..la mia adolescenza è stata abbastanza travagliata...un papà non presente e comunque alcolista..che uscì, fregandosene del resto anche dopo vari tentativi di aiuto, da casa quando io avevo 16 anni...tutta una serie di situazioni mi hanno portato ancor di più a legarmi a quella persona chiamata zio...all'inizio non capivo...ricordo tanta confusione nella mia mente..qualche anno fa mi sono resa conto di quello che realmente era successo..è una cosa terribile..non uscirai mai da questo pensiero....mi ha fatto tanto male...e ancora più brutto continuare a coprirlo..perchè io non ho mai detto a nessuno tutto ciò ma solo alla xsona con cui oggi convivo...ma tutto questo perchè succede? è stata anche colpa mia?

Risposta

Cara delfinofelice: è molto difficile spiegare cosa può portare un uomo a usare violenza ad una ragazzina. Sicuramente ritengo si possa dire che si tratta di una persona con delle difficoltà personali, ma penso che questo sia abbastanza scontato. Ad aggravare la situazione, un papà che non è riuscito a fare il papà, abbandonandoti e non potendo quindi proteggerti da quel che stava avvenendo. Quel che penso sia più evidente nella tua lettera è il danno che tu hai vissuto da ciò che ti è successo: il non poterti fidare dei punti di riferimento familiari (almeno quelli maschili), il non poterci far conto, la difficoltà a capire e a credere di essere amata, ma soprattutto un'idea negativa di te stessa da cui è faticoso staccarsi. Parlo dei sensi di colpa, del sentirsi in parte responsabile per quel che è successo. E tutte queste ferite sono davvero molto dolorose. Come tu dici, a volte sembrano cicatrizzarsi, ma poi eventi quotidiani che possono accadere ti fanno capire che in realtà sono ferite ancora sanguinanti e lasciano addosso la sensazione che non smetteranno mai di sanguinare. Tutto questo, tra l'altro, va ad incidere su come si vive anche il presente. E spesso queste cose, cara delfinofelice, vanno oltre quello che la ragione può arrivare a capire, perchè le ferite sono sui sentimenti e sulle emozioni e perciò è lì che bisogna 'medicare'. Il mio consiglio in caso di traumi così seri è quello di farsi aiutare, di trovare uno psicoterapeuta competente che possa prenderti per mano e aiutarti a rileggere quanto ti è accaduto con occhi diversi, che possa scoprire insieme a te le risorse, i punti di forza che hai per riuscire a cicatrizzare, ovvero ad archiviare almeno in parte quelle esperienze traumatiche. Questo è un aspetto importante, perchè non ti farà dimenticare ciò che hai vissuto (non credo sia possibile) ma ti permetterà di vivere il presente con meno interferenze del passato. Per fare questo è necessario anzitutto che tu faccia un percorso che ti permetta di 'assolverti', di capire che quando si subisce una violenza non si hanno colpe, non è mai una cosa 'voluta'. Alcune persone che hanno subito violenza dicono: "Quello sbagliato è lui, che mi ha violentata. Dovrebbe andarci lui in terapia!" Questo con tutta probabilità è vero, ed è naturale vivere sentimenti opposti verso un familiare che ha usato violenza: da un lato la rabbia, ma dall'altro il sentirsi anche legati. Ciò porta spesso a desiderare un confronto, una spiegazione..desiderio più che legittimo, solo che, anche ammesso che questo confronto avvenga, non guarisce le ferite. È per questo che io consiglio a te un lavoro psicologico: perchè sei ferita..e un ferito non riesce a camminare bene sulle strade della vita! Un abbraccio. Ciao.

Youngmail

Papà ha un'altra. Lo dico a mamma?

08/09/2005: di Mafalda, 25 anni

Domanda

Ciao a tutti, sono Mafalda ed ho un problema che dura da anni, ma al quale vorrei porre fine.
Premetto che i miei genitori hanno la loro età matura e che sono "felicemente" sposati da moltissimi anni.
Da parecchio tempo sono a conoscenza del fatto che mio padre ha un'altra donna... ma son sempre stata zitta x timore e paura... anche se questa cosa mi ha sempre creato problemi, arrivando a stare male anche fisicamente.
Sono troppo sensibile e insicura.
Ultimamente mia madre ha capito qualcosa, sentendo una telefonata che mio padre stava facendo alla donna ed è successo un bel caos.
Ma lui è riuscito a salvarsi trovando scuse incredibili, alle quali mia madre sembra aver creduto.
Ne ho parlato con mio padre, gli ho detto che sapevo tutto, che ero a conoscenza anche di chi fosse lei... e lui mi ha giurato che era finita e che non c'era piu' nulla.
Purtroppo so con certezza che non è assolutamente finita tra loro, ma si è soltando fatto piu' furbo.
Questo mi ferisce, perchè non trovo giusto che mia madre, ancora una bella donna e molto intelligente, si ritrovi con un uomo bugiardo e falso.
Vorrei dire a mia madre che ho scoperto la verità, ma ho paura di farla soffrire.
Ma penso che sia sempre meglio sapere la verità, che essere presi in giro.
Parlarne con mio padre è inutile, quindi x favore non consigliatemelo.
È piu' falso di giuda!
Mi spiace parlare in qs modo... ma mi ha delusa...
Vi chiedo se secondo voi è giusto che io dica a mia madre la verità...
Grazie
un abbraccio

Risposta

Cara Mafalda, anzitutto grazie per l'abbraccio... Eh sì, sei di fronte a un bel problema. Anche perchè, sebbene tu sia arrabbiata e delusa con papà, qualsiasi cosa deciderai di fare (o non fare) potrà essere letta dai tuoi genitori come un prendere le parti dell'uno o dell'altro e credo che per un figlio questa sia una posizione piuttosto scomoda e dolorosa. Tu hai già tentato un confronto con tuo padre, hai visto una possibilità che la verità uscisse allo scoperto, ma tutto sembra essere rimasto come prima: papà continua la sua relazione, mamma continua a ignorare la verità, tu sei al corrente di tutto ma non sai che fare. Stai meditando di dire la verità a mamma. Ma cosa immagini accadrebbe poi? Non solo tra i tuoi genitori, ma anche tra te e papà e tra te e mamma? E se le reazioni a catena che si creassero dal tuo intervento ti facessero pentire di essere stata tu a far emergere la verità? Della storia che mi hai raccontato mi ha colpito una cosa: tu dici che papà ha inventato scuse incredibili per coprirsi e mamma gli ha creduto, ma poi dici che mamma è una donna molto intelligente. Hai pensato che forse mamma ha voluto credergli, che forse era troppo doloroso per lei affrontare questa realtà? Del resto se sei riuscita ad accorgerti tu di questa relazione che sei la figlia, degli indizi avrebbe potuto ben coglierli anche mamma, non trovi?
È ingiusto? Certo! Ma mamma a papà sono una coppia e, se vuoi sapere che ne penso, ritengo che, date le circostanze, la cosa migliore, per loro ma soprattutto per te, sia che si gestiscano loro il loro rapporto. Questo non significa che tu stia lì ferma a guardare e a starci male, ma che rinunci a voler essere tu quella che fa chiarezza tra loro. Per quanto riguarda te, penso che potrebbe esserti utile comunicare a papà cosa senti nei suoi riguardi e cosa pensi della situazione. Se ti sembra che non ci sia spazio per un dialogo puoi sempre scrivergli una lettera, non tanto per convincerlo a interrompere la relazione o a parlarne con mamma, quanto per spiegargli, così come hai fatto con me, la tua delusione e la tua rabbia, il tuo dispiacere e il tuo senso di impotenza per quello che sta succedendo alla vostra famiglia. Potresti dirgli che non intendi coprirlo e che non mentirai se ti verranno fatte delle domande dirette, perchè non trovi corretto ciò che sta facendo e che avresti tanta voglia di far uscire la verità, ma che la ritieni una questione di coppia. Se pensi che lui non riesca ad essere sincero, puoi anche scrivergli che non ti aspetti di avere una risposta, se lui non se la sente di essere sincero con te, ma che vuoi solo comunicargli quanto ti fa star male tutto questo. Puoi continuare stare vicina a mamma, affinchè possa almeno contare su un bel rapporto madre - figlia. E potresti 'facilitare' i momenti in cui mamma e papà stanno da soli, magari lasciando il 'campo libero', sperando che si ritrovino. Non è consigliabile, invece, che tu diventi la confidente di uno dei due o il mediatore nei disaccordi: è un ruolo troppo pesante per una figlia e, anche se non sembra, alla lunga controproducente anche per loro come coppia.
È chiaro, cara Mafalda, che nemmeno quella che ti sto suggerendo è una soluzione. Credo non ci sia una 'soluzione giusta' nella tua situazione, ma solo delle idee per poterci sopravvivere e comportarti nel modo più corretto possibile verso di loro ma anche verso te stessa. Ricambio l'abbraccio. Ciao.

