Scrivo a questa rubrica perché ho un problema molto grande a scuola. Non si tratta di problemi rendimento o di rapporti sbagliati con i professori, bensì si tratta dei miei compagni di classe, di una classe che è stata definita come una tra le più divise dell'istituto e una delle peggiori come partecipazione e rendimento.
La situazione nella mia classe è orribile: ci sono gruppi molto uniti tra loro contro altri gruppi o persone singole. Io sono in seconda e l'anno scorso avevo in classe dei compaesani che mi erano molto uniti ma che purtroppo sono stati bocciati e ora mi trovo solo contro una classe intera che si è rivoltata contro di me per un motivo di cui non sono a conoscenza, forse per la mia eccessiva bontà o per altro che comunque non riesco a comprendere.
Questi miei compagni mi deridono ogni giorno, commettono degli errori e con i professori incolpano me, e mi rendono vittima delle classiche "bambinate" che mi sorprendono in seconda superiore.
Io mi chiedo continuamente il perché di questo, visto che negli anni precedenti alle superiori avevo, e tuttora fuori da scuola ho, un ottimo rapporto con i miei amici. Vorrei chiedere dei consigli e delle spiegazioni, visto che ho provato a comportarmi in qualsiasi modo: impassibile, impulsivo, prendendo le cose come scherzi ma il comportamento di quasi tutta la classe nei miei confronti rimane invariato. Non so più che fare!
Un grazie anticipato.
Carissimo D., anzitutto benvenuto nella nostra rubrica. La tua lettera mi ha fatto ricordare un episodio di quando avevo più o meno la tua età. A 15 anni, probabilmente com'è per te, l'amicizia era una delle cose che più mi coinvolgevano...gli amici erano davvero importanti. Bene, un giorno arriva nella mia classe una nuova ragazza, trasferita da un'altra scuola. Subito, come puoi immaginare ci fu molta curiosità intorno a lei, ma poi, nel giro di qualche settimana era come se non fosse mai arrivata... Non è che il resto della classe fosse poi così unito: come in ogni piccolo universo scolastico c'erano diversi gruppetti, con i compagni più ambiti e ammirati e quelli che, per capirci, erano sempre gli ultimi scelti nei giochi di squadra a ginnastica. Io ero un po' a metà strada: avevo qualche ottimo amico, dei compagni con cui scherzavo volentieri all'occasione e altri con cui periodicamente litigavo. Ma tornando alla nuova compagna, in quell'occasione mi chiesi perché una ragazza così intelligente fosse stata rapidamente emarginata. La situazione poi non andò migliorando quando nelle interrogazioni e nei compiti lei mostrò di cavarsela brillantemente. Era chiaro che le piaceva molto studiare...e dimostrare ai prof. che era preparata, ma molti altri compagni iniziarono a prenderla in giro in modo più o meno manifesto apparentemente per un'inspiegabile crudeltà di adolescenti, ma in fondo in fondo perché erano invidiosi e intimoriti dalla serietà con cui prendeva la scuola: temevano che il buon rendimento di una avrebbe obbligato tutti a studiare di più e inoltre non è che lei fosse una tipa estroversa e irriverente come un po' tutti noi eravamo: semplicemente durante l'intervallo se ne stava a ripassare le lezioni successive o ascoltava ciò che noi dicevamo abbozzando un sorrisetto difficilmente interpretabile. Cosa ti voglio dire, caro D., raccontandoti questa storia? Quando accadono episodi come quelli che mi hai raccontato, spesso dietro ci sono sentimenti di invidia e di diffidenza. Tu vai bene a scuola in una classe in cui partecipazione e rendimento sono molto scarsi, ti definisci buono di fronte a gruppetti di compagni che si coalizzano e si scontrano come se si fosse in una battaglia, oppongono alla tua maturità e impegno scherzi infantili allo scopo di farti apparire "discolo" di fronte ai prof. Ciò che mi racconti sembra proprio indicare che agli occhi dei tuoi compagni tu sei visto come un "secchione", un po' ammirato perché più maturo e impegnato, un po' irritante perché se uno studia costringe anche gli altri a farlo per non scendere troppo sotto il rendimento medio, un po' bersagliato perché visto come poco "cameratesco" (nel senso di essere poco partecipe al clima generale di "sopravvivenza scolastica"). Che fare per uscire da questo ruolo di "Calimero controvoglia"? Beh, anzitutto credo sia un obiettivo poco realistico quello di cercare di cambiare l'andamento della classe...dobbiamo invece trovare il modo per cui tu riesca a "sopravviverci" meglio, in modo più piacevole e meno solitario. Mi hai scritto che fuori dalla scuola hai molti amici con cui hai un ottimo rapporto: forse fuori dall'ambiente scolastico emergono degli aspetti di te che in classe più a fatica si notano. Prova a prendere un foglio di carta, scrivici sopra: "D. come amico è...", poi piegalo a metà; da un lato scrivi come ti vedi con gli amici al tuo paese e dall'altro come ti vedi in classe. Poi osserva le differenze...a volte sforzarsi di vedersi "da fuori" può aiutare a capirsi meglio e di conseguenza a comprendere il comportamento degli altri nei nostri confronti. Ricorda che non è necessario essere accettato e benvoluto da tutti i gruppetti della classe....perché non provi ad individuare una o due persone con cui ti sia più facile aprirti, gettare un ponte d'amicizia? Spesso una stessa persona che in gruppo ci sembrava forte e inavvicinabile, se presa singolarmente è molto meno audace...e più disponibile. Prepara un piccolo "bagaglio" di barzellette da utilizzare nel momento giusto per sfatare, se c'è, quell'immagine di te su un piedistallo di bravura e bontà, per far capire che "sei dei loro". E se tutto ciò non dovesse bastare? Beh, tieni a mente che i compagni delle superiori saranno pure dei compagni di viaggio importanti ma non li devi certo "sposare", e comunque vada tu hai degli amici al di fuori della scuola su cui contare. L'importante sarà in questo caso riuscire ad ignorare i loro scherzi e battute per un po' fino a che ci perderanno gusto e ti lasceranno stare.
Vuoi sapere com'è andata poi a finire con la mia nuova compagna di classe? Bene, un giorno l'ho incontrata alla fermata dell'autobus (di solito andavo a scuola in bici ma quel giorno pioveva) e ho scoperto che abitavamo vicine. Durante il tragitto verso casa abbiamo chiacchierato un po' e con mia grande sorpresa ho scoperto che giocava a pallacanestro, che le piaceva molto andare a nuotare e che avevamo in comune la passione per il cinema. Da allora siamo diventate amiche e, anche se lei restava poco popolare in classe, io non la vidi più come la "secchiona" ma come un'amica che tutt'oggi ogni tanto sento ancora. Spero che anche la tua situazione possa avere un buon finale. Se vuoi, scrivimi per raccontarmi come procede. Coraggio: facciamo tutti il tifo per te!
Youngmail