Youngmail è una rubrica interattiva tra giovani ed operatori esperti

È un servizio di consulenza gratuito on-line offerto
dai Consultori Familiari dell'ULSS di Vicenza

Come puoi vedere ci sono tanti argomenti di cui puoi parlare: sessualità, contraccezione, rapporti di coppia, con amici, con gli adulti intorno a te, problemi, dubbi o riflessioni personali,...
Scrivendoci potrai chiarire dubbi, ricevere informazioni utili, avere uno spazio di confronto e riflessione ed eventualmente dei consigli.

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Comportamento infantile

29/08/2006: di Mariantonietta, 16 anni

Domanda

Cara youngmail, ho un problema che mi assilla da ormai 16 anni... premetto che so che è una cosa molto infantile, ecco: io mi succhio il pollice e non riesco proprio a smettere. Appena sono da sola, lo metto subito in bocca e mi tocco il lobo dell'orecchio.. I miei stanno spendendo un sacco di soldi x l'apparecchio e ormai la cura è quasi finita, ma so che appena me lo toglieranno saremo da capo se continuo con il mio "vizio". Come posso smettere?

Risposta

Cara Mariantonietta, generalmente questi comportamenti che ci si porta dall'infanzia hanno una funzione 'rassicurante', per cui non è solo questione di abitudine, ma anche di quali sensazioni ti dà mettere il dito in bocca: ci hai mai fatto caso? Perciò smettere è un pò difficile: bisogna essere fortemente motivati. A volte funziona il trovare qualcosa di sostitutivo, che fornisca una sensazione piacevole senza ricorrere alla vecchia abitudine. Quindi, se ti stai sforzando di non mettere il dito in bocca o se ti accorgi di averlo e lo togli 'di forza' dovresti trovare una sorta di piccolo premio da darti, che funzioni un pò come incentivo a smettere, un pò come surrogato più accettabile per la tua età del dito. Se ad esempio ti succede quando vai a letto, prima di addormentarti, potresti sostituirlo con il tenere abbracciato il cuscino. Di giorno potrebbe essere che all'inizio ti 'attrezzi' di caramelline (se l'abitudine è frequente meglio scegliere caramelle poco caloriche) e quando ti viene voglia di succhiare il dito metti in bocca una caramellina e cerchi di concentrarti sul gusto. Considera sempre che si tratta di lasciare un'abitudine radicata e rassicurante: non è facile, ci vuole perseveranza!! Ciao!

Youngmail

Passato che ritorna...nella mente

15/06/2006: di Lara, 26 anni

Domanda

Ciao youngmail, sono Lara ed ho 26 anni. Vi scrivo perchè avrei bisogno di una vostra opinione su quanto mi sta accadendo.
Comincio col dirvi che circa 4 anni fa ho terminato una storia col mio ex ragazzo di nome Salvatore. Da allora ho avuto flirt e storielle, ma solo da qualche mese ho una relazione seria e stabile con un ragazzo che amo.
La mia storia con Salvatore è durata circa 4 anni, ero una ragazza giovane e molto insicura, visto che avevo 18 anni e poca esperienza in fatto di uomini. Salvatore è sempre stato il ragazzo che mi faceva girare la testa e l'idea di diventare la sua ragazza era un sogno x me. Sfortunatamente il sogno è durato poco, visto che lui si arrabbiava per niente e che in quei momenti diventava cattivo e violento. Una persona completamente diversa da quella che credevo.
Inizialmente rompeva oggetti che trovava in giro, poi ha cominciato a sfogare la sua rabbia su di me. Oltre ad urlare, ad offendermi e ad essere geloso e possessivo (causa maggiore di liti tra di noi), mi metteva le mani addosso e mi faceva male. Ho sperato che cambiasse, credevo che il mio amore l'avrebbe aiutato... ma erano tutte false illusioni, alle quali ti aggrappi quando ti trovi in una situazione del genere. Posso onestamente dire e ammettere, che in 26 anni, le mie paure più grandi le ho avute con lui, nei momenti in cui diventava un'altra persona ed io ero terrorizzata.
Poi la storia fortunatamente è terminata e da allora sono passati molti anni.
Ho sofferto molto e spesso pensavo a quello che mi faceva e a come mi trattava, ma era come se l'avessi rimosso, perchè molte cose non le ricordavo proprio! E solo se mi fermavo a pensarci con attenzione, mi tornavano in mente.
In questi giorni mi accade di pensare molto a quello che mi faceva passare e di ricordare alcune vicende che non avevo più in mente.
Vorrei chiedervi se è possibile, anche a distanza di anni, che una persona possa ricordare esperienze vissute e che aveva veramente "nascosto" nella sua mente.
Inoltre vorrei chiedervi se ci sono conseguenze psicologiche future x chi ha subito violenza domestica e nel caso ci fossero, quali possano essere. Anche x quanto riguarda le relazioni con gli uomini. (ad esempio sono molto + aggressiva di prima, pretendo di essere rispettata, sono molto possessiva e gelosa con il mio uomo, non accetto la violenza e non scuso nessuno che si comporti male e che non porti rispetto ad altri o a me stessa).
E da allora soffro di ansia, attacchi di panico, acidità... dai quali non sono mai realmente guarita, ma che vanno e vengono in base ai periodi di stress che ho.
Vi ringrazio, per me è importante che rispondiate e mi facciate capire come funziona la mia testolina :)
Dimenticavo un'ultima domanda... una persona che è violenta e mette le mani addosso ad una donna, può cambiare con gli anni e non farlo più?
grazie a tutti... :), un abbraccio!

Risposta

Cara Lara, spesso i vissuti traumatici tornano nell'arco della vita, in un modo o nell'altro. Possono essere sotto forma di improvvisi flash e ricordi oppure sotto forma di sintomi fisici o di ansia. Il riemergere di questi aspetti è segno che non sono ancora stati superati e che tornano (quasi sempre c'è qualcosa che li attiva) alla ricerca di una soluzione.
Se ho capito bene per te questi ricordi traumatici e di violenza hanno a che fare con il rapporto con Salvatore. Trovarsi in un rapporto di coppia, sognato a lungo, ma che poi si rivela caratterizzato da aggressività e violenza fisica è sicuramente un'esperienza difficile. Spesso le persone in queste situazioni, se non riescono a interrompere la storia, fanno quel che dici tu: investono ancor di più sul rapporto, sperando che il proprio amore possa 'addolcire' e 'guarire' il partner dalla sua grande rabbia. E invece spesso le cose peggiorano perchè si viene a creare un gioco di ruoli maltrattante - maltrattato da cui ci vuole forza ad uscire, un pò per la paura, un pò per la sotterranea speranza che le cose cambino.
Sono esperienze che segnano... e di fronte a cui ognuno sviluppa poi delle difese personali: da chi si tiene alla larga dagli uomini a chi non tollera più neanche la voce alta. A volte la reazione può essere quella di prendere le stesse modalità del maltrattante nelle esperienze successive (diventare aggressivi), nel tentativo di impedire in questo modo al nuovo partner di instaurare lo stesso gioco di ruoli. Solo che il rapporto che si viene così a creare non è comunque sereno, per cui nemmeno questa si rivela una soluzione...e la tua ansia ti parla proprio di questo tuo malessere.
È difficile quando si vivono queste esperienze, soprattutto se accompagnate anche da violenza fisica oltre che psicologica, poterle elaborare da soli e trovare un modo nuovo e 'sano' di stare in coppia. Questo proprio perchè sono ferite profonde, che spesso affondano radici di insicurezza già nell'infanzia. In queste situazioni può essere molto utile parlare con un'esperto che possa aiutare a rivivere ed elaborare positivamente queste esperienze in modo che non tornino e che aiuti a comprendere e a superare un pò l'insicurezza di fondo. Questo è ciò che ti consiglierei, cara Lara, per provare a stare meglio con te stessa.
Per quanto riguarda l'ultima domanda: non so se è possibile un cambiamento legato al semplice passare del tempo. Sono più propensa a credere che se una persona cambia lo fa con molto impegno e fatica, spesso aiutato (da una terapia, da eventi forti di vita,...). In ogni caso, visti i tuoi trascorsi, non starei lì ad attendere...ciao!