Youngmail

Un papà...dell'800

01/01/2005: di LS

Domanda

Cara youngmail: mio padre è un Hitler: è rigido, non ci si può parlare, permessi d'uscita razionati, mentalità ottocentesca....è sempre stato un po' così di carattere....ma ultimamente è andata decisamente peggio. Tutto perché circa 2 mesi fa non ho rispettato uno dei suoi famosi coprifuoco. Ero fuori con il mio ragazzo e abbiamo fatto tardi di ritorno da una festa (anziché tornare alle 23 sono tornata alle 1). Da quella notte posso uscire solo 2 sere a settimana e se non rientro entro l'orario pattuito, la settimana successiva niente permessi.
Se un giorno diventerò mamma sarò l'opposto di mio padre.....mi sta rovinando gli anni più belli della mia vita!!! Io sto pensando di scappare di casa.. so che non è una buona idea, ma sono davvero esasperata!

Risposta

Cara amica, fuggire di casa significa solo spostare per un po' il problema, ritrovandoselo più tardi molto più grosso di prima, ma di questo probabilmente sei già consapevole, considerata anche l'esperienza passata che ci porti!
È difficile dialogare con i genitori quando si ha un'età in cui non ci si sente più bambini, ma nel contempo non si è ancora sicuri di essere entrati nel mondo degli adulti. È una fase di passaggio difficile, in cui sentirsi incompresi, desiderare più libertà di quanta se ne possa avere o vedere le situazioni come insostenibili è normale.
Allo stesso modo però è difficile anche essere il genitore di un adolescente......quando dire sì e quando no? Fino a dove lasciare che un figlio cammini sulle sue gambe e sbagli e fino a che punto invece cercare di proteggerlo dalle sofferenze e dagli errori? Dare risposta a queste domande può essere disorientante quanto essere un adolescente e anche un genitore talvolta può sbagliare per difetto o per eccesso. Nessun genitore è perfetto e forse tuo papà è così "rigido" perché vorrebbe proteggerti dalle possibili sofferenze o perché fatica a cambiare il vostro rapporto da padre - bimba a padre - adolescente!
Cosa fare?
Perché non provare a ricavarvi degli spazi di tempo da passare insieme, tu e tuo padre, o delle attività da fare insieme; perché, in altre parole, non creare delle occasioni in cui vi possiate entrambi sperimentare in un rapporto in cambiamento? Passare del tempo con te potrebbe aiutare tuo papà a vedere e riconoscere i tuoi cambiamenti, a capire e a provare nuovi modi di comportarsi con te non più bambina e nello stesso tempo tu potresti capire che dietro l'atteggiamento di papà che tu giudichi "da Hitler" sta magari il grande affetto che lui prova per te e il suo istinto di protezione paterno.
Coraggio: non lasciare che la tua esasperazione abbia la meglio, prova ad aprire tu per prima la strada al dialogo!

Youngmail

Seduzioni e rischi delle chat

01/01/2005: di D.

Domanda

Cara youngmail, stavolta scrive una mamma, spero mi rispondiate lo stesso. Sono divorziata da diversi anni e vivo con due dei miei tre figli, due ragazze di cui la più grande sta studiando fuori dalla mia città, per cui adesso divido la mia vita con L., 13 anni. È una ragazza molto matura e sicuramente più avanti delle sue coetanee, finora non ho avuto un gran che di problemi se non i soliti che riguardano la scuola, le sue amicizie. Da qualche mese L. ha conosciuto in chat un ragazzo di 16 anni che vive a 750 Km da lei. Lei crede di essere fidanzata con lui, non sono riuscita a farle capire che un rapporto virtuale non è un vero rapporto, quindi tutte le sere passa interminabili ore al telefono con lui, perdendo anche abbastanza sonno.
Alcune settimane fa ha coniusciuto un ragazzino di qui, ha cominciato ad uscire con lui ed una sera, tornata a casa, mi ha dato ragione, il rapporto di amicizia con il ragazzo della chat non era nulla di soddisfacente, io ne ero contentissima, ma purtroppo è durato tutto troppo poco, alcuni giorni dopo Laura mi ha detto che quel ragazzino era troppo stupido ed ha ripreso le telefonate con l'altro. Da quel momento ho capito che ci doveva essere qualcosa di più grande, qualcosa che avrei dovuto scoprire, ma non trovo il modo.
Per adesso sono solo in ansia, non so chi sia questo ragazzo e che danno psicologico potrà portare alla mia ragazza, nè cosa posso fare! Aiutatemi, se possibile

Risposta

Cara D., e perchè mai non dovremmo rispondere ad una mamma? Certo che c'è posto anche per te nella nostra rubrica, tanto più che la tua lettera apre certamente un capitolo importante sul fenomeno 'chat'. Quindi, benvenuta in youngmail! La tua preoccupazione è più che comprensibile, tanto più che spesso, dietro lo scritto della chat, si cela l'immagine di qualcuno che non sappiamo se è autentico e ben intenzionato... Certamente entrare in una chat è un modo rapido per instaurare rapporti apparentemente molto intensi e positivi, ma che nella realtà spesso si rivelano deludenti. Sì, perchè mentre due ragazzi chattano effettivamente si scambiano idee, opinioni, confidenze, complimenti, ma tutto questo viene fatto avendo in testa un'immagine dell'altro in cui vengono proiettati aspetti desiderabili. È un pò come se la chat avesse permesso a tua figlia di accorciare rapidamente le distanze con un coetaneo dell'altro sesso, attribuendo a lui alcuni aspetti probabilmente per lei importanti in un ragazzo e alla loro cyber-storia un'intensità che fuori dalla rete probabilmente perderebbe della magia e della complicità da cui tua figlia si sente così attratta... In altre parole: è molto più facile e 'magico' avere un ragazzo on-line che nella realtà. Nella realtà tua figlia si deve scontrare anche con i difetti, i limiti, le aspettative deluse che i rapporti con i coetanei (non certo prìncipi azzurri) le riservano. On line può continuare a cullarsi nelle sue fantasie e sognare che al di là del terminale, a 750 km di distanza, ma nello stesso tempo nell'intimità di un epistolario in diretta c'è l'uomo dei suoi sogni...forse questo è uno dei modi in cui le ragazze d'oggi tentano di illudersi che esista il principe azzurro, il grande amore perfetto...
Ma, purtroppo o perfortuna, anche la chat ha un tallone d'Achille: l'essere umano è fatto per contatti diretti, di persona...nessuno può portare avanti a lungo una relazione significativa indiretta, tutti noi abbiamo bisogno di stringere relazioni con esseri umani in carne ed ossa. Questo significa che con tutta probabilità o così com'è iniziata questa storia perderà nel tempo di interesse, lasciando nella mente di L. spazio per qualche altro ragazzo...più concreto, o L. e il suo 'cavaliere on line' spingeranno prima o poi per incontrarsi. Non ho una risposta 'giusta' su quale dovrebbe essere il tuo comportamento e concordo con te che la questione è delicata e difficile da gestire, ma credo che più tu li ostacoli, più loro - da bravi adolescenti - si sentiranno Giulietta e Romeo costretti e uniti dalla clandestinità. Forse la via migliore è quella di dire sinceramente a L. che desidereresti molto che lei trovasse un ragazzo di cui innamorarsi, ma che sei molto preoccupata per lei perchè sai che spesso i rapporti intensi intrecciati on line si rivelano nel concreto delle bolle di sapone, che comunque lei ha il diritto di provare a vivere le sue esperienze, ma che per evitare inutili rischi ti piacerebbe che si confidasse con te per ogni eventuale dubbio. Qualora poi decidessero di trovarsi, forse sarebbe più opportuno pensare di essere ospitali con il ragazzo mettendo a disposizione la casa, o almeno raccomandando a L. di incontrarlo in un posto affollato e di giorno e cercando di vivere con lei l'apprensione e l'entusiasmo cosicchè sia anche più disposta poi a confidarsi con te su com'è andata...la paura del 'te l'avevo detto' spesso blocca i ragazzi nel raccontare le loro delusioni. Sei una brava mamma, per questo vorresti evitare che L. abbia esperienze spiacevoli o poco positive, ma a volte bisogna anche ricordare che un figlio è un essere umano libero, che vuole imparare anche facendo lui le proprie esperienze in prima persona e più si cerca di ostacolarlo più la ribellione lo porterà ad agire di nascosto piuttosto che vivere il genitore come un punto di riferimento che è lì a braccia aperte anche di fronte alle disillusioni della vita! Non so se sono riuscita ad esserti utile, cara D....sappi in ogni caso che hai tutta la nostra solidarietà. Ciao!

Youngmail

Sogni: si possono tradurre in realtà?

01/01/2005: di Gioby87, 18 anni

Domanda

Cara youngmail, sono un ragazzo di 16 anni, molto introverso e particolare, o meglio mi ritengo diverso dalla massa essendo un ragazzo controcorrente. Mi spiego meglio: odio qualsiasi tipo di moda o tendenza, posso dunque definirmi un no-global. sono tendenzialmente un ragazzo sensibile e buono d'animo, altruista e sognatore. Ho grandi obiettivi e vorrei cambiare la mentalità rigida e conformista di questa società. Torniamo al motivo per cui vi ho scritto. Vi interpello per un consiglio. Alcuni pensieri mi girano per la testa ultimamente: vorrei raggiungere alcuni obiettivi ma questo mi spaventa in caso di eventuale realizzazione di essi. Tutta la mia compagnia non mi interessa più, nel senso che non mi diverto più con loro in quanto li ritengo troppo materialisti, perdigiorno, troppo poco intelligenti, superficiali, e incoerenti. Ma purtroppo senza di loro mi sento solo in quanto tutti i miei conoscenti più simili a me abitano troppo lontano da casa mia oppure non mi trovo bene con loro. Si crea perciò un circolo vizioso intorno a me. Inoltre, non vado per nulla d'accordo con i miei genitori poiché sono persone tendenzialmente molto chiuse mentalmente nel senso che prima di tutto considerano i miei ideali pura fantasia e mi scoraggiano sempre, inoltre considerano tutte le ideologie giovanili sciocchezze. Con loro non riesco a comunicare e pensi persino che raramente mi permettono di distrarmi dallo studio e di guardare la tv. Ho un gran sogno: quello di creare un gruppo musicale reggae, ma non riesco a trovare persone convinte fino in fondo ad intraprendere questo impegno con adeguata serietà insieme a me. Il mio idolo è Bob Marley, non solo cantante ma anche sapiente filosofo, politico rivoluzionario.. Vorrei diventare come lui. Da poco ho persino acquistato a mie spese una chitarra elettrica identica alla sua e ora mi diletto nell'imparare ad usare questo strumento da autodidatta. Mi ritengo ormai però quasi, per così dire, "fuori età". Per intraprendere la via del successo è necessario talento, opportunità, conoscenze e quant'altro, inoltre ritengo indispensabile il sostegno innanzitutto degli eventuali componenti del gruppo e magari anche dei miei genitori che invece sembra si divertano irridendo questi miei sogni. A tutto ciò viene a sommarsi la mia timidezza. È quasi inconcepibile per me vedermi davanti ad un pubblico. Anche solo i vicini che mi sentono quando mi esercito con la chitarra a casa (rigorosamente da solo) mi irrigidiscono. Secondo voi cosa dovrei fare? Coltivare il mio sogno, ignorare gli amici o cercarli. Ma dove e come???? E i genitori??? E i componenti per il gruppo?? Sono troppo vecchio per intraprendere questa strada??? E poi dove dovrei rivolgermi in caso di formazione del gruppo??? Gradirei una vostra opinione, grazie di cuore. Vi chiedo solo di non darmi la solita risposta: sii sicuro di te stesso o ascolta il tuo cuore o abbi fiducia in te.
gioby87