Youngmail

Cantare... Si o no?

09/04/2006: di C., 23 anni

Domanda

Saluti a tutti, inizio subito col ringraziare chi mi ha risposto l'altra volta sulla lettera che riguardava il mio lavoro!!! Volevo dirvi che alla fine mi sono licenziata ed ora sto vivendo i miei giorni con più respiro e tranquillità... Credo di aver preso la scelta giusta anche grazie alle vostre parole!!! La lettera di oggi invece tratta un'altro argomento: la Musica. Cantare... Dunque, sono nata con la passione per il canto, per la Musica e con tale passione ho sempre sognato di fare la cantante... Ovviamente col passate degli anni mi sono accorta che a sognar troppo si rischia poi di cadere dalle nuvole vedendo la dura realtà della vita da adulto! Così per farla più breve possibile, da quattro anni (ovvero da quando sto col mio fidanzato e col quele convivo da quelche mese), ho visto smorzare la mia Grande Passione verso il Canto... Perdendo interesse, forse rassegnata anche dal fatto che ogni volta che cantavo per il mio fidanzato lui... si rattristava non perchè canto male, ma perchè in lui vi era questo voglia di allontanarmi dal mio mondo. Insomma mi sento come se mi avessero portato via la Musica ed il Canto dal Cuore, come se mi avessero rapito questi sentimenti che per molti ( per il mio fidanzato ed i suoi genitori ), sono sentimenti infantili, sentimenti poco importanti per vivere al giorno d'oggi... io soffro!!! Soffro perchè non risco più a cantare da parecchio tempo... anni... Delusa perchè il mio lui fa l'indifferente malgrado sappia che la musica è la Mia vita... e nonostante non mi veda più cantare... fa finta di niente.... Mai una volta che mi chieda il perchè non canto più!!! Forse non riuscirei neanche a spiegarglielo però mi farebbe piacere sentirmelo chiedere da lui... Ora quello che vorrei se è possibile è sapere da voi per quanto siete riusciti a capire in questa lettera, il perchè non riesco più a cantare...? Ovvio che non può bastare una lettera, ma... se la Musica davvero non mi interessasse più allora perchè ogni volta che vedo un gruppo suonare mi vengono le lacrime e mi metto a piangere fuori e dentro di me??? Cosa ne pensate voi della mia situazione attuale riguardo alla musica ed al mio lui??? Scontato dirvi che su questo piano io non sono felice... fingo di esserlo con i suoi, ma in realtà non lo sono!!! GRAZIE PER TUTTO!!!

Risposta

Cara C., non credo che la vita di coppia sia traducibile con un condividere tutto al 100%. Intendo dire che per quanto due persone siano unite e stiano bene insieme, è naturale, oltre che 'salutare' che ognuno dei due mantenga un pezzettino di proprio mondo.. Voglio dire che tu e il tuo ragazzo potete condividere tante cose e non condividerne delle altre, che riguardano la sfera personale di ciascuno di voi, come ad esempio alcune passioni. La musica potrebbe essere la tua passione personale, rispetto a cui sai che il tuo lui difficilmente capisce o condivide, ma che è comunque qualcosa di tuo, bello, che puoi godere anche da sola o con altre persone, senza a tutti i costi cercare l'approvazione o la condivisione con il tuo lui. Lasciarci coltivare anche le proprie passioni è un gesto di rispetto che l'altro fa nei nostri riguardi, così come accettare che lui non condivida con me una passione che non sente è segno di rispetto da parte nostra. Vorrà dire che concorderete insieme dei tempi, che so, il sabato pomeriggio, in cui tu canterai e lui magari coltiverà un suo hobby (la pesca o il calcio o altro che magari non costituisce per te un interesse). Questi spazi propri non solo fanno crescere, ma fanno anche stare meglio insieme perchè fanno sentire liberi e più soddisfatti. Ovviamente, accanto a questi spazi ce ne saranno anche altri in comune, che condividerete. Forse partire da questo nuovo presupposto ti aiuterà a riprendere a cantare, perchè lo farai per te stessa. Così come provare a star meglio non può essere legato a quel che gli altri intorno a noi dicono o fanno. Certo, è un elemento importante, ma il fattore ancora più importante è come viviamo noi le cose. Se tu sapessi il tedesco e il tuo fidanzato no e ti mettessi a parlargli in tedesco, non ti stupiresti vedendo che lui non comprende e si annoia...probabilmente non gli parleresti nemmeno in tedesco. La stessa cosa è per la musica: è il tuo linguaggio per esprimere passione. Probabilmente però non corrisponde al suo...magari tu non 'parlerai' il linguaggio di qualche passione sua...ma conoscere linguaggi diversi può trasformarsi in ricchezza anzichè in incomprensione! Ciao!

Youngmail

Sesso, educazione all'antica e paure

20/06/2005:lettera non firmata, 18 anni

Domanda

Sono una ragazza di 18 anni. Ho un problema che ultimamente si è fatto sempre più assillante. Premetto che ho ricevuto un'educazione decisamente all'antica in materia di sesso: sin dalle scuole medie i miei mi hanno predicato in modo bombardante la loro idea contro i rapporti prematrimoniali. Fortunatamente nonostante questa mentalità "preistorica", non ho sviluppato una visione distorta della sessualità (anzi le cose con il mio ragazzo vanno nel migliore dei modi) ma mi ritrovo sempre a fare i conti con atroci dubbi sull'efficacia dei metodi contraccettivi adottati e sulle possibili conseguenze.
All'inizio era il profilattico, poi per l'ansia di restare incinta ho cominciato a prendere la pillola... e adesso, non ci crederete, sono sempre lì con il chiodo fisso "... e se non funziona?"
In realtà non è che queste paure rovinino completamente tutti i rapporti, ma la maggior parte delle volte non mi sento tranquilla e ogni tanto dopo l'amore provo angoscia e mi capita di pensare di essere incinta con uno stato d'animo che non vi sto neanche a descrivere (lo so che è stupido e irrazionale ma io mi sento così).
So che le prediche di mia madre (e vi assicuro che sono state sul serio martellanti, con le sue idee puritane al massimo) mi suggestionano, mi influenzano eccessivamente. Mi ripeto mentalmente di smetterla di farmi paranoie e godermi i momenti di intimità con il mio ragazzo... però non ci riesco, perciò mi rivolgo a voi: spero che riuscirete a portarmi un po' di serenità. Grazie.