Risposta

Caro Gioby87, ci scusiamo per il ritardo con cui ti giunge risposta...
Venendo alla tua lettera: quante domande!!! E quanti punti di domanda!!!
Perché non cominciare col considerare i '?' come una possibilità positiva, piuttosto che viverli con ansia? Certo, è comprensibile che un ragazzo della tua età abbia dei sogni e dei progetti e, confrontandosi con il presente, possa chiedersi se è possibile o se ce la farà a realizzare i propri obiettivi (soprattutto quando non si possono condividere con altre persone come coetanei o familiari), ma se ti sforzi di guardare la cosa da un'altra prospettiva, quest'incertezza implica anche delle possibilità tutte aperte. Se, per esempio, non so ancora cosa 'farò da grande' posso sentirmi un po' insicuro del mio futuro, pensarmi in diversi modi, ma questo significa che ho ancora molte possibilità di scelta. Quindi, i punti di domanda sono possibilità aperte sulla realizzazione dei propri sogni.
Ma che fare con la realtà presente? Genitori che non capiscono, amici che non la pensano come te, timidezza che rischia di frenarti... Io, in tutta onestà non conosco la vita di Bob Marley, ma non credi che anche lui abbia avuto all'inizio delle difficoltà e abbia incontrato strada facendo degli ostacoli? Se no, come avrebbe potuto diventare secondo le tue parole 'sapiente filosofo, politico rivoluzionario'?
Tu mi chiedi un opinione sulla tua situazione di vita: mi pare che tu stia 'costruendoti' una tua personale filosofia di vita e, di conseguenza, vorresti che le tue scelte di vita fossero coerenti con essa. Non c'è niente di male in questo, solo che forse ti sarebbe utile considerare i tuoi valori come una delle scelte possibili, come la scelta più adatta a te. Questo ti potrebbe permettere di accettare che gli altri facciano scelte diverse e, pur non condividendole, riuscire a stare in loro compagnia ed essere meno solo. Magari potrai fare delle distinzioni: ci saranno gli amici con cui hai voglia di uscire e di scherzare, quelli con cui senti che vale la pena dialogare e confrontarsi anche se non la pensate allo stesso modo e quelli che condividono alcune idee o scelte con te con cui costruire qualcosa. Onestamente non so dirti se sei ancora in tempo per tentare di sfondare nel mondo della musica: non sono una talent scout! Ma se devo basarmi sulle mie conoscenze di musica mi verrebbero due considerazioni: la prima è che non tutti i cantanti hanno 'sfondato' da giovanissimi e qualche volta la fortuna, il caso o come lo vuoi chiamare ha dato una mano. E la seconda considerazione è che se ami la musica tanto da farne un hobby importante forse puoi provarci ad investirci un po' di tempo ed energie (formare un gruppo, suonare per locali,...) e stare a vedere come va! Nella peggiore delle ipotesi avrai coltivato un hobby in cui puoi esprimere te stesso. E la timidezza? Mai sentito interviste con cantanti o attori, che si dicono timidissimi? Penso ad esempio ad Alex Britti, a Robbie Williams,... eppure non lo diresti mai vendendoli "all'opera". Spesso dietro la timidezza si nasconde la paura di ricevere un giudizio negativo dagli altri che andrebbe a ferire la nostra considerazione di noi. Ma come puoi sapere se riceverai fischi o applausi, se non ti esponi un po'? In altre parole, penso che la timidezza si combatte 'sul campo' e strada facendo, in parte rendendosi conto che i timori di giudizi negativi non sono in realtà così fondati (qualcuno magari non capirà la tua musica ma qualcun altro la apprezzerà), in parte non dando così tanta importanza al giudizio degli altri...e chiedendoti se tu sei il primo fan o il primo 'tira-pomodori' di te stesso.

Youngmail

Diploma o lavoro?

19/01/2004: di G, 16 anni

Domanda

Cara youngmail, sono una ragazza delle superiori. Faccio una scuola per cui ho la possibilità di fermarmi al terzo anno o di fare i cinque anni. Ovviamente ho il diploma vero e proprio solo se faccio i cinque anni. Solo che io sono proprio stanca di studiare e avevo pensato di fermarmi e cercare lavoro. Mia madre però dice che così è difficile trovare lavoro e che il diploma è meglio. Anche perché secondo lei fermarsi sarebbero risorse mentali sprecate. A me questo discorso non piace, ma è davvero che senza diploma non trovo lavoro? Grazie

Risposta

Cara G., penso che avere un diploma oggigiorno è un requisito importante nel mondo del lavoro. Non è che se non ce l'hai sei tagliata fuori da tutto, ma sicuramente con il diploma hai una marcia in più, sia per quanto riguarda il numero che il tipo di possibilità di lavoro che puoi trovare. Forse dovresti considerare la tua non - voglia di studiare non come l'elemento determinante la tua scelta, ma come uno dei fattori da considerare. Mi spiego meglio: probabilmente così come senti la fatica dello studio, dall'altro ci saranno anche delle cose che ti fanno pensare che sarebbe meglio continuare. Perché non mettere le une e le altre ragioni su una 'bilancia'? Per esempio dividendo un foglio bianco a metà e scrivendo da una parte cosa ti spinge a interrompere (ad esempio: non ho molta voglia di studiare, desidero avere una autonomia economica,...) e dall'altra cosa ti spinge a continuare (ad esempio: un diploma mi è più utile un domani, posso aspirare a posti di lavoro migliori, mi dispiace lasciare le compagne di classe). Alla fine puoi dare un peso, un'importanza a tutte le voci del tuo elenco e la tua decisione sarà un po' più frutto di una riflessione attenta. Auguri!

Youngmail

Il mio ex, il mio lui, gli altri..e la mia serenità interiore?