Risposta

Cara amica, mi pare che tu sia riuscita a capire già una cosa importante del problema che ti assilla: dietro il problema della contraccezione ci sono probabilmente i timori che nel tempo hai maturato nei confronti del sesso. Nel corso della tua lettera ripeti più volte quanto ti siano pesate le insistenze di mamma sulle proprie idee riguardo al sesso. È possibile che, pur pensandola tu in modo differente, ti sia stato comunque difficile prendere una strada diversa, cioè vivere la tua sessualità, andando contro le aspettative di mamma. Se è così è possibile che questo costo si chiami ansia...che è quello che provi nella sessualità in relazione alla contraccezione. Che fare? Anzitutto provare a recuperare una visione un po' più obiettiva della situazione. È un dato di realtà che la pillola contraccettiva, se assunta correttamente, garantisce una copertura sicura da gravidanze indesiderate. È possibile perciò che quest'ansia che trova espressione nel rischio di una gravidanza indesiderata sia invece la fatica di vivere la sessualità come qualcosa di bello, positivo, non rischioso, né `proibito'. Non credo possano essere parole che vengono dall'esterno a darti serenità. Penso piuttosto che ti possa derivare da un lavoro di riflessione interiore che ti possa permettere di ridimensionare l'importanza delle prediche di tua madre, arrivando a capire cosa vuoi tu e cosa pensi tu rispetto al vivere la sessualità. `Tagliare il cordone ombelicale' dai nostri genitori e dalle loro idee a volte può rivelarsi complicato anche quando lo desidereremmo. Non basta fare delle cose diverse da quello che loro si aspetterebbero per riuscirci: è necessario anche maturare questa emancipazione per poterla vivere serenamente. Se senti che questa difficoltà ti assilla troppo perché non pensare di fare qualche incontro con uno psicologo che ti aiuti a riflettere su queste cose? Puoi rivolgerti al Consultorio Familiare a te più vicino; la consulenza è gratuita;! Ciao.

Youngmail

Un papà...dell'800

01/01/2005: di LS

Domanda

Cara youngmail: mio padre è un Hitler: è rigido, non ci si può parlare, permessi d'uscita razionati, mentalità ottocentesca....è sempre stato un po' così di carattere....ma ultimamente è andata decisamente peggio. Tutto perché circa 2 mesi fa non ho rispettato uno dei suoi famosi coprifuoco. Ero fuori con il mio ragazzo e abbiamo fatto tardi di ritorno da una festa (anziché tornare alle 23 sono tornata alle 1). Da quella notte posso uscire solo 2 sere a settimana e se non rientro entro l'orario pattuito, la settimana successiva niente permessi.
Se un giorno diventerò mamma sarò l'opposto di mio padre.....mi sta rovinando gli anni più belli della mia vita!!! Io sto pensando di scappare di casa.. so che non è una buona idea, ma sono davvero esasperata!

Risposta

Cara amica, fuggire di casa significa solo spostare per un po' il problema, ritrovandoselo più tardi molto più grosso di prima, ma di questo probabilmente sei già consapevole, considerata anche l'esperienza passata che ci porti!
È difficile dialogare con i genitori quando si ha un'età in cui non ci si sente più bambini, ma nel contempo non si è ancora sicuri di essere entrati nel mondo degli adulti. È una fase di passaggio difficile, in cui sentirsi incompresi, desiderare più libertà di quanta se ne possa avere o vedere le situazioni come insostenibili è normale.
Allo stesso modo però è difficile anche essere il genitore di un adolescente......quando dire sì e quando no? Fino a dove lasciare che un figlio cammini sulle sue gambe e sbagli e fino a che punto invece cercare di proteggerlo dalle sofferenze e dagli errori? Dare risposta a queste domande può essere disorientante quanto essere un adolescente e anche un genitore talvolta può sbagliare per difetto o per eccesso. Nessun genitore è perfetto e forse tuo papà è così "rigido" perché vorrebbe proteggerti dalle possibili sofferenze o perché fatica a cambiare il vostro rapporto da padre - bimba a padre - adolescente!
Cosa fare?
Perché non provare a ricavarvi degli spazi di tempo da passare insieme, tu e tuo padre, o delle attività da fare insieme; perché, in altre parole, non creare delle occasioni in cui vi possiate entrambi sperimentare in un rapporto in cambiamento? Passare del tempo con te potrebbe aiutare tuo papà a vedere e riconoscere i tuoi cambiamenti, a capire e a provare nuovi modi di comportarsi con te non più bambina e nello stesso tempo tu potresti capire che dietro l'atteggiamento di papà che tu giudichi "da Hitler" sta magari il grande affetto che lui prova per te e il suo istinto di protezione paterno.
Coraggio: non lasciare che la tua esasperazione abbia la meglio, prova ad aprire tu per prima la strada al dialogo!

Youngmail

Sono in gamba, sto crescendo..ma non trovo la mia lei

01/01/2005:lettera non firmata, 17 anni

Domanda

Cara youngmail, sono un 17enne e mi considero un ragazzo molto fortunato, prima di tutto perché ho la salute, poi perché ho degli amici veri e una famiglia che mi vuole un casino di bene e, in ultimo, vado bene a scuola (questo è l'aspetto che considero meno interessante anche se rimane una cosa positiva).

Un qualsiasi adulto inconscio dei suoi problemi adolescenziali mi direbbe: ragazzino, di che cosa ti puoi lamentare?I veri problemi alla tua età non esistono.

Quest' affermazione (o meglio dire sentenza) è vera solo in parte.

Infatti, io, fortunatamente, non fumo e bevo solo birra (ma non mi ubriaco) e soprattutto non mi faccio le canne (anche se quasi tutti i miei compagni di classe ne fanno un uso assiduo) perché credo che esistano altri modi per divertirsi e evito volentieri di distruggere fegato e cellule cerebrali.

Ma il mio vero problema è questo: non ho mai avuto una vera ragazza, solo qualche storiella estiva stupida. A dir la verità l'anno scorso sono stato innamorato di una ragazza che ai miei occhi sembrava quasi una dea, non tanto per la bellezza ma piuttosto per il suo carattere e la sua intelligenza, speravo almeno di piacerle, le ho espresso i miei sentimenti (anche se non del tutto perché non ne avevo il coraggio) ma non sono stato ricambiato, questo fatto mi ha portato a una crisi che ho superato solo quest'estate; ma la cosa più brutta è che questa ragazza ora è la morosa (già da qualche mese) di un mio compagno di classe che è mezzo drogato e non molto sveglio (dico così perché non voglio offendere nessuno...); quando l'ho scoperto ci sono rimasto male perché mi considero (evidentemente erroneamente) migliore di lui e non riesco ancora a concepire che questi due stiano insieme anche se me sono ormai fatto una ragione, non sono un tipo invidioso di natura.

Eppure non penso di essere così brutto e nemmeno di avere un caratteraccio, è che le ragazze sembrano non capirmi, rimangono sempre e solo amiche,sarà perché sono un emerito imbranato con le donne (forse alla mia età è troppo presto per definirle così) ma ci sono altre persone che conosco che sono stupide e maschiliste e che hanno la morosa, è un'ingiustizia! Non sono uno stronzo e nemmeno vorrei esserlo,eppure...così va la vita! Mi considero un pò selettivo, questo sicuramente.

Quando c'è da conoscere una persona nuova sono molto timido, poi mi "sciolgo" e comincio a parlare come una persona normale.

In realtà ho un altro problema (connesso in parte al primo): io sono molto bravo nelle materie scientifiche e "da grande" vorrei fare il ricercatore matematico ma vivo con un dubbio che continua a ossessionarmi: ce la farò? Ho degli sbalzi d'umore incredibili anche se non lo do a vedere e forse è proprio questo che mi fa star male, il non poter esprimere questi dubbi che mi affliggono ogni giorno, credo che mi serva una brava ragazza che mi dia equilibrio e aiuto psicologico perché amici e genitori a volte non bastano.

Questa "santa" ragazza non la trovo e penso che il motivo sia perché sono troppo impegnato, ho moltissime passioni e hobby: gioco a tennis a livello agonistico, tifo milan(anche se ogni tanto mi chiedo perché esulto o mi dispero solo per il motivo che una sfera è entrata in una rete), suono il clarinetto nella banda, amo leggere libri di storia e fare giochetti di logica matematica e studio almeno due ore la giorno(week end compresi).E allora dove lo trovo il tempo?

La sera sono sempre stanchissimo e infatti non esco quasi mai(in questo periodo a maggior ragione perché fa freddo e piove).Se dovessi dare un giudizio alla mia vita gli darei un 7 che potrebbe diventare un 9 se trovassi una brava ragazza (lo so, sono ripetitivo, ma è questo il mio reale problema), anche se sono sicuro che in quel momento mi troverei altri problemi esistenziali. Infatti studiare filosofia anche solo a livello elementare mi ha aperto la mente ma mi ha anche sconvolto tutte le poche certezze che avevo acquisito in 16 anni di vita, per esempio non mi ero mai chiesto da dove veniamo o perché esistiamo, ma queste sono solo le prime domande che mi sono posto, adesso sono nel periodo in cui vorrei divenire immortale ma non come uomo ma come personaggio matematico come Gauss o Galois(anche se non voglio esser alcolizzato e morire a 20anni ucciso in duello), cioè esser ricordato in futuro per una risoluzione elegantissima di un nuovo teorema. Altrimenti mi considererei una persona normale che è vissuta solo in vista della salvezza spirituale senza aver dato nulla di importante all'umanità. Sono solo speranze? Forse, ma mi piace sognare...e finché non sarò sicuro di non aver compiuto qualcosa di grande mi considererò un semplice e inutile fallito.

Vedi, anche in queste piccole e brevi riflessioni sono molto discontinuo, ora sono ambizioso e prima mi sentivo sfigato e senza speranze.

Probabilmente sono il classico adolescente con troppi sogni, ma io mi sento dentro che ce la posso fare, che nulla è impossibile se ci si crede davvero.

Troverò le risposte ai miei dubbi prima di iniziare l'università? Solo il Fato lo può sapere, ma molto dipende da me.

PS Sto scrivendo proprio nel giorno in cui sono tornato (distrutto) dalla gita con i miei compagni di classe.

La mia classe non mi piace molto poiché è piena di gente falsa e ipocrita ma la gita mi è servita a migliorare i rapporti di amicizia, con le ragazze in particolare. Sono quasi tutte persone piuttosto simpatiche, ma con nessuna vorrei avere una storia seria solo perché hanno un bel seno o un bel culo (oltre a eccitarmi non provo nient'altro e ciò è abbastanza triste almeno dal mio punto di vista), ho ogni tanto discusso con loro dei miei problemi, ma, come immaginavo, le risposte non le ho trovate molto soddisfacenti; per questo mi rivolgo a te, cosa posso fare?

Risposta

Carissimo 17enne: benvenuto nella rubrica. Vorrei anzitutto farti i complimenti: la tua lettera mi è piaciuta molto sia perché racconta anche a chi se ne fosse dimenticato cosa significa attraversare quella fase di vita bella, piena di possibilità, ma anche estremamente complicata e faticosa che chiamiamo adolescenza, sia perché mi parla di una persona molto ricca interiormente. Eppure, nonostante la tua bella autodescrizione ti trovi a chiedere: perché non riesco a trovare una ragazza? O meglio, perché non riesco a trovare la ragazza giusta? Penso sia questa la domanda che tra le righe la tua lettera propone.

E devo dire che mi rendi un pò difficile risponderti: non ti manca certo l'intelligenza - sia quella che riguarda il conoscere e ragionare sulle informazioni (la tua 'mente scientificà), sia quella delle scelte di vita (come trascorrere il tuo tempo, l'importanza data al carattere delle persone piuttosto che all'apparenza, il progetto dell'università,..) - non hai vizi costosi per il benessere fisico e per il portafogli (fumo, alcool,...), coltivi diversi interessi e sei uno sportivo, ti appassioni a cose nuove (la filosofia). Cosa ti manca?

Vedi, forse è un pò come fare un dolce. Hai la ricetta di un dolce veramente buono. E hai gli ingredienti...anzi ne hai più che in abbondanza...e tuttavia il dolce non si fa. Che manca? Forse il mettere le 'mani in pastà. Il provare, sperimentare, rischiare che esca una 'ciambella senza bucò...e forse un pò di lievito che renda un dolce molto ricco di ingredienti più leggero!

Penso che non ci sia niente che ti manca come persona, anzi! Forse le ragazze che ti avvicinano ti vedono come troppo: troppo intelligente e in gamba, sempre impegnato, maturo...dov'è la parte leggera e ribelle? Dov'è la voglia di divertirsi? Dove sono le battute sceme che fanno tanto ridere e non si sa perché? Dove il 'buttarsi fuorì dalla timidezza facendo delle sane figuracce che da adulto ricorderai con tenerezza e sorriso?

Sai, quando penso al termine 'adolescentè mi viene per associazione subito in mente 'tempesta di emozionì. Quanto tempo, in una vita impegnata come la tua, hai per goderti un pò di sana crisi adolescenziale, alternata ai momenti di gioia, ai momenti 'stranì, difficili da definire, ai momenti euforici e a quelli depressi?

Mi viene in mente quel brano del libro del Quoelet che racconta come per tutto ci sia un tempo. Così c'è un tempo per ridere e uno per piangere, uno per fare e uno per riposarsi, uno per divertirsi e uno per impegnarsi,... uno per maturare e uno per concedersi di essere in una fase di transizione. Essere troppo in gamba e precocemente è una cosa molto apprezzata, ma anche un tale peso!

Allora, per rispondere alla tua domanda "Cosa posso fare?", ti consiglio di ritagliarti tra i tuoi molti impegni uno spazio in cui 'mettere le mani in pastà, cioè uscire con amici e amiche, sentire le emozioni concedendoti di mettere la razionalità in secondo piano per un pò, sperimentarti nelle relazioni come hai fatto in gita, avere dei momenti leggeri, non impegnati in cui si può scherzare sulle stupidaggini (il famoso lievito del dolce!), sorridere, ché un sorriso non resta mai da solo: ottiene sicuramente risposte! E ultimo, ma non meno importante, credere un pò di più in te stesso. Non sei speciale perché sei intelligente e maturo e fai molte cose in cui riesci bene, o meglio, non solo per questo. Sei speciale anzitutto perché sei tu, un essere umano unico senza copie o cloni, con un bagaglio di esperienze ed emozioni tue che puoi decidere di condividere e con pregi e difetti, che ti rendono da un lato in gamba e dall'altro umano. E vedrai che il coraggio di essere autentico porterà presto nella tua vita la ragazza che fa per te!! Auguri!