06/10/2003: di S, 25 anni

Domanda

Ciao, ho deciso di scrivere questa mail perchè da un anno circa non riesco più a essere felice. Sono costantemente inquieta, insicura, insofferente. Per farti capire, forse devo iniziare il mio racconto, che ha inizio a metà luglio dell'anno scorso.
Dopo 7 anni di fidanzamento ho lasciato il mio ragazzo: con lui avrei dovuto sposarmi quest'anno. Pertanto l'ho lasciato a meno di un anno dall'ALTARE.
Sappi che avevamo già prenotato villa, catering, chiesa, fotografo. E la casa era pronta, erano già arrivati i primi mobili quelli del bagno. Famiglie estusiaste, amici lo stesso, e il mio ragazzo anche. L'unica a non essere contenta ero io: nei pochi momenti di lucidità a cui mi lasciavo andare ero perfettamente cosciente del fatto che io non lo amavo più e che non era lui la persona che avrei voluto sposare. Ma come facevo a dirglielo? E come avrei potuto dirlo ai miei genitori? Troppa sofferenza, troppo dolore. Per questo motivo mi sono fatta trascinare in questa situazione ed inerte sono andata avanti autoconvincendomi che questa era tuttavia la cosa giusta da fare: un ragazzo con cui ho condiviso la mia adolescenza, che mi voleva bene, la mia famiglia e la sua che ci amavano, tante esperienze in comune, anche se una vita sessuale praticamente nulla. A dire la verità, presa dalla foga dell'organizzazione del matrimonio (io sono innamorata dell'idea del matrimonio) mi ero anche quasi convinta di essere felice. Certo, mancavano alcuni elementi alla mia vita di coppia, ma vedevo che anche altre coppie dopo tanti anni non erano più super affiatate. Infatti eravamo un po' scesi nella monotonia, non mi divertivo più tanto quando stavo con lui, se non lo vedevo non era un problema, a volte stavo pure meglio. Ma ho pensato "Be è normale dopo tanto tempo".
MA COME ALLORA SONO RIUSCITA A LASCIARLO?
La cosa è stata veramente "strana", un segnale penso mandato da Dio che mi ha visto soffrire senza poter in alcun modo venirne fuori. È arrivato in ufficio un ragazzo, un tecnico del computer, che mi ha fatto andare fuori di testa, una Cotta bella e buona: dopo tanto tempo, ho riprovato sensazioni che non sapevo più cosa fossero, mi sono risentita VIVA, un'altra persona, finalmente me stessa. E allora ho capito che non avrei potuto recitare ancora a lungo. E ho trovato la forza di mandare tutto all'aria. Ho passato tre giorni a piangere continuamente, a non mangiare prima di riuscire a dirlo ai miei e al mio ragazzo. E quando ci sono riuscita, col cuore in mano sono stata molto sincera e ho confessato una crisi che era in atto inconsciamente o coscientemente da troppo tempo. Da lì ho cominciato a soffrire nel vedere i miei genitori soffrire come cani bastonati, il mio ex ragazzo l'ho visto cadere in depressione, dimagrire in maniera vertiginosa, senza più la terra sotto i piedi. E tutto questo mi ha mandato in tilt, per diverse settimane ho avuto crisi di pianto quasi ogni giorno, ho perso diversi chili, ho sofferto molto. Sottolineo anche che con il tecnico del computer poi non è successo niente - un colpo di vento insomma. Ma un po' alla volta ho cominciato a riacquisire il mio equilibrio, il mio rapporto con i miei genitori e parenti più stretti, persino l'amicizia con alcune persone. Ho ricevuto diversi giudizi anche cattivi, sai, in un paese le dicerie ... ma lo sapevo, l'avevo messo in preventivo Poi mi sono innamorata di un ragazzo del paese che era già stato nella mia compagnia, che era conosciuto anche dai miei, dal mio ex e dopo poco più di un mese da quando mi sono lasciata stavo con lui e ci sto ancora. Da lì mi sono attirata le antipatie di tutti e i cattivi giudizi della massa. E questo ha giocato un ruolo decisivo nella mia stabilità interiore. Mi sono ritrovata con tutti i componenti della mia compagnia che mi hanno voltato le spalle, mi sono ritrovata a veder soffrire ancora di più il mio ex, e a perdere anche la mia migliore amica. Solo perchè tutti si sono fermati all'apparenza, senza conoscere la verità di fondo. A questo si è aggiunto il fatto che il mio attuale ragazzo aveva notevoli problemi, lavorativi, economici principalmente che ci ha portati ad isolarci molto quest'inverno e a essere malvisti da tutti, come quelli che si ritengono migliori di tutti. Spesso ho avuto crisi e le ho attualmente. Questo perchè mi vedo ora senza la compagnia con cui uscivo da 10 anni ormai (anche se sono consapevole che non si sono dimostrati dei veri amici), perchè vedo il matrimonio come qualcosa che avevo quasi sfiorato e che ora non riuscirò più a raggiungere, perchè leggo in faccia del mio ex tutto il male che gli ho procurato, perchè ho paura che non riuscirò mai a cancellare il dolore generato nei miei. Col mio ragazzo poi entriamo spesso in contrasto e questo mi fa stare ancora più male. Lui mi sta accanto quando serve, ma a volte da la precedenza ad altri suoi impegni, e io mi sento l'ultima ruota del carro, oppure mi fa battutine che mi feriscono, anche se lui dice che lo fa solo per sdrammatizzare e non per farmi del male. Ti faccio un esempio: è da mesi che gli chiedo di pianificare le ferie, ma per problemi economici suoi non abbiamo potuto farlo: abbiamo rimandato, e ora che sembra che le cose gli vadano meglio, non ha ancora detto "Be allora adesso possiamo decidere dove andare". A volte sembra che non si renda conto di cosa è importante per me, che se lui mi dice sabato ti porto al mare, io ci conto, e invece poi per un motivo o per l'altro le cose non vanno mai così. Perchè non gli piace pianificare nella sua vita, ama vivere alla giornata, mentre io sarei più una tipa che ama pianificare. Poi vuole a tutti i costi che entri in confidenza con i suoi, ma io non ci riesco, non almeno dopo così poco tempo visto che sono una persona timida di natura. Non è proprio il tipo che mi riempie di attenzioni, complimenti sì, ma da quanto tempo non mi porta neanche un fiore.
Insomma ci son tante cose che non mi piacciono in lui, ma io sento di volergli bene, infatti ci sono anche aspetti che amo molto di lui. E penso che se faccio fatica a tollerare alcune cose è per la situazione di stress che mi trascino da quasi un anno: sono stata quasi direi in gabbia per tanto tempo e ora, ogni volta che qualcuno mi dice qualcosa che non è quello che voglio sentirmi dire, mi sembra di avere tutto contro. In questo momento desidero solo raggiungere la tranquillità interiore, l'equilibrio emotivo, basta sofferenza, chiedo un po' di felicità per rendere più tranquille anche le persone che mi stanno accanto. Vorrei tanto trovare il modo per venir fuori da questo circolo, ne ho bisogno, a soli 25 anni sento addosso il peso delle esperienze come se fossi una vecchia. Grazie ciao

Risposta

Carissima S., anzitutto mi devo scusare per il ritardo con cui ti rispondo.
Problemi tecnici indipendenti da me e legati al sito mi hanno fatto ricevere solo oggi la tua lettera. È una lettera lunga e molto ricca e questo mi fa immaginare che quest'ultimo anno oltre ad averti caricata di eventi e situazioni difficili, ti abbia reso molto pensosa, riflessiva. Interrompere un rapporto che dura così a lungo è sicuramente un grosso cambiamento e decidere di 'buttarsi' sicuramente ti deve aver richiesto molto molto coraggio. Non so se ti può consolare, ma capita di frequente che l' organizzazione del matrimonio sia un banco di prova per il rapporto di coppia. E, se ci pensi, è un bene che prima di fare una promessa tanto impegnativa uno senta una vocina che gli dica che forse non è pronto o non è con la persona giusta! Anche quando questo capita, com'è successo a te, non sempre si ha la forza di chiudere un rapporto che, per quanto monotono, è carico di affetto, dà sicurezza e rappresenta - nel tuo caso in particolare - un bel pezzo di storia di vita insieme. È uno strappo difficile da ricevere come da dare. È un po' come un intervento chirurgico doloroso: si vorrebbe rimandarlo, magari evitarlo, ma in fondo al cuore si sa che affrontare la difficoltà è l'unica strada giusta per 'guarire'. Così tu hai pagato a prezzo molto alto la tua onestà e coerenza. Immagino sia stato doloroso e ti abbia fatto sentire in colpa vedere piangere il tuo ex-ragazzo, sapendo al contempo che non volevi farlo soffrire, ma che evitargli questo dolore significava imbrogliarvi entrambi e vivere un futuro infelice. Così i tuoi genitori, che probabilmente hanno visto infrangersi sogni che credevano già realtà, non ti hanno compresa. E gli amici, che non capendo la tua scelta hanno trovato più semplice allontanarsi o giudicarti per la tua scelta! Nonostante tutti questo sei riuscita a rialzarti e a trovare un nuovo amore. E ora ti trovi a fare i conti con un bilancio ancora pesante: un equilibrio emotivo che ancora fatica ad assestarsi, un rapporto in cui ti senti divisa tra aspetti che non ti piacciono ed altri a cui senti di tenere davvero, l'autostima che 'zoppica'. Che fare? Se fossi al tuo posto, cara S., comincerei a considerare quanto la tua scelta coraggiosa, sebbene a fatica compresa, abbia in realtà fatto bene a tutti. Considera cosa sarebbe accaduto se tu avessi 'retto la commedia': il tuo ragazzo, che ora sarebbe tuo marito, vivrebbe la tristezza o la rabbia di avere accanto una moglie che non si sente attratta da lui e che lo ama più come un fratello che come un compagno; tu probabilmente saresti infelice o, nella migliore delle ipotesi, tremendamente annoiata, in un rapporto dall' elettrocardiogramma piatto e ti biasimeresti per non aver rotto prima che fosse tardi. C'è da immaginare che questa situazione di forte frustrazione per entrambi non sarebbe durata a lungo e che uno dei due o entrambi avreste mandato presto in crisi il rapporto. E i tuoi genitori? Immagini più terribile per loro l'infrangersi di aspettative irreali o il vederti infelice in un matrimonio con alta probabilità di fallimento? E gli amici? Se non si sono dimostrati comprensivi nei confronti della separazione prima del matrimonio, figuriamoci in caso di crisi dopo!! La tua scelta ha permesso di scrivere un futuro diverso: ora sia tu che il tuo ex ragazzo potete costruirvi una vita più felice per entrambi. I tuoi genitori, seppur delusi, potranno un giorno avere la gioia di vederti sorridente all'altare, sapendoti felice e gli amici.a che servono degli amici che accettano solo di vedere una facciata e non si preoccupano che tu stia bene davvero? Vedendo così i fatti, forse sarai meno severa con te stessa. Sì, perché gli altri possono anche giudicarti dall'esterno, ma tu che sai molti dei perché delle tue scelte, tu dovresti essere meno spietata verso te stessa e pensare che hai tutto il diritto di essere felice, che te lo meriti, che sei una persona sincera e coraggiosa, anche se gli altri non te lo riconoscono. Allora, come secondo passo, al tuo posto cercherei di fare pace con me stessa: è indispensabile se vuoi recuperare un po' di equilibrio emotivo. Che significa fare pace con se stessi? Significa smettere di fare la parte del genitore critico che, con le mani ai fianchi e la faccia seria, critica ogni scelta che compi, facendoti credere che non sei in gamba. Smetti di 'boicottarti' anche tu: chiediti più spesso cos'hai voglia di fare, cosa ti piace, cosa desideri, cosa manca alla tua vita per essere felice e non aver paura a mettere in campo un po' di sano egoismo per raggiungere il benessere. Penso che quando (e sottolineo il quando, non il se) riuscirai a guardarti allo specchio e a sorriderti con tenerezza, potrai anche essere più serena nelle tue scelte future: decidere ad esempio se la persona con cui stai è quella che fa per te o no; ma anche far valere in questo rapporto le tue esigenze e le tue ragioni. Portare avanti la tua vita senza sentirti troppo vincolata dalle aspettative, anche se a fin di bene, dei tuoi. Trovare dei nuovi amici, ricucire lo strappo con alcuni di quelli perduti o semplicemente dir loro quanto sei stata delusa per il loro scarso interesse alle tue emozioni e alla tua sensibilità. Sono vie tutte percorribili se riesci a sentirti più tranquilla con te stessa, se riesci a dirti con crescente convinzione che meriti di essere felice e che non c'è alcuna colpa che tu debba espiare, anche se c'è stata così tanta sofferenza: hai solo risparmiato un dolore successivo più grande e sicuramente non era in tuo potere modificare i tuoi sentimenti. Ti faccio i più grossi auguri! Se vuoi, scrivimi ancora e fammi sapere come stai!