Youngmail

Quando i regali diventano un peso

24/12/2003: di V, 18 anni

Domanda

Cara youngmail, sono una ragazza di 18 anni. Il mio problema sono le feste. Non è che non mi piacciano, anzi!, ma è quel che ci va dietro che è un problema. Voglio dire, io ho un moroso di 24 anni che lavora (io studio) e lui a Natale e al compleanno mi fa sempre regali costosi che io non posso contraccambiare. Lui dice che non importa, che è ok così ma a me scoccia, mi fa sentire come se fossi in debito, la cenerentola di turno. Perché non si può fare un Natale senza regali? È assurdo ma se lui mi regalasse una cretinata per me sarebbe un sollievo! Vorrei chiederglielo ma ho paura di litigare. So che questo problema rispetto ad altri può sembrare una cazzata, ma per me è importante!

Risposta

Cara V., hai proprio ragione: la corsa agli acquisti rischia di far perdere il sapore della festa, o meglio, fa credere che nei regali sia il sapore della festa. E qualche volta, in questa logica, fare i regali può essere vissuto come un'incombenza poco sentita. Pensa, ad esempio, a quei dono che si fanno perché "l'altro se l'aspetta", "per cortesia", "perché l'altro di sicuro mi regalerà qualcosa",... Suona quasi come una trappola: se non fai il regalo si può fraintendere che non ci tieni alla persona. Questo però se accettiamo di stare dentro questa logica. C'è però una strada diversa, una possibilità di essere un po' più liberi. Qual è? Chiedersi, prima di partire per il tour degli acquisti a chi desidero fare un pensiero e perché e comportarsi di conseguenza, esplicitando chiaramente agli altri come si vive personalmente il regalo e il disaccordo verso la legge del "pacchetto costoso ad ogni costo". Con il tuo ragazzo, nello specifico, penso potrebbe essere utile confrontarvi sulla vostra idea di Natale: non dovete necessariamente pensarla allo stesso modo. Se lui ritiene che farti un regalo costoso sia un modo per mostrarti che a te ci tiene e ti vuole bene, tu puoi eventualmente dirgli che non è necessario, che conosci i suoi sentimenti da molte altre cose, ma poi starà a lui decidere. Se per te Natale significa passare del tempo insieme e farsi dei pensieri simbolici altrettanto lo spiegherai a lui. L'importante è che se anche la pensate (e quindi vi comportate) diversamente, sia chiaro a tutti e due il perché e vi facciate il dono (questo davvero grande!) di lasciarvi reciprocamente la libertà di pensarla diversamente!
Ciao e buone feste.

Youngmail

Vorrei più di un'avventura..ma lei

10/11/2003:lettera non firmata, 18 anni

Domanda

Cara youngmail, sono un ragazzo di 18 anni. Vi scrivo perché sono innamorato di una ragazza da cui credevo di essere corrisposto e invece ora non riesco più a capirci niente. Ci siamo conosciuti in discoteca e secondo me è scattato qualcosa...e infatti poi abbiamo fatto sesso, ma subito non abbiamo commentato la cosa perché lei è dovuta andar via. Ci siamo dati appuntamento per la settimana successiva. Io ho atteso con ansia, ma lei è stata molto fredda. Le ho chiesto il suo numero di cellulare per poterci incontrare e parlare e lei mi ha detto che era meglio se le davo il mio, che mi avrebbe chiamato lei. Mi ha chiamato il sabato dopo dicendomi che domenica sarebbe stata in discoteca e chiedendomi se ci sarei andato anch'io. Accetto, ci vado e si ripete tutto come la prima volta: forte feeling, sesso e lei che non ha voglia di parlarne. Io avrei voluto proprio chiarire le cose, ma temevo di metterla alle strette e che lei interrompesse i rapporti così le ho solo chiesto quando potevamo vederci. La sua risposta? "Non so". Che posso fare? Io a lei ci tengo e vorrei che la nostra fosse più di un'avventura, ma se cerco di dirmi la verità mi devo dire che lei è troppo instabile per tenerci a me!

Risposta

Caro diciottenne, parli di verità: forse sarebbe più appropriato dire 'la tua verità', cioè quella che dal tuo punto di vista può essere una spiegazione plausibile del comportamento di questa ragazza. Certo, potrebbe essere proprio così, ma, in realtà 'la verità', ossia cosa questa ragazza pensi e provi verso di te, non lo puoi sapere se non da lei. Tu dici che hai la sensazione che un chiarimento in questo momento potrebbe allontanarvi definitivamente prima che tu possa aver giocato tutte le tue carte. Se pensi di poter giocare altre carte allora vale la pena che ci provi, senza però attendere troppo. L'alternativa di lasciar passare un po' di tempo, sperando che in lei nasca una convinzione o un affetto che al momento presente non vedi o che le cose si chiariscano da sole, difficilmente è un'alternativa felice. Non dico che sicuramente in questo caso andrà a finire male, ma che devi mettere in conto di prolungare ancora lo stato di disagio e sofferenza in cui sei, senza alcuna garanzia che le cose si sistemino. Forse vale la pena provare altre strade e tenere questa come ultima possibilità. Che dici? Magari ti starai chiedendo "E che altre strade ho?" Beh, per esempio potresti 'rosicchiare' gradualmente delle concessioni. Mi spiego: fino ad ora quello che voi condividete sono dei momenti di sesso, quindi un'intimità fisica, ma niente dialogo o confidenze. Tu lo desidereresti, lei sembra cercare di evitarlo. Perché? Può essere che non stia cercando un rapporto personale profondo, oppure che lo tema, o ancora che lei ritenga che tu non sei il tipo con cui vorrebbe iniziare una storia. Capire quale di queste (o altre) cose lei stia pensando ed eventualmente provare a farle cambiare idea richiede di accorciare le distanze tra voi. Tu ci hai provato, ma lei ha rifiutato. Allora forse puoi pensare di fare delle richieste più piccole, che lei può accettare e in questo modo conoscerla (perché in fondo anche tu devi capire se lei fa per te) e farti conoscere.
Che so, potrebbe essere che quando vi trovate in discoteca tu la possa invitare a bere qualcosa con te, così magari potete fare due chiacchiere, oppure potresti chiederle l'e-mail e provare a rompere il ghiaccio via pc... Se nessuna delle idee che ti vengono dovesse funzionare, ti consiglio di usare il classico vecchio metodo. Richiede coraggio, ma non ti fa correre il rischio di perdere tempo e soffrire inutilmente. Sto parlando del chiarimento diretto, del dire quel che provi e pensi tu, dando a lei la possibilità di spiegarti la sua parte. Un grosso in bocca al lupo!

Youngmail

Vorrei riprendere a studiare ma...

13/10/2003: di M, 25 anni

Domanda

Cara youngmail, salve sono M. Sono disperata: ho 25 anni e vorrei tornare a scuola e prendere il diploma.... il problema è che 1. non ho mai avuto voglia di studiare 2. lavoro 3. ce la faro?...... aiutatemi, un consiglio

Risposta

Carissima M.: perché disperarsi? In fin dei conti sei una ragazza giovane con un progetto importante: vuoi diplomarti. Diverse persone oggi si fermano negli studi e riprendono più tardi. Spesso il lavoro impone delle scelte, altre volte ci si accorge che non si riesce ad andare avanti al momento,... Tu hai capito che per te è importante tornare a scuola e prendere un diploma. E se questo obiettivo è così importante per sentirti bene con te stessa, non ci sono ostacoli che ti possano fermare. Dato il lavoro, immagino che farai la scelta di iscriverti ad un corso serale. Certo, è pesante magari dopo una giornata di lavoro mettersi sui banchi e ascoltare un docente, o studiare nei ritagli di tempo, soprattutto quando magari si è perso un pò il ritmo, ma sottovaluti che 1. avrai dei compagni e spesso una classe unita è una risorsa molto potente nell'incoraggiare e dare la spinta per non arrendersi. Probabilmente le persone con cui ti troverai lavoreranno come te per cui ti capiranno quando non avrai molto entusiasmo o voglia. 2. Non puoi pensare a tutto il corso di studi nel suo complesso perchè allora sì ti sembrerà un EVEREST! Prendi questo impegno alla giornata, sapendo che in fondo al percorso c'è qualcosa per cui vale la pena lottare contro sonno, stanchezza, noia e qualche comprensibile svogliatezza. Inoltre, per arrivare al diploma non è necessario avere il massimo dei voti in tutte le materie. Studierai e renderai come e quanto ti è possibile: se anche te la caverai con la media del sei perchè non vuoi rinunciare a spazi e tempi per te stessa, non cade il mondo e tu raggiungi comunque il tuo traguardo. 3. Chi riesce negli obiettivi che si pone non necessariamente è il più intelligente, ma sicuramente è uno che è molto motivato e determinato. Per cui alla domanda "Ce la farò?" puoi trovare una risposta nell'importanza che questa cosa ha per te: se è molto importante, stai tranquilla che saprai sempre trovare i modi e le risorse per farcela. Può darsi che non sempre sia facile, ma questo è un altro discorso! Auguri!!!

Youngmail

Accettare l'ambiguità o dare un ultimatum?

06/10/2003: di P, 22 anni

Domanda

Salve, mi presento: sono P. e ho 22 anni. Fin da piccolo per persone che mi hanno sempre fatto sentire inferiore agli altri, ho avuto sempre un complesso di inferiorità. Col passare del tempo sto acquistando fiducia in me stesso, ma specie con le ragazze difficilmente mi sento all'altezza della situazione. Un tempo ero senza nessun amico, insomma non avevo alcuna vita sociale. Ora va un po' meglio, ho degli amici, ma è una continua lotta alla ricerca di me stesso...in tanti momenti mi sento "non me" e devo entrare dentro di me per trovare come il "me stesso" si sarebbe comportato in quella situazione. Cioè, la paura di essere inferiore agli altri, mi ha fatto assimilare un sacco di modelli che non si addicevano a me, e, molto lentamente, sto facendo un lavoro di pulitura senza sapere nemmeno cosa troverò. Questa la mia situazione generale.
Qualche mese fa ho conosciuto una ragazza. Non mi ha colpito subito, essendo lei non bellissima, ma conoscendola meglio ho scoperto cose di lei che me ne hanno fatto innamorare perdutamente. Lei immediatamente ha mostrato interesse e corrispondenza verso i miei sentimenti...ci scambiavamo telefonate e sms pieni di affetto, ma la cosa strana è che dal vivo, quando c'erano i suoi amici, si comportava più freddamente. Io ho attribuito questo alla sua timidezza, e sono andato avanti. Col passare del tempo lei andava sciogliendosi in pubblico, e la cosa mi dava tanta gioia.
Poi, quasi da un giorno all'altro, ha cambiato atteggiamento. Più io ero affettuoso verso di lei, più lei si comportava in modo acido verso di me, facendomi soffrire tantissimo. Cercavo di capire, di avere spiegazioni, ma lei, da una parte continuava a comportarsi in modo acido, dall'altra addirittura si lamentava quando ci vedevamo che io la chiamavo di meno e che non mi facevo sentire. Voltafaccia continui dolorosissimi. Due giorni fa abbiamo trascorso una giornata insieme con amici comuni. Allora io ho cercato di mettere chiaramente le carte in tavola, ottenendo un "Vedremo" accompagnato da un sorriso. Se però cercavo di fare cose "prima" normalissime, tipo non so, tenerle il braccio sulla spalla, si allontanava, per non parlare di battute- frecce che mi faceva. A momenti poi era dolce e gentile. Insomma, secondo voi è indecisa o le fa solo piacere che uno sia cotto di lei e si diverte con me?
Cosa posso fare? Non riesco a darle ultimatum perchè le voglio troppo bene. Ma non voglio neanche essere il suo giocattolino mandando all'aria la mia vita! Su di lei posso dire che ha molti amici, forse più maschi che femmine, e non è affatto timida nei gesti d'affetto. Boh...non so davvero che fare! Certo qualcosa devo fare!

Risposta

Caro P., mi ha colpito molto la prima parte della tua lettera, perchè parli di te stesso e dello sforzo che stai facendo per essere te stesso e affrontare il senso di inferiorità che senti con molto coraggio e voglia di crescere. Avere la volontà e la forza di riconoscere le proprie fragilità e provare ad affrontarle è sicuramente una cosa che ti rende onore! È certo però che la tua sensibilità se da un lato è una dote bellissima, dall'altra può diventare causa di sofferenza per te. La ragazza che ti piace improvvisamente ha cambiato atteggiamento: prima sembrava contraccambiare il tuo interesse, ora sembra fare un gioco in cui ti allunga una mano e quando tu fai per afferrarla si tira indietro. Non ti dà certezze, ti tiene sulla corda e se tu resti perplesso a cercare di capire la situazione lei ti domanda perchè non ti fai sentire di più. Anche ad un confronto diretto, non arriva ad un chiarimento. Io non conosco la ragazza in questione, ma da come descrivi la situazione sembra che lei stia un pò giocando...è come se ti mettesse alla prova per vedere che fai: le vai dietro o ti stufi? Per te, abituato a trattare seriamente le emozioni non è probabilmente facile avere a che fare con continui 'cambiamenti di rotta'. E il problema sta proprio nel fatto che in questo momento è lei che 'tiene il timone' e tu sei lì che cerchi di capire che succede. Che fare in questa situazione? Non ho una 'ricetta giusta', ma mi ha fatto riflettere una cosa che tu hai scritto: "Non riesco a darle ultimatum perchè le voglio troppo bene. Ma non voglio neanche essere il suo giocattolino mandando all'aria la mia vita!" In altre parole, "non voglio perderla, ma non voglio neppure essere succube dei suoi giochi". Se fino ad ora hai affrontato positivamente molte difficoltà (il senso di inferiorità, la timidezza, farti degli amici, il rapporto con le ragazze e il 'corteggiamento'), ora sarebbe utile che provassi a porti un altro obiettivo: riuscire a stare in un rapporto importante senza essere in posizione passiva. La ragazza in questione probabilmente si permette di scherzare con te perchè è sicura dei tuoi sentimenti e sa che, se anche ti fa delle frecciatine, non rischierà di perderti. Ma se tu riuscissi a farle arrivare - non necessariamente attraverso le parole, ma anche con il tuo comportamento - il messaggio: "Mi piaci, ma non sono disposto a essere calpestato per te" penso che diventerebbe più rispettosa nei tuoi confronti. Se non ti può più dare per scontato, se deve guadagnarsi la tua simpatia probabilmente si renderà anche meglio conto del tuo valore....forse lei ha voglia di conquistarti, non le piace sapere che tu sei una conquista già fatta! E d'altro canto non sottostare ai suoi alti e bassi permette a te di non soffrire così tanto

Youngmail

Lui crede io sia vergine, invece....