Youngmail

Futuro: il mio o quello che i miei hanno preparato x me?

29/09/2003:lettera non firmata

Domanda

Cara youngmail, sono una figlia adolescente di commercianti. I miei hanno un negozio di libri in una grande città e si aspettano praticamente da sempre che io mi occupi della stessa attività. Il problema è che io non ne ho nessuna intenzione! E loro lo sanno. Più volte sono entrata in argomento, ma sempre con il medesimo risultato: litighiamo. Loro dicono che questa è una professione privilegiata perché consente di tenersi sempre aggiornati e di avere un bagaglio culturale eccezionale, ma a me non va...mi sento costretta a vivere un futuro già scritto da loro per me!! Che posso fare? Come far capire loro qualcosa di tutto questo? Anche perché ora, non appena entro in argomento, loro non mi lasciano quasi più parlare (perché non vogliono sentire una realtà scomoda) e tagliano corto! Grazie.

Risposta

Cara amica. Non dev'essere piacevole immaginarsi il nostro unico futuro già programmato in anticipo....tanto più dagli altri! E se anche lo fanno 'per il tuo bene', che ne è della tua idea del 'tuo bene'? Quasi quasi, se anche tu avessi voglia di fare la libraia, verrebbe voglia di ribellarsi per partito preso...che dici? E forse, la prima cosa da chiarire non è tra te e i tuoi ma proprio dentro di te. È comprensibile che tu ti senta messa in trappola e costretta dalle pressioni dei tuoi genitori, così come che tu non ti senta considerata come una persona con propri desideri e interessi, che sa decidere autonomamente per il suo futuro. Ho anche l'impressione, però, che tu sappia bene da cosa vuoi scappare ma un po' meno bene dove vuoi andare. Che cosa vorresti fare 'da grande' se potessi decidere liberamente (ma anche concretamente)? Che carriera immagini ti piacerebbe intraprendere, sapendo che ti alzerai tutte le mattine per portarla avanti? Che lavoro ti vedi fare a 30 anni?
È importante capire ciò che non fa per te, ma forse ancora più importante è capire cosa fa per te, altrimenti corri il rischio di allontanarti da un percorso già stabilito, ma senza sapere che strada intraprendere! E poi, mi chiederai, come comunicare con i miei? Non so se possa essere un'idea, ma pensavo che forse sarebbe utile spiegare loro le tue ragioni senza necessariamente avere un confronto immediato, lasciando loro il tempo di comprendere alcune cose e di 'digerirne' altre. Una lettera o, perché no, un racconto che parlino delle tue ragioni, dei tuoi desideri per il futuro, ... Così i tuoi genitori potranno prendersi tutto il tempo che vogliono per rifletterci, senza doversi difendere nell'immediato con una risposta negativa. Auguri!

Youngmail

Diario...a prova di mamma!

18/08/2003: di Scrittrice, 16 anni

Domanda

Cara youngmail,
sono una ragazza di 16 anni. Amo molto scrivere. Per me è una valvola di sfogo importantissima, tanto che tengo un diario quotidiano delle cose che mi succedono. Forse sembrerà una cosa d'altri tempi, ma a me piace molto... Ed è proprio a causa di questo diario che vi scrivo. Pensavo, infatti, che fosse uno sfogo personale che tale doveva restare e invece l'altro giorno ho scoperto mia madre che se lo leggeva. Lo tenevo sotto il materasso, pensando che fosse un posto sicuro...invece lei, forse cambiando il letto, o non so come, lo ha trovato...non so da quanto tempo lei lo legge... Quando l'ho smascherata, lei ha detto che è successo due sole volte e che non lo farà più se mi infastidisce...Se mi infastidisce??? Mi fa venire una rabbia atroce! Come si permette? Vorrei poterle credere, ma non ci riesco e non mi riesce di pensare ad un posto più sicuro, dove la sua curiosità non possa arrivare. Come posso fare? Non voglio rinunciare a scrivere.

Risposta

Cara amica 'scrittrice', benvenuta nella nostra rubrica. Penso che il diario personale in cui annotare tutto ciò che accade e si vive, possa essere un primo importante spazio di privacy che segna l'inizio di un graduale passaggio: dalla fase di bambina, legata e dipendente dai genitori, alla fase di adolescente alla ricerca dell'indipendenza e della propria identità adulta. Perciò è sicuramente importante che tu ti senta libera di fare dei pensieri e delle considerazioni che sono solo tue e che decidi di non condividere con i tuoi genitori. Non è detto, però, d'altro canto, che loro siano pronti a questo! È possibile che per mamma vedere che tieni dei segreti per te, o che cresci e cominci a diventare un mistero, sia un cambiamento difficile da accettare. Forse, leggendo il diario, voleva capire meglio cosa vivi e accertarsi che sia tutto ok. Non voglio assolutamente giustificarla: non aveva il diritto di violare la tua privacy, ma forse è utile che - quando si sarà un po' calmata la rabbia - tu le parli e le dica che consideri un' "invasione di campo" quello che lei ha fatto e che se c'è qualcosa che la preoccupa o non capisce di te è molto meglio che te lo chieda direttamente! Poi, per proteggere meglio le tue riflessioni, potresti procurarti uno di quei diari con il lucchettino...non sono certo lucchetti a prova di 'curiosi', ma potrebbe essere un'utile promemoria alla mamma di quanto tu ci tenga ai tuoi spazi, qualora anche il prossimo nascondiglio venga scoperto.