11/08/2003: di R.

Domanda

Cara youngmail, da circa un anno sto con un ragazzo. Sono molto innamorata di lui, ma, dato che prima uscivo da una storia molto dolorosa in cui mi ero sentita usata, ho deciso di non avere rapporti sessuali, fino a che non fossi sicura che era una storia seria. Ora lo sono e, d'accordo con il mio ragazzo, inizieremo ad avere una sessualità completa. Qual è il problema? È che io non sono riuscita a dirgli che in passato ho già avuto rapporti. Lui pensa che io sia vergine...e io mi sento male all'idea della menzogna che gli ho raccontato! Ho provato a dirglielo, ma ogni volta che inizio il discorso `sesso' lui è così tenero che non ho il coraggio di ferirlo.

Risposta

Cara R., diverso è decidere di tenere per sé le proprie esperienze sentimentali o sessuali precedenti, rispetto al parlarne inventando una realtà che non è. Evidentemente, se hai usato questo stratagemma, una ragione c'è stata... Che fare ora? Ti consiglio di valutare qual è la cosa migliore per il vostro rapporto, per te e per il tuo ragazzo. Se il peso di questa bugia è tale da farti vivere con angoscia l'intimità con lui, forse puoi valutare di fare lo sforzo di parlargli, nonostante sia così difficile, spiegandogli le ragioni che ti hanno portata a non essere sincera e aggiungendo che la conoscenza e il legame che ora avete non ti permettono di non chiarire questo aspetto doloroso del tuo passato. È possibile, viceversa, che valuti che questo aspetto non è poi così importante nel vostro rapporto e che non aggiungerebbe né toglierebbe nulla svelarlo. La scelta non può che essere tua, in considerazione di cosa può `far meglio' al vostro rapporto: la trasparenza o il lasciare il passato dov'è, perché attualmente non più rilevante, accettando però quella bugia tra voi due? Auguri!

Youngmail

Papà lascia mamma: che posso fare?

11/08/2003: di Lettera firmata

Domanda

Cara youngmail, mio padre ha deciso di lasciare mia madre e andarsene di casa...io non lo trovo giusto e penso che entrambi si vogliano bene e stiano prendendo una decisione sulla base della rabbia del momento e dell'orgoglio! Mia madre ha tradito mio padre...è successo tempo fa, ma mio padre l'ha scoperto da poco. La storia con l'altro si è conclusa da tempo, di questo sono sicura perché mia madre le cose me le dice e lei è tornata da mio papà convinta di lui...solo che lui non accetta di essere stato tradito e da lì sono iniziati i litigi e i rinfacciamenti...ma si vede che si vogliono bene! Io vorrei che ci pensasse un po' con più calma! Che posso fare?

Risposta

Cara amica, in realtà c'è ben poco che tu possa fare! Il rapporto è tra tua mamma e tuo papà e solo loro possono valutare che futuro dare alla loro relazione. È possibile che in realtà il tradimento (o la scoperta di questo da parte di papà) abbia portato a galla difficoltà tra loro due che tu non conosci e che niente hanno a che fare con il tradimento. Oppure è possibile che le cose stiano come dici tu e che la rabbia e l'orgoglio acciechino in questo momento i tuoi genitori. In tal caso forse la cosa migliore è che ciascuno dei due si prenda un po' di tempo per riflettere da solo...se si vogliono ancora bene come tu dici e a mente fredda valutano che le difficoltà tra loro sono superabili, sapranno anche tornare sui loro passi. L'unica cosa che tu puoi fare è dire loro quanto ti dispiaccia questa situazione e quanto vorresti fosse possibile trovare una soluzione...ma poi la decisione e la responsabilità della scelta non sono tue! Auguri!

Youngmail

Pregiudizi

14/07/2003:lettera non firmata, 18 anni

Domanda

Cara youngmail, sono un ragazzo di 18 anni. Abito in un paese non molto popolato e quello che non sopporto davvero sono le chiacchiere a vuoto o i pregiudizi. Due settimane fa ho fatto un piercing sul sopracciglio e da allora sento un continuo sparlare nei miei confronti. Tutti si stupiscono, dicono 'com'è possibile, era un ragazzo di chiesa, tanto bravo...' Io sono sempre lo stesso, anche se ho un buco in più...non mi è uscito il cervello da quel buco, né le cose in cui credo sono cambiate...ho solo voluto modificare il mio look per essere un po' più alla moda, per provare anch'io come i miei amici...

Risposta

Caro amico, penso che talvolta dietro ai pregiudizi si nasconda la difficoltà a capire, a dare un senso a certe cose. E allora si cerca di spiegarle nel modo più diffuso: con il pre-giudizio, ovvero con un'etichetta che viene attribuita ancor prima di conoscere e provare a capire. Devo essere sincera con te: non so se comprendo le ragioni per cui ci si fa un piercing. Suppongo che faccia un po' parte dell'essere adolescenti e di voler mostrare quest'appartenenza oggi non facile. In fin dei conti tu lo spieghi bene quando dici che fare un buco sul sopracciglio è un modo per appartenere al gruppo dei tuoi coetanei e per mettere in evidenza l'esigenza di cambiamento che senti in te. Se però senti che quelle che sono per te le cose importanti (le tue idee, i tuoi valori, i tuoi comportamenti,...) non sono cambiati dovresti probabilmente seguire il consiglio della Divina Commedia 'Non ti curar di loro ma guarda e passa avanti'. Dare troppo peso alle chiacchiere fa restare male te ed alimenta pregiudizi non veri. Il miglior modo per combatterli è andare oltre, cioè continuare a fare ciò che hai sempre fatto senza lasciarti troppo influenzare da giudizi che tra qualche mese avrai scordato. A mio parere la miglior prova che tu sei sempre lo stesso è il fatto di continuare appunto per la tua strada senza lasciarti caricare di rabbia da persone che faticano a capire i tuoi cambiamenti. L'importante è che tu cerchi di capire i cambiamenti che stanno avvenendo in te e che non ti lasci trascinare troppo da una moda che punta su modifiche esterne più che su crescita interna! Ciao e in bocca al lupo