Youngmail

Papà lascia mamma: che posso fare?

11/08/2003: di Lettera firmata

Domanda

Cara youngmail, mio padre ha deciso di lasciare mia madre e andarsene di casa...io non lo trovo giusto e penso che entrambi si vogliano bene e stiano prendendo una decisione sulla base della rabbia del momento e dell'orgoglio! Mia madre ha tradito mio padre...è successo tempo fa, ma mio padre l'ha scoperto da poco. La storia con l'altro si è conclusa da tempo, di questo sono sicura perché mia madre le cose me le dice e lei è tornata da mio papà convinta di lui...solo che lui non accetta di essere stato tradito e da lì sono iniziati i litigi e i rinfacciamenti...ma si vede che si vogliono bene! Io vorrei che ci pensasse un po' con più calma! Che posso fare?

Risposta

Cara amica, in realtà c'è ben poco che tu possa fare! Il rapporto è tra tua mamma e tuo papà e solo loro possono valutare che futuro dare alla loro relazione. È possibile che in realtà il tradimento (o la scoperta di questo da parte di papà) abbia portato a galla difficoltà tra loro due che tu non conosci e che niente hanno a che fare con il tradimento. Oppure è possibile che le cose stiano come dici tu e che la rabbia e l'orgoglio acciechino in questo momento i tuoi genitori. In tal caso forse la cosa migliore è che ciascuno dei due si prenda un po' di tempo per riflettere da solo...se si vogliono ancora bene come tu dici e a mente fredda valutano che le difficoltà tra loro sono superabili, sapranno anche tornare sui loro passi. L'unica cosa che tu puoi fare è dire loro quanto ti dispiaccia questa situazione e quanto vorresti fosse possibile trovare una soluzione...ma poi la decisione e la responsabilità della scelta non sono tue! Auguri!

Youngmail

Vacanze coi miei anzichè con l'amica: accidenti!

07/07/2003: di E, 16 anni

Domanda

Cara youngmail, sono una ragazza di 16 anni. Il mio problema rispetto a tanti che ho letto nella vostra rubrica può sembrare banale, ma ho pensato che dato che dato che avete tante idee potreste aiutare anche me a capire come comportarmi. Ho appena terminato la terza superiore e sono stata promossa anche bene. Come regalo avevo chiesto ai miei di permettermi di andare una settimana in vacanza con una mia amica noi due da sole. Loro, prima di sapere la promozione, mi avevano detto che si sarebbe visto... ma quella risposta che per me era un mezzo sì per loro è diventato un no! Non solo, ma dopo il no si attendevano che io facessi i salti di gioia quando mi hanno annunciato che avevano prenotato due settimane di ferie in un hotel in un villaggio tutti insieme: loro due, io e quel rompi... di mio fratello (13 anni di supplizio, sigh!?). Che posso fare? Io e la mia amica c'eravamo riservate proprio una di quelle due settimane!

Risposta

Carissima E., probabilmente ciò che è accaduto ti ha delusa e ti ha fatta arrabbiare, ma forse ti ha anche insegnato una cosa importante: come una comunicazione non chiara può assumere significati completamente diversi a seconda delle intenzioni di chi la dice e di chi l'ascolta. I tuoi genitori, infatti, potrebbero dirti che non ti hanno mai detto di sì e che la loro frase semplicemente significava che avreste pensato alle vacanze successivamente alla promozione ... e infatti così hanno fatto (anche se non nel senso da te sperato!). D'altro canto tu potresti controbattere loro che quel 'vedremo' era in risposta alla tua richiesta di vacanza con l'amica e che la risposta lasciava adito a buone speranze di un sì. In realtà discutere su quale delle due versioni sia quella vera difficilmente vi porterà da qualche parte, perché tutte e due sono vere a seconda del punto di vista... Quello che forse puoi fare è cercare una soluzione - compromesso che possa conciliare il loro entusiasmo per una vacanza "tutti insieme appassionatamente" e lasci a te lo spazio per divertirti con la tua amica. Che so, potresti 'patteggiare' con i tuoi che andrai con loro in vacanza al villaggio, chiedendo però di portare con te l'amica e avendo una stanza tutta per voi. In questo modo ci potrebbero essere dei momenti che passi insieme alla tua famiglia e degli altri che siete solo tu e la tua amica. Un'altra idea potrebbe essere che fai dieci giorni di ferie con loro nel villaggio e che poi loro ti permettano di continuare le vacanze per conto tuo i rimanenti cinque giorni con la tua amica in un'altra località. Forse rispetto ai progetti che ti eri fatta, l'idea di un compromesso non sarà così allettante, ma il rischio potrebbe essere che se decidi di portare avanti la tua 'causa' si ingaggi una battaglia. E, si sa, nelle battaglie la conclusione vede sempre un vincitore e un perdente... diciamo che un compromesso potrebbe essere considerato un po' come un tentativo di uscirne entrambi almeno in parte vincenti! In bocca al lupo!

Youngmail

Vacanze...deprimenti!

16/06/2003: di Scorpione '87, 16 anni

Domanda

Cara youngmail, sono un ragazzo di 16 anni...quasi 17. Il mio problema sono le vacanze. Quest'anno avrei voluto andare in vacanza con i miei amici, ma i miei genitori sono stati irremovibili. "No! In vacanza si va anche quest'anno tutti e tre appassionatamente insieme. Sai che bello: il mare, il sole, le passeggiate... eppoi le partite a carte noi tre." A sentirli parlare, alla sola idea, mi veniva da vomitare e mi sarei ribellato alla grande se il pacchetto vacanze non fosse stato così proposto: "Facciamo un patto: se tu vieni in vacanza con noi, ti paghiamo la patente l'anno prossimo". Ovviamente è chiaro che niente vacanza in famiglia, niente patente! E i miei sanno quanto ci tengo a prenderla!
D'altro canto penso che quelle di questi anni siano veramente le vacanze che poi nella vita si ricordano e io non vorrei trovarmi a ricordare mio padre sulla sdraio a fare la settimana enigmistica o le partite a scala 40 con i miei e improvvisati amici della loro generazione: è deprimente!!!!!! Cosa posso fare?