Youngmail

Incontro reale da una conoscenza virtuale

07/07/2003:lettera non firmata, 21 anni

Domanda

Cara youngmail, sono un ragazzo di 21 anni. Vi scrivo per un problema che riguarda i 'primi appuntamenti'. Ho già avuto alcune ragazze, ma è sempre andata a finire male...e io, scottato, avevo un po' perso la fiducia, anche perché sono uno piuttosto timido. Così, non so bene in che modo sono diventato un frequentatore di una chat e ho conosciuto una ragazza con cui ho instaurato un bellissimo rapporto virtuale...fino a che c'è venuta l'idea di incontrarci! Inizialmente questa cosa mi ha preso molto, ma ora, pensandoci con calma, mi spaventa perché non sempre sono stato sincero al 100% con lei...diciamo che talvolta ho migliorato la realtà, ma penso che lo facciano tutti in chat! Allora ho pensato che forse anche lei mi ha raccontato delle cose non vere. E insomma: mi angoscia l'idea che questo incontro, apparentemente da sogno, si tramuti in un incontro tra sconosciuti delusi che non sanno che dirsi e non vedono l'ora di darsi la buonanotte per l'imbarazzo. Con lei ho provato a ritirare l'incontro, ma in modo velato per non farla star male. Lei non ha colto e forse io la voglio incontrare perché non ha senso continuare così, nascondendosi dietro un PC. Come posso fare?
Grazie!

Risposta

Caro amico: è evidente la tua ambivalenza rispetto a questo incontro: da un lato sei curioso di conoscere di persona una ragazza con cui via chat si è instaurato un bel rapporto, d'altro canto temi che uscire dalla chat sia un po' come risvegliarsi da un sogno troppo bello per essere vero. Sicuramente il passaggio dal virtuale al reale è un salto: dietro al computer, così come capita nelle lettere siamo spesso più disposti ad aprirci che non di persona, così come possiamo dare all'altro l'immagine che vorremmo avere ma che magari corrisponde solo in parte alla realtà. 'Come fare?' mi chiedi. Beh, mi sembra chiaro che ormai avete deciso di incontrarvi e non avrebbe senso (e del resto nemmeno sembra lo vogliate) ritirare l'incontro e continuare a chattare come se nulla fosse. Si tratta allora di prepararsi a questo incontro in modo da rendere il salto meno 'alto' possibile. Come? Anzitutto considerando come normale un certo imbarazzo iniziale nell'incontrarvi e nel non riuscire a dialogare in modo libero come on - line. In questi casi una buona dose di humor può aiutare: qualche battuta iniziale può sciogliere la tensione e permettervi di portare la conversazione su un tono scherzoso, sicuramente più leggero all'inizio... Per quanto riguarda le cose non vere, o, se preferisci, le migliorie, conviene ridurle al minimo prima dell'incontro... Per esempio, so che in chat esistono delle 'stanze private' in cui si chatta privatamente (che immagino sia il modo in cui avete finora comunicato): perché, dopo aver chattato per un po' non invitarla ad entrare nella 'stanza della verità' in cui è possibile dirsi alcune di quelle cose che comunque emergerebbero nell'incontro. Magari specificale che le regole di quella stanza sono che non ci si arrabbia, ma che ci si prende del tempo per riflettere su quanto verrà scritto e che, usciti da quella stanza, ciascuno di voi potrà rivedere o rinnovare la sua scelta di incontro. La cosa importante è che almeno da parte tua non alimenti aspettative magiche di incontrare 'il colpo di fulmine', non perché questo sia impossibile, ma perché se così non fosse sarebbe difficile gestire la serata. Da quel che so dell'esperienza che stai per fare, molti degli incontri tra coppie di 'chattatori' sono serate uniche (nel senso che poi si decide di non rivedersi, dandosi un saluto o scambiando due chiacchiere quando ci si reincontra in chat), diversi altri evolvono in amicizie sia a due che in gruppo (in alcuni casi ci sono i ritrovi periodici di tutti quelli che si scrivono in una chat), in qualche caso il rapporto evolve, le persone riescono a rinunciare all'idea parziale e un po' deformata che si erano fatti dell'altro attraverso la chat e si lasciano incuriosire dalla persona in carne ed ossa trovandola interessante... Non so quale di queste sarà l'evoluzione che prenderà il rapporto con questa ragazza, ma ciò che ti auguro è di trovare in questa esperienza - comunque vada - qualcosa di positivo! Auguri!!+

Youngmail

Vacanze coi miei anzichè con l'amica: accidenti!

07/07/2003: di E, 16 anni

Domanda

Cara youngmail, sono una ragazza di 16 anni. Il mio problema rispetto a tanti che ho letto nella vostra rubrica può sembrare banale, ma ho pensato che dato che dato che avete tante idee potreste aiutare anche me a capire come comportarmi. Ho appena terminato la terza superiore e sono stata promossa anche bene. Come regalo avevo chiesto ai miei di permettermi di andare una settimana in vacanza con una mia amica noi due da sole. Loro, prima di sapere la promozione, mi avevano detto che si sarebbe visto... ma quella risposta che per me era un mezzo sì per loro è diventato un no! Non solo, ma dopo il no si attendevano che io facessi i salti di gioia quando mi hanno annunciato che avevano prenotato due settimane di ferie in un hotel in un villaggio tutti insieme: loro due, io e quel rompi... di mio fratello (13 anni di supplizio, sigh!?). Che posso fare? Io e la mia amica c'eravamo riservate proprio una di quelle due settimane!

Risposta

Carissima E., probabilmente ciò che è accaduto ti ha delusa e ti ha fatta arrabbiare, ma forse ti ha anche insegnato una cosa importante: come una comunicazione non chiara può assumere significati completamente diversi a seconda delle intenzioni di chi la dice e di chi l'ascolta. I tuoi genitori, infatti, potrebbero dirti che non ti hanno mai detto di sì e che la loro frase semplicemente significava che avreste pensato alle vacanze successivamente alla promozione ... e infatti così hanno fatto (anche se non nel senso da te sperato!). D'altro canto tu potresti controbattere loro che quel 'vedremo' era in risposta alla tua richiesta di vacanza con l'amica e che la risposta lasciava adito a buone speranze di un sì. In realtà discutere su quale delle due versioni sia quella vera difficilmente vi porterà da qualche parte, perché tutte e due sono vere a seconda del punto di vista... Quello che forse puoi fare è cercare una soluzione - compromesso che possa conciliare il loro entusiasmo per una vacanza "tutti insieme appassionatamente" e lasci a te lo spazio per divertirti con la tua amica. Che so, potresti 'patteggiare' con i tuoi che andrai con loro in vacanza al villaggio, chiedendo però di portare con te l'amica e avendo una stanza tutta per voi. In questo modo ci potrebbero essere dei momenti che passi insieme alla tua famiglia e degli altri che siete solo tu e la tua amica. Un'altra idea potrebbe essere che fai dieci giorni di ferie con loro nel villaggio e che poi loro ti permettano di continuare le vacanze per conto tuo i rimanenti cinque giorni con la tua amica in un'altra località. Forse rispetto ai progetti che ti eri fatta, l'idea di un compromesso non sarà così allettante, ma il rischio potrebbe essere che se decidi di portare avanti la tua 'causa' si ingaggi una battaglia. E, si sa, nelle battaglie la conclusione vede sempre un vincitore e un perdente... diciamo che un compromesso potrebbe essere considerato un po' come un tentativo di uscirne entrambi almeno in parte vincenti! In bocca al lupo!

Youngmail

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