Risposta

Caro 'scorpione '87', capisco che a 16 anni andare in vacanza con i propri genitori non sia il massimo che si possa chiedere alla vita, tuttavia da come mi descrivi la situazione non sembri avere molte alternative... Certo, potresti sempre rimandare il pacco offerta al mittente, considerando la possibilità di trovarti un lavoretto estivo o part time a settembre per racimolare il necessario per la patente, oppure potresti 'patteggiare' per una ferie congiunta solo per una parte del periodo...che so, magari passi una settimana al mare con i tuoi e un'altra settimana con gli amici. Oppure in alternativa, se i tuoi amici sono d'accordo, potresti provare a proporre ai tuoi di andare in vacanza con gli amici nella stessa loro località, promettendo loro qualche mezza giornata insieme e il resto del tempo trascorrerla con i tuoi amici...
Se le vie precedenti non fossero percorribili puoi sempre cercare di porre 'qualche clausola salvavita' al contratto. Magari qualcosa del tipo di poter far tardi la notte se ti trovi degli amici nel posto di villeggiatura, oppure poter portare con voi un tuo amico, o che i tuoi amici (magari quelli che in quel periodo sono a casa) possano venire a trovarti nel week-end. Le idee che si possono tirare fuori dal cilindro sono tante e la tua voglia di ferie con gli amici è più che legittima, ma penso sia anche importante che tu rifletta qualche minuto sul rapporto con i tuoi genitori. Il 'pacchetto vacanze' che ti hanno offerto ci dice che loro si rendono conto che andare a 16 anni in vacanza con i genitori non sia il top, ma certamente d'altro canto desiderano passare un po' di tempo con te...forse hanno la sensazione che stai crescendo e presto sfuggirai loro, diventando adulto, così magari cercano di darci dentro finché possono nel trascorrere tempo con te. Cercare di 'contrattare' con loro non significa solo cercare di salvare qualche giorno di vacanza dalla noia, ma anche cercare di dare una gradualità al tuo distacco: per te e per loro. Cioè, se è vero ed è naturale - fa parte della vita - staccarsi dai propri genitori per diventare persone autonome, è vero anche che questo non dev'essere fatto per forza d'improvviso, in un unico 'strappo'. Forse un distacco più graduale è più su misura di tutti voi... e gli ingredienti per un distacco graduale sono la capacità di contrattare, scendendo anche talvolta a compromessi, il tentativo di dialogare (non importa se poi non sempre riesce) e lo sforzo di conciliare l'affetto reciproco che ti lega ai tuoi da un lato e la tua comprensibile voglia di libertà e divertimento dall'altro! In bocca al lupo e...buone vacanze!

Youngmail

Mamma con il suo fidanzato..almeno quando io sono fuori casa!

09/06/2003: di Lettera firmata, 21 anni

Domanda

Cara youngmail, sono una ragazza di 21 anni, figlia di separati. I miei si sono separati diversi anni fa. Mio papà aveva un'altra, mia mamma no ma non poteva accettare che mio papà l'avesse tradita. Così, dopo lunghe discussioni, riavvicinamenti e allontanamenti, si sono lasciati definitivamente e io sono rimasta con mamma. Per un sacco di tempo io e lei sole. Ad alti e bassi, lei iperprotettiva io ribelle, ma pur sempre un forte legame...tanto che ho imparato a considerare me e lei la mia famiglia. Sapevo che sola era triste e che sarebbe stato giusto che anche lei come mio papà avesse un'altra chance, ma capivo anche che era rimasta troppo scottata dal fallimento del matrimonio. Così, senza mai parlarne, pensavo che lei sarebbe stata solo la mia mamma per sempre. Poi un giorno di qualche mese fa mamma arriva a casa accompagnata da un uomo più giovane di lei che mi presenta come il suo compagno o fidanzato o non ricordo che, ma comunque il concetto era che era il suo uomo. Mi dice che si frequentano da qualche mese e che siccome io sono la cosa più importante della sua vita vuole mettermi a conoscenza di questo rapporto. Io all'inizio ero un po' interdetta, poi sono stata contenta, quasi sollevata perché ho pensato che se prima o poi me ne vado di casa non lo faccio con il magone di lasciarla ad invecchiare da sola. Poi però, in seguito ad alcuni episodi imbarazzanti è subentrata anche la rabbia. Nello specifico, alcune volte che sono rientrata a casa li ho sorpresi a fare sesso. Non è che li abbia trovati in cucina sul tavolo o sotto la doccia, ma i rumori provenienti dalla camera da letto erano inequivocabili e sentire mia madre così mi ha fatto sentire tremendamente in imbarazzo... Loro ovviamente non si sono accorti di me e io una volta sono uscita nuovamente da casa e un'altra mi sono chiusa in camera con le cuffie a tutto volume. Ora, capisco che per loro è una cosa più che naturale e non sono così bigotta da pensare che non dovrebbero farlo in casa, solo vorrei che non lo facessero quando ho le orechie attive. Del resto sono fuori casa molto spesso e la notte dormo. Mia madre sa i miei orari pomeridiani e serali e in quelle circostanze era facile che potessi arrivare da un momento all'altro...doveva metterlo in preventivo! Oltretutto sono infastidita anche altre volte in loro presenza...mi sento il terzo incomodo o a volte non trovo giusto che mia madre esca e non si sa a che ora torna... Ho provato ad affrontare il discorso con lei ma ogni volta che cerco di parlargliene mi assalgono due emozioni: la vergogna e la paura che lei magari tronchi il legame con quell'uomo per il timore che io sia gelosa o mi senta trascurata (cosa che assolutamente non è). So che il dialogo aperto, sincero, diretto sarebbe la via più breve ma in questo momento non me la sento. Così, dopo averci a lungo riflettuto ho pensato che forse potrei scriverle delle lettere in cui le spiego quello che sento e le chiedo di trovare insieme una soluzione che vada bene per entrambe, rassicurandola sul fatto che il suo fidanzato non è un problema per me, che io sono contenta di questa sua novità, ma che alcune situazioni possono essere per me decisamente spiacevoli! Che ne dite? Questa storia delle lettere può essere una soluzione? Potrebbe funzionare o no?

Risposta

Cara amica: è comprensibile che questa nuova situazione ti infastidisca e ti crei disagio. Penso sia naturale, senza che ciò significhi che non sei contenta che tua madre abbia trovato un compagno! Questo vale tanto più per le situazioni imbarazzanti in cui ti sei trovata... Quindi sono d'accordo con te che è importante cercare un modo per trovare un compromesso, un punto di equilibrio in cui possiate stare entrambe bene e a vostro agio. Forse la soluzione che hai trovato non è la più diretta, ma chi dice che non può funzionare? Magari ci vorrà più tempo, ma del resto non tutte le scorciatoie si rivelano delle strade che conducono effettivamente alla meta. A volte, ascoltare ciò che si sente di fare e trovare una soluzione che non forzi troppo la mano su ciò che sentiamo (scrivere) si rivela la cosa migliore anche quando si potrebbero intravedere vie più brevi (parlare direttamente).
Scrivere, inoltre, potrebbe avere un duplice vantaggio: oltre a quello che tu speri di ottenere, cioè chiarire le cose con mamma segnalandole il tuo disagio senza compromettere la sua nuova relazione, può essere un modo per te di riflettere sulla situazione in cui ti trovi, capire bene cosa ti infastidisce, cosa invece ti ritieni disposta a tollerare o superare. Insomma, scrivendo puoi anche chiarirti le idee, in modo da riuscire a comunicare poi meglio anche con mamma.
A questo proposito penso potrebbe esserti utile "scrivere in due fasi". In una prima fare potresti scrivere tutto ciò che ti passa per la mente nel modo più spontaneo che ti viene, cioè di getto. Poi, dopo aver lasciato depositare per un po' le idee, potresti riprendere quanto scritto e selezionare le cose importanti che vuoi che mamma sappia, trovando anche il modo più adatto per comunicarglielo. Datti un periodo di prova per vedere se questo modo funziona, forse sarà necessario avere un po' di pazienza...non aspettarti che dopo la prima lettera le cose già cambiano nel modo che tu ti attendi, perché mentre per te il problema e la sua soluzione sono già abbastanza chiari e ci hai riflettuto a lungo, mamma invece deve pian piano capire anche il tuo punto di vista e trovare un adattamento che permetta a te di vivere più serenamente e a lei di rifarsi una vita. E non mi riferisco solo alla questione della sessualità , ma anche più in generale ad un equilibrio che lei ha probabilmente bisogno di trovare tra il fare la mamma e la il fare la donna innamorata che 'ha trovato una seconda chance' come tu ti auguravi. In bocca al lupo!!

Youngmail

